ELOGIO DELL’EGOISMO
Qualcuno si ricorda ancora a cosa servivano i vaccini prima del 2020? Questa domanda mi è sorta spontanea dopo aver contemplato il film distopico che stiamo vedendo, ma soprattutto vivendo, dal nove Marzo del 2020. Infatti prima di questa data era opinione comune che i vaccini non fossero altro che dei mezzi di prevenzione sanitaria individuali e volontari. Nel senso che chiunque era totalmente libero di scegliere se vaccinarsi o no e in ogni caso questa scelta riguardava solo e soltanto la persona interessata. Faccio un esempio. Il vaccino influenzale non è mai stato obbligatorio. E quindi c’era chi si sentiva più sicuro affidandosi alla prevenzione vaccinale e chi invece confidava nel proprio sistema immunitario naturale e di conseguenza essere in grado di produrre gli anticorpi a seguito della malattia eventualmente contratta. Ma in ognuno di questi due casi nessuno di coloro che hanno fatto la scelta più giusta per loro si sono mai sentiti in dovere di imporre la propria scelta al prossimo. Proprio perchè, come detto prima, tale scelta è sempre stata personale e soggettiva. Quindi si potrebbe dire che l’opzione di vaccinarsi o meno era un atto egoistico poiché non teneva in considerazione il prossimo.
Con l’avvento della cosiddetta pandemia, inspiegabilmente, il vaccino ha cessato di essere un’opzione “egoistica”. Infatti se riavvolgiamo l’ipotetico film soprammenzionato e lo posizioniamo all’inizio dell’avvento dei vaccini “miracolosi” ci ricorderemo che agli albori della campagna vaccinale il composto biologico anti covid doveva essere indirizzato solo e soltanto alle cosiddette “categorie fragili”, ovvero tutte le persone ultra settantenni che spesso erano ospiti di ospizi e case di cura e che di conseguenza venivano individuate come le più esposte al contagio da covid-19. E fin qui possiamo ancora rientrare nell’alveo della logica e del buon senso. Però dopo poco tempo si iniziò a paventare la necessità che anche il personale delle strutture socio sanitarie dovessero essere vaccinate. Per quale motivo? Cerchiamo di utilizzare i neuroni che abbiamo a disposizione.
Da che mondo e mondo chi decide di vaccinarsi lo fa con l’intento di immunizzarsi da fattori patologici esterni, come detto prima. E quindi in teoria non dovrebbe temere la positività alla malattia nel prossimo. Invece, misteriosamente, ha iniziato in breve tempo a diffondersi una narrazione bislacca per cui ogni individuo dovrebbe vaccinarsi non solo per se stesso ma anche per gli altri! Un’aberrazione logica, prima che scientifica. Come se il sottoscritto si vaccinasse contro il meningococco per prevenire la meningite al vicino di casa. O come se in una giornata di pioggia aprissi l’ombrello per non far bagnare tutti coloro sprovvisti di ombrello! Sono cose evidentemente assurde ma clamorosamente è proprio su questi schemi illogici che si è basata tutta la campagna vaccinale che stiamo subendo. E anzi addirittura ci si è spinti ad affermare che solo quando si sarà vaccinata tutta la popolazione potremo tornare alla vita pre covid. Altro insulto all’intelligenza. Infatti, come tutti sappiamo, prima di recarsi in un paese del cosiddetto “terzo mondo” bisogna eseguire delle vaccinazioni obbligatorie per proteggersi contro le numerose malattie tristemente endemiche in quei luoghi. Ma chiaramente se mi sono vaccinato e mi reco per esempio in Bangladesh non posso aspettarmi o pretendere che anche tutta la popolazione del luogo sia stata vaccinata! Invece paradossalmente, come detto prima, la narrazione mainstream ha permesso di veicolare un messaggio assurdo per il quale i vaccinati debbano temere la presenza dei non vaccinati. In barba a qualsiasi logica scientifica. E anzi a quanto pare dovrebbe essere il contrario. Poichè ormai è scientificamente provato che i cosiddetti “immunizzati” in realtà sono potenzialmente in grado di infettare e di infettarsi a loro volta. E quindi dovrebbero essere i non vaccinati a tenere le distanze da coloro che si sono improvvidamente fatti inoculare il “siero magico”…
Perciò non facciamoci intenerire e abbagliare da concetti romantici per cui “vaccinarsi è un atto d’amore”. Recuperiamo un po’ di buon senso e di sano egoismo e rendiamoci conto che introdurre sostanze sperimentali nel proprio corpo per il bene del prossimo è un concetto che fa a cazzotti con l’intelligenza umana. Anche se tutto ciò viene fatto spesso in buona fede e con le migliori intenzioni. Ma non dimentichiamoci il noto adagio per cui “La via dell’inferno è lastricata da buone intenzioni”.
Alessio Paolo Morrone
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