SCHELETRI E DELITTI: OVVERO, LE SINISTRE OMBRE DI ROMA

Credo che  in Italia (nonostante un certo  clamore, e a causa di pressanti problematiche sullo scenario europeo) non ci si sia resi conto che nel mondo ha suscitato grande scalpore il caso dello ossa umane rinvenute entro la pavimentazione di una dependance della Nunziatura apostolica (l’ambasciata della Santa Sede, per intenderci).

Per l’ennesima volta, in modo ancora doloroso e umiliante (lo dico come padre, come italiano, come cattolico apostolico romano ) nella Città Eterna, centro del residuo potere vaticano e della residua sovranità italiana, si respira non solo, oggettivamente, la Grande Bellezza ma anche quello che chiamerei  il Grande Orrore : le macabre cementificazioni e opere murarie ritenute un tempo pecularità dei mafiosi quanto i discioglimenti  in acido, costoro comodamente etichettabili come mostri alieni alla comunità dei sani e virtuosi, si disvelano come prassi non molto straordinaria all’ombra di una istituzione che, prima di accettare la pratica della cremazione come il solito “aggiornamento” alla pari in fondo del trapianto di organi da corpi, non dimentichiamolo, ancora cardiologicamente vivi, insegnerebbe l’intangibilità e sacralità del rispetto del Corpo, non solo e non tanto perché “tempio dello Spirito santo”, ma soprattutto riponendovi la speranza  della Resurrezione finale (forse il più ostico, ardito e coraggioso dogma cattolico, uno di quelli che faceva dire a Tertulliano “credo quia absurdum”.

Non dimentichiamo poi, la scoperta degli scheletri nella cripta di san Apollinare nel 2012, quando la polizia scientifica , oltre a prelevare i resti di Enrico De Pedis detto Renatino, ritenuto cassiere della banda della Magliana (ma morto incensurato), si imbatté in un ossario segreto sotto la “Cripta dei martiri”, ma anche nelle adiacenze della monumentale tomba del  De Pedis (violando la quale, evidentemente, si credeva di poter chiarire non saprei bene cosa). Ma in effetti, tutto questo sgradevole lavoro nacque dal vezzo tutto italiano di cadere dalle nuvole quando un diffuso organo d’informazione fa il suo dovere di informare, rivelando cose in fondo sotto gli occhi di tutti da anni. E cioè, che in una basilica pontificia un signore dal passato assolutamente discutibile, era sepolto con gli onori solitamente riservati a un santo, o a un monarca o a un pontefice; sotto la pressione delle polemiche anticlericali del tramonto del pontificato di Benedetto XVI, il Vicariato di Roma pensò bene di disfarsi di quella sepoltura rivelatasi all’improvviso così imbarazzante. E guarda caso, battendo palmo a palmo quella specie di labirinto da romanzo gotico che loro si rivelò essere san Apollinare, gli uomini della polizia scientifica ebbero a che fare anche con uno sgabuzzino distante pochi metri dall’allora sede della scuola di musica frequentata dalla povera Emanuela Orlandi, sparita nel 1983 come la parimenti sventurata coetanea romana Mirella Gregori. E Manuela frequentava quella chiesa. Ma qui, i macabri rinvenimenti di San Apollinare e della Nunziatura si uniscono nella tenue e amara speranza delle famiglie delle due ragazze, affinché almeno abbiano qualche resto dinanzi al quale piangere. Speranze inutili nel 2012, e probabilmente anche ora!

Perché le innumerevoli ossa di San Apollinare sparirono “misteriosamente”, approfittando dei tempi morti (non è un gioco di parole di cattivo gusto..) tra il rinvenimento di polizia giudiziaria e l’inizio degli esami veri e propri in istituto di medicina legale; e per quanto riguarda l’altro ossario clandestino di recentissima scoperta della Nunziatura, sembra che trattasi di ossa maschili e datate non dopo il mezzo secolo da ora, ammesso che da resti così vilipesi dalla sorte, si possa ricavare qualcosa di inconfutabile; ed ormai anche qui tutto e il contrario di tutto si rincorre grottescamente (non sono della moglie di un custode che scomparve, anzi no, non è mai scomparsa).

I macabri misteri romani, poi, rimandano in qualche modo, per lo sfondo ecclesiastico, all’incredibile caso della sedicenne studentessa potentina Elisa Claps, uccisa nel 1993 e ritrovata nel 2010 in un sottotetto della locale antichissima chiesa della Santissima Trinità: anche qui, silenzi, reticenze, oggettivi ostacoli alla Verità, disvelata solo dal ritrovamento fortuito a causa di lavori in corso (il che dimostra almeno la buona fede dei responsabili parrocchiali del momento). Ma tornando al panorama romano, anche se in un contesto sembra del tutto  avulso da implicazioni ecclesiastiche, il delitto di Via Poma col clamoroso suicidio del portiere dello stabile alla vigilia dell’ennesima testimonianza all’ennesimo dibattimento è anch’esso tristemente indimenticabile.

L’impressione di fondo , torniamo a dirlo, è  che Roma sia davvero una “città-cartina al tornasole” non solo per il suo status di capitale e più grande e popolosa città italiana, ma anche per l’ospitare tuttora la sede del Papato. E che questa particolarissima, affascinante condizione, sia sempre più offuscata da ombre davvero inquietanti di silenzi spietati ed enigmi, di ipotesi, supposizioni, certezze seppure non dimostrabili. Se vi è qualcuno che a buon diritto potrebbe perdere la fede , questi sono i poveri superstiti familiari di Emanuela, sballottolati tra rassicurazioni, promesse, mezze verità, illusisi di vivere, loro famiglia di un dipendente vaticano, nel più sano e sicuro angolo di quello che un tempo era  detto “il mondo cristiano”.

E poi, spettri di Marcinkus, della immancabile banda della Magliana o dei servizi troppo segreti al servizio di chissà chi, dei “lupi grigi” turchi o di sette sataniste o pedofile in abito talare….già : e qualcuno ancora si scandalizza per la piaga della pedoflia nel clero, e per le sue “coperture”….

Antonio Martino

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *