ANCHE SE I VOTI A VOX SPAVENTANO UN SISTEMA CHE NON VORREBBE ALCUNA OPPOSIZIONE, TEMO CHE IN SPAGNA NON CAMBI NULLA.

Non sono affatto entusiasta del pur buon risultato di Vox guidata da Santiago Abascal, nelle elezioni municipali di Madrid.

Il nove per cento circa dei voti, tredici seggi. Certo un buon risultato che conferma la tendenza nello spezzare la pseudoalternativa tra “popolari” e “socialisti” che anche lì sono solo due diverse casacche delle elites mondialiste e dell’eurosottomissione, ma ci vuole molto di più, per restituire alla Spagna anima, indipendenza e orgoglio.

I popolari hanno rastrellato il quarantasei per cento dei voti, Podemos (una specie di M5S) conferma il declino, pure i socialisti perdono voti e non appaiono assolutamente congruenti con il loro ruolo di guida del governo nazionale.

Mi pare come quando, iniziando a seguire la politica nazionale, il Movimento sociale italiano dell’ indimenticabile Giorgio Almirante toccava le sue brave punte del sei-sette per cento e la stampa omologata si allarmava per l’ “onda nera”. E io, nella mia adolescenziale capacità di intuire il concreto, pensavo che il sei per cento fosse una nullità.

Infatti, la prima repubblica navigava beata e indisturbata, in rotta di collisione col panfilo Britannia e l’abisso nel quale ci hanno precipitati. E Giorgio Almirante, in fondo, che faceva? Andava segretamente a cena con Enrico Berlinguer: cosa, intendiamoci bene, lodevole e nobile per evitare che tanti giovani cadessero vittima di “scontri tra opposte fazioni”, però qualcuno come il povero Ramelli cadde e come; per una Idea che in fondo, dico in fondo, avevano seriamente nel cuore e nella mente solo uno sparuto manipolo di patrioti.

Che dire quindi delle prospettive di Vox in Spagna? Sarà con la sua astensione, necessaria ai popolari per guidare il municipio di una delle più importanti città spagnole? Ne dubito, queste forze mondialiste del cosiddetto “centrodestra” alla fine finiscono sempre per buttarsi nelle braccia dei bellaciao, pur di evitare qualunque accusa di “fascismo” o “franchismo”; e in fondo, quando i popolari sono tornati al governo con Rajoy nulla hanno fatto per tentare di smantellare le leggi gender di Zapatero, e arginare la scristianizzazione della Spagna. Costui non trovò di meglio che mettersi continuamente a rapporto dalla Merkel nella “casa comune dei popolari europei”.

In quanto poi al presunto franchismo di Vox, beh francamente, non vedo chi si sia opposto o abbia fatto scudo umano alla vergognosa profanazione dei resti di colui che evitò alla Spagna decenni da Mongolia o Albania.

Comunque, vada agli amici spagnoli sovranisti almeno nei sogni e nella buona fede, il nostro proverbiale quanto italianissimo “auguri e figli maschi”. Sempre meglio, e sempre molto più promettente, qualche canto patriottico che Bella ciao furoreggiante anche da quelle parti.

Spero, come europeo vero e non europeista, che i patrioti e le patriote di Vox riescano a operare e ottenere qualcosa in tema di difesa della hispanidad erosa dai cento localismi più o meno secessionisti, di blocco dell’ ateismo di stato, e di conferma del profondo legame nazionale con Casa Borbone.

A. Martino    

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *