MESSA IN UNA CHIESA DI PESCARA SCATENA IL CAOS TRA POLIZIA E DISSIDENTI
Le chiese e le situazioni religiose in genere, sin dalla fase “contiana” del regime sanitario, sono state scenario non secondario dei peraltro pochi esempi di disobbedienza e turbolenza.
Basti pensare al parroco multato per il portare un Crocefisso in solitaria processione, o a qualche interruzione di Santa Messa da parte di solerti tutori dell’ordine. Se la Chiesa di Papa Francesco nelle acquasantiere ha messo un bel flacone di gel igienizzante, e pare aver implicitamente accettato il declassamento del Culto divino a “manifestazioni” e “riunioni” convertibili in streaming, se non sacrificabili alla paura per la pellaccia “perché così dice la scienza”, le chiese fanno ancora, direi incredibilmente e nonostante tutto, da catalizzatore e calamite per i sommovimenti della coscienza.
La chiesa più “carismatica” di Pescara, nella sua zona collinare che i pescaresi chiamano infatti “i colli” ha origini settecentesche e pare abbia a che fare con dei miracoli (all’ epoca ancora abbastanza diffusi, o quanto meno riconosciuti). E’ la parrocchia-santuario della Madonna dei sette dolori. Lì, alla Messa domenicale delle 20 si è svolto un vero e proprio disordine originato dalle attuali restrizioni delle libertà personali.
La ricostruzione dei fatti non è facile e sicura, dato che i media main stream parlano di una presunta spedizione punitiva contro un parroco celebrante, che avrebbe giorni addietro contrastato dei “no mask” o “negazionisti” o non so altro chi altro dir si voglia. Un gruppo non esiguo avrebbe preso posto tra i banchi del santuario, e all’ improvviso togliendosi le mascherine avrebbero invitato gli altri fedeli a fare altrettanto. Moniti del parroco, disapprovazione di gran parte dei presenti e intervento della polizia chiamata da qualcuno.
Altra versione: rifiuto di indossare la mascherina da parte del gruppo “dissidente”, con relativo intervento del 113.
Sta di fatto che l’intervento della polizia è stato piuttosto pesante, e una persona in particolare è stata energicamente trascinata nella Volante da più di un operatore delle forze dell’ ordine. Come da filmato diffuso in rete, si è giunti quasi a una colluttazione tra il personale di polizia e i “no mask”, tra la chiesa e il sagrato antistante. Urla, insulti, rimproveri di illegalità da entrambe le parti. Si parla anche del tentativo di sottrarre l’arma a un agente
Prendiamo atto con amarezza che ormai una Casa di Dio è un luogo di riunione come tutti gli altri (appunto), soggetto senza tanti riguardi sia a provocazioni (poco importa se a ragione o meno) sia che a irruzioni di uomini in divisa e in armi. Da questo punto di vista, sembra effettivamente di rivivere situazioni tipiche della lotta al cosiddetto brigantaggio da parte delle truppe piemontesi ben poco rispettose dei luoghi sacri (almeno allora), o delle azioni naziste di controguerriglia.
Una volta, in chiesa si trovava asilo dal mondo o quanto meno dal potere. Ora, per entrarvi, forse presto, ci vorrà il lasciapassare sanitario.
Se volevano dividerci, ci stanno riuscendo: sia dentro le chiese, che fuori da esse.
A. Martino
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