CAINO IN PIAZZA SAN PIETRO NON E’ AFFATTO GRADITO. MA E’ UN EQUIVOCO…

Dopo che costui ebbe ucciso il fratello Abele, l’Altissimo sentenziò “Nessuno tocchi Caino”, marchiandolo anche, come una specie di Sua creatura protetta: uno dei passi dell’Antico Testamento di maggiore potenza simbolica, anche se di non facile interpretazione. La teologia moderna, ha alquanto “sdemonizatto” Caino come Giuda, vedendoli anche come infelici strumenti del disegno divino.

Anzi, uno spicciolo vaticano da 500 Lire, dell’epoca di San Giovanni Paolo II, raffigura il primo omicidio-fratricidio della Storia.

Questa è teologia ed esegesi biblica: sta di fatto però che appellativi come Caino o anche Giuda, sono tra i peggiori insulti possibili almeno nella nostra cultura cosiddetta occidentale, per quanto ne rimane delle sue radici religiose ebraico-cristiane.

E quello striscione presente domenica 5 in Piazza San Pietro, al tradizionale Angelus papale di mezzogiorno deve aver fatto sudare freddo l’ufficiale della Gendarmeria vaticana, che avvistatolo, ha immediatamente messo in azione i suoi uomini.

Un falso allarme, alquanto grottesco: Caino, in questo caso, è semplicemente il nome del paese in provincia di Brescia da cui proveniva il drappello di fedeli che lo inalberava. I maligni hanno parlato di “coda di paglia”.

A. Martino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *