INIZIA LO SMANTELLAMENTO DI BANCOMAT E DI FILIALI BANCARIE. L’ORTIS E’ L’UNICO AD AVVISARVI: ATTENTI AI VOSTRI SOLDI!
Da oggi (primo di luglio per chi scrive), la banca ING chiude i suoi bancomat, e diverse filiali. Non solo: ma per negoziare assegni bancari (non si tratta di insoliti titoli di credito), bisognerà spedirli ad una apposita casella postale.
Chi vorrà ancora usufruire di sportelli per rifornirsi di contanti o versarli assieme ad assegni, dovrà farlo alla cara vecchia cassa di una filiale (prenotazioni antiassembramento, nonché eventuali indisponibilità del servizio in fasce orarie a parte e come “di moda” nel nuovo corso bancario).
La presenza di ING sul territorio italiano è relativamente marginale nonostante sia un colosso finanziario, però la banca è un servizio e una attività ad altissimo tasso di globalizzazione e mondialismo, e questa è olandese (terra globalista ed euromaniaca per eccellenza). E’ solo l’avvisaglia di quanto faranno anche le banche “italiane” (lo sono ancora Unicredit o BNP-Paribas?). E conferma quanto dicemmo nel mio articolo dello scorso primo di aprile, che non era quindi un “pesce”: IL DENARO PIU’ O MENO VERO,ORMAI, OLTRE CHE ESSERE COMBATTUTO DALLO STATO, DA’ FASTIDIO ALLE STESSE BANCHE ! L’ ORO E L’ARGENTO SEMPRE PIU’ RIFUGIO MATERIALE DA UNA ECONOMIA MALATA.
Vi confermo e chiarisco qui che la “lotta al contante” che stati e banche vanno conducendo attraverso atti di scoraggiamento come questo, leggi e cavilli sul ritiro di contante quanto sul suo stesso utilizzo, ha come foglia di fico al massimo il contrasto delle mafie, ma vi dirò quali siano i suoi moventi.
A onore del vero però, e spezzando una lancia a favore delle banche, teniamo presente che attorno allo scadere del primo decennio del secolo, esse affrontarono costi notevoli per l’ammodernamento dei bancomat stessi, che non solo, tuttora, offrono persino il pagamento di bollo auto o bollette. Ma persino, spesso, consentono anche il versamento di contanti e assegni.
Evidentemente, dai piani altissimi del mondialismo finanziario con vista su Bilderberg e Logge varie, sono arrivate direttive urgenti e così drastiche, che chiedono alle dirigenze degli istituti bancari di eseguire e basta. Per qualcuna come ING che magari fa da apripista e cavia, la scadenza era ravvicinatissima, altre possono aspettare. E questo non è “dietrologia” o “complottismo”: vogliamo parlare di “dinamiche globali”?
I moventi che ora vado a sintetizzare dimostrano come stato e banca siano sostanzialmente alleati contro il cittadino per meglio controllarlo, gestire le risorse private di questo che impercettibilmente come da principio della rana bollita ne viene di fatto spoliato; e infine per realizzare il matrimonio completo tra turbofinanza mondialista e stato suo maggiordomo.
1) Abbattimento dei costi delle banche, con riduzione di personale che ancora gestisce casse tradizionali o macchine bancomat.
Il personale lavorativo è soprattutto un costo, da limare il più possibile. Esperienza gestionale e professionalità, contatto diretto col cliente, eventuali disagi conseguenti di quest’ ultimo sono tutti elementi anacronistici e non profittevoli. Logica ben diversa riguarda alte direzioni e consigli di amministrazione. L’ ideale è quello di una banca totalmente automatizzata e on line.
2) Spogliati i popoli di una “loro” moneta occorre ora totalmente smaterializzare le stesse di cui il singolo ha bisogno nella sua vita; lo stesso valga per, ad esempio, gli americani o i britannici che dovessero affermare “abbiamo ancora la nostra valuta”. Ecco qui la “moneta digitale”.
Una tale espressione valutaria sarà assolutamente docile a qualunque svalutazione, rivalutazione, fallimento sistemico ovvero default ecc. Il popolo bue non potrà correre né a filiali bancarie né a bancomat per tentare di mettere in salvo qualcosa: dovrà semplicemente aspettare che “passi l’emergenza” o che “la situazione finanziaria si chiarisca”. Solo quando parrà alle “istituzioni”, potrà tornare a utilizzare la propria “tessera a punti”, come io chiamo le carte di credito o di debito in prospettiva. E come tali già sono in Cina: e qui siamo già al terzo movente.
3) Perché a un bambino non si mettono, o non si dovrebbero mettere, in tasca centinaia di euro? Vuoi controllare qualcuno completamente? Degli individui i cui movimenti economici, anche nel minimo, non siano completamente “tracciabili” saranno sempre troppo indipendenti e non sufficientemente classificabili e schedabili. Datemi il completo elenco delle spese di qualcuno nell’ arco di almeno un mese (caffè compresi, e dove abbia bevuti questi caffè), e vi dirò con approssimazione chi è, come la pensa, il livello di istruzione, le frequentazioni ecc.
Ecco il prossimo passo, di scuola cinese. Utilizzare carte di pagamento e credito come “conto corrente globale” su cui regolare non solo tasse o multe, ma anche il merito o demerito civico (bonus per chi “riga dritto”, e penalizzazioni per “cattivi” quali “omofobi”, “fascisti”, “no vax”, “negazionisti” e perché no?, “sovranisti”).
Un rimedio a questo incubo (alla faccia dell’economia “libera e di mercato”) non è oggettivamente ravvisabile con sicurezza. Nel succitato articolo avevo “romanticamente” suggerito i metalli preziosi, piuttosto che pietre od oggetti d’ arte: ma a ben pensarci, cosa cambia? Una bella leggina o decretino che imponga di possedere non più di cinquanta grammi di oro o magari un chilo di argento, e finirebbe l’illusione. Anzi, il possesso di molto metallo prezioso ti criminalizzerebbe a prescindere, come avviene oggi se si detengano molte banconote da 500 e 200 euro.
Un nostro lettore prospettò il bitcoin. Ho delle perplessità, però, proprio sulla sua natura puramente digitale e manipolabile quindi, dai “soliti noti”.
La situazione è in prospettiva molto preoccupante, e gli addetti ai lavori (stampa economica specializzata, docenti di scienze economiche) fanno gli gnorri a busta paga, e sicuramente bollano come paranoico, complottistico e ridicolo tale scenario. Peccato che ci si stia indirizzando ad esso a passi spediti e veloci.
Noi siamo aperti a qualunque suggerimento nel comune interesse, e approfondimento di una tematica così concreta per ognuno di noi, e per i propri familiari.
A. Martino
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