NOI TIFIAMO PER LA MARINA RUSSA, PRESIDIO DELLA LIBERTA’ DALLA NATO E DAI SUOI GREGARI.

Questa volta, gli ucraini vassalli del Sistema euroatlantista, hanno davvero passato il segno .

Nelle acque del mare di Azov, attorno a quel capolavoro simbolo della ritrovata dignità di un grande Paese quale la Russia è (il lunghissimo ponte di Kerc sognato già dagli zar) e realizzato praticamente in tempi record sotto l’egida di Vladimir Putin, il 25 novembre hanno spedito una specie di flottiglia di navi piene di spie, non solo per spiare ma anche per provocare le forze armate navali di Mosca, che hanno dimostrato ancora una volta fermezza e determinazione, non disgiunte da senso della misura e proporzione nella reazione.

Nonostante infatti gli ucraini si ritenessero artatamente “nelle loro acque territoriali” ovviamente disconoscendo la libera volontà democraticamente espressa dalla stragrande maggioranza dei russi di Crimea nel ricongiungersi alla loro patria così sfuggendo alle discriminazioni e angherie dei golpisti di Kiev, e nonostante le diffide tramite altoparlante degli ufficiali del presidio navale russo, hanno costretto a speronarli e sequestrare le imbarcazioni entrate, ripeto, in acque russe per provocare qualcosa anche di ben più grave, con relativi prigionieri; e hanno provocato la reazione russa al loro aprire il fuoco, subendo ferimenti negli equipaggi.

Nei primi interrogatori, gli agenti segreti hanno ammesso la loro natura, e si è anche appurato l’ordine di ignorare i tentativi russi di non arrivare allo scontro.

Complimenti alla professionalità e al valore delle forze navali russe, che a differenza di altre i cui vertici proclamano apertamente che la marina militare serve oggi, solo a soccorrere e traghettare chi vuole sbarcare in terre non proprie , presidiano efficacemente le coste della Russia più bisognose di tutela dalle provocazioni e dall’avventurismo della NATO e dei suoi  gregari.

Antonio Martino

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