SGOMINATO TRAFFICO DI BENI ARCHEOLOGICO-CULTURALI DA….85 EURO.

Un certo appassionato di numismatica di Atessa (CH) ebbe la cattiva idea di porre in vendita su Marketplace (la piattaforma di compravendita di Facebook) una moneta di epoca romana (cioè antica in senso stretto) alla non proprio avida cifra di ottantacinque euro.

Della inserzione si avvide un carabiniere della locale stazione dell’ Arma, e da lì una indagine che portò la Benemerita a “infiltrare” un suo uomo in casa del settantaduenne nummofilo col pretesto di visionare il pezzo fingendo interesse all’ acquisto, e indurlo a esibire altri pezzi di diverse epoche della romanità fra gli ultimi secoli prima di Cristo (il culmine della Repubblica) e i primi dopo di Questo (cioè l’Impero). A  questo punto, secondo Il Centro del 24 luglio, pare che addirittura il milite abbia chiesto l’ intervento in rinforzo dei colleghi appostati nei pressi della casa dell’ indagato.

Sembra che in tutti i casi dell’incriminato monetiere (circa dieci monete) non si parli di valori di mercato trascendentali, e non è strano anche se nel sentire popolare l’ antichità sembra tradursi in maggior valore commerciale. Non è così anche nel campo della numismatica, dato che spesso molte monete sono commercialmente accessibilissime anche se coniate oltre duemiladuecento anni fa. Il fascino è indubbiamente enorme per il sensibile alle antichità classiche che sono le nostre più profonde radici, ma può benissimo essere che dei pezzi siano stati coniati in tantissimi esemplari in parte ancora reperibili, o semplicemente non infervorino più di tanto il collezionista.

La legge vigente vuole però che di tali monete si fornisca un giustificativo di possesso (fattura di acquisto presso commerciante autorizzato, testamento, assegnazione in asta ecc.).

I tutori dell’ordine in questione hanno quindi agito in modo formalmente doveroso, e impeccabile.

Però.. ci sono dei però. Questo è un altro piccolo esempio di come ormai, prima di fare o di dire alcunché di pubblico (in Rete o non) ci si debba pensar bene più di una volta. Il “green pass” è solo un punto di arrivo: ormai si può fare solo ciò che non sia vietato, e il caro vecchio onere della prova (deve essere l’accusa a dimostrare l’illiceità, non l’accusato a dimostrare l’ innocenza) chissà se è ancora insegnato agli studenti dei primi anni di Giurisprudenza.

L’ incauto (o ingenuo) venditore di monete romane potrebbe anche averle ereditate senza tante formalità da un genitore o nonno, queste potrebbero essere esistite in una casa avita da decenni o forse da secoli.

Tutte chiacchiere: se l’è vista con una vera e propria operazione di polizia con tanto di informativa istituzionale e video ufficiale, e ora col Tribunale di Lanciano e la competente Sovrintendenza ai beni culturali. Con ironia, siamo dinanzi a una specie di film quale avrebbe potuto essere “Fantozzi si dà alla numismatica”.

Da un certo punto di vista più serioso, conforta tanta prontezza e attenzione delle forze dell’ordine. Pare però strano, ed è un vero peccato, che a volte le denunce per stalking e abusi come quello verso la povera ragazza pakistana, non suscitino reazioni così pronte e ferme, ma vadano verso l’epilogo più tragico.

A. Martino

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