ABORTO “DIRITTO UMANO”, OBBLIGO DI INGINOCCHIAMENTO, ECONOMIA FITTIZIA SENZA MONETA E DA MOUSE….E’ LA NEGAZIONE DI DIO E NATURA. E’ L’IMPERO DEL MALE CHIAMATO UNIONE EUROPEA
Nel 1983, Ronald Reagan definì l’Unione Sovietica “impero del Male”.
Non sto assolutamente qui, ad analizzare, o confutare o avvalorare una storica asserzione che (forza delle parole di un potente) secondo qualcuno costò al sistema sovietico-socialista due o tre anni di vita in meno.
Diciamo che era una opinione di quel Presidente USA ultra liberista, forse in buona fede convinto di una certa narrazione americana del destino mondiale, e cinematograficamente assertivo e retorico (era un attore di serie B, no?).
L’ Impero del Male di oggi, per me oscuro e inerme essere in sua balìa, è l’Unione Europea.
Lo dico senza odio per nessuno e nessuna, dentro e fuori dall’ Italia. Certo, mi secca alquanto che i loro enormi emolumenti e benefit, il loro elefantiaco apparato in transumanza semestrale tra Bruxelles e Strasburgo, le loro sfavillanti sedi in algido vetro-acciaio, siano anche a carico di me contribuente (quindi forse il diritto di critica “sta pagato” come si dice volgarmente). D’altronde, dovrei prendermela anche con tutti (o il 99%) di eletti italici che, o in Parlamento europeo, o nel parlamentino italiano o nei sottoparlamentini regionali ma anche nei Comuni, laddove si parli di UE non fanno che abbassare la testa o al massimo mormorare “ci vuole un’altra Europa”.
L’ Impero del Male di oggi, per me oscuro e inerme essere in sua balìa, è l’Unione Europea.
Perché non vi è uno solo, dico uno solo, dei capisaldi della visione naturalista e naturale del mondo e della vita, che essa non attacchi, minacci, metta almeno sotto pressione, condizioni con direttive non criticabili e non emendabili.
Ultimi colpi di mano. La sconvolgente qualifica da parte del Parlamento europeo ad ampia maggioranza dell’aborto come “diritto umano”. Tintinnare di manette (lontano solo per il momento) per medici obiettori e per genitori di minorenni.
Mani sul calcio, ritenuto una pericolosa sacca di resistenze popolari e identitarie, eliminando il campionato europeo per rappresentative nazionali con paese ospitante, e sostituendolo con una specie di super UEFA. Ma non basta: il campionato in corso è un grande strumento di rilancio del rito per nulla ridicolo dell’ inginocchiamento di sottomissione, e dei sacri colori arcobaleno da ritenere ormai la vera bandiera europea. Infatti è contemporaneo l’attacco a Viktor Orban, reo di aver promosso una normativa a casa sua di tutela dei minori dalla martellante propaganda LGBT: questione di “valori di tolleranza”, mormorava oggi alla TV di regime un Gentiloni sfatto e stanco come questa Italia succube.
La famiglia. La vita (anche e soprattutto prenatale). La morte. La scuola. L’ educazione e l’istruzione. Gli spettacoli televisivi e il cinema. L’ identità personale e di un popolo. La moneta. La disponibilità di contante nella propria giornata. Qualunque libertà di fare, di dire, di andare. E di scambi col resto del mondo (vedi sostanziale blocco doganale antibritannico come ritorsione contro la Brexit, ignorato dalla stampa; provate ad aspettare un pacchetto con un misero videogioco dal Regno Unito).
Non è colpa mia se io, e tanti altri almeno tra voi amici de L’ Ortis, non abbiamo nulla in comune e nulla da spartire con questa “negazione di Dio eretta a sistema”, come un politico inglese definì vergognosamente il Regno delle Due Sicilie. Nel giorno in cui non dovesse esserci più un solo non credente in questo infernale catalogo, allora sì l’Uomo non avrà più speranza, e saremo già oltre l’alba del Transuomo (o Uomo trans, siamo lì). Per il momento, confortiamoci con il tenere viva la fiamma del Dissenso e della Speranza contro ogni speranza: ovvero, sognando e progettando la madre di tutte le battaglie politiche; cioè la risalita della Patria dagli inferi dell’Unione europea.
Dott. Maurizio Belpietro, ricorda quando Panorama pubblicò poco più di un anno fa un numero con la copertina dedicata a “La fine dell’Europa”? E quindi? E’ bastato ottenere di indebitarci per essere poi definitivamente incaprettati dal patto di stabilità in ripristino?
Santità, Monsignori, Eminenze varie ed eventuali: tessete lodi all’ Europa e inveite contro il sovranismo. Poi, improvvisamente, provate a dire “qualcosa di cattolico” contro il ddl Zan, che sarà di sicuro approvato perché così vuole non l’Italia, ma questa creatura inquietante cui elargite benedizioni a giorni alterni, timorosi di ritorsioni fiscali e che il flusso migratorio non si interrompa? Il ddl Zan è in realtà il DDL Ursula. A proposito: proprio oggi (sabato 26, ndr) Papa Francesco ha affettuosamente e paternamente ricevuto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, fresco della fatica dell’ aborto riconosciuto “diritto umano”.
Amici onorevoli e consiglieri comunali e provinciali vari: avete rimediato verbali per vilipendio alla bandiera UE quando i nordeuropei stringevano i cordoni della borsa? E ora? Anche voi come Maurizio Belpietro, siete tornati nei ranghi?
Matteo Salvini e Giorgia Meloni come persino Viktor Orban potrebbe persino sottoscrivere tutto quanto ho scritto a proposito dell’Unione europea; so che la pensano così.
Ma messi alle strette sull’ uscita, vi diranno sempre che “bisogna cambiare profondamente questa Europa” (cioè restarne schiavi); o addirittura come Giorgia Meloni, che ci vogliono gli “Stati Uniti d’ Europa” (alla faccia del sovranismo, questo non lo dice nemmeno Enrico Letta….).
In quanto a Viktor Orban, si prende i suoi sputi in faccia, cerca di difendere innegabilmente il suo popolo, si tiene stretto il suo fiorino ungherese e….campa cavallo, in attesa che riescano a formalizzare le accuse all’ Ungheria nelle competenti sedi eurogiudiziarie. E passa alla cassa dei contributi del recovery plan e di tutto il resto.
Agli atti parlamentari, resta una sola scarnissima forza antieuropeista che è Italexit del senatore Paragone.
Che vorrà fare? Accontentarsi di qualche seggio nelle liste di Lega o Fratelli d’ Italia, o condurre una vera lotta politica assieme a noi?
Perché noi, i passi da compiere istituzionali e politici (angusti e difficili quanto si vuole) li abbiamo già ben chiari. E quando sarà il momento, sperando che uno stato italiano esista ancora, li comunicheremo ai patrioti liberi e forti che si uniranno a noi.
A. Martino
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