ROMA: I SANTI FANNO PIU’ PAURA DEI DIAVOLI?

Roma, la città Eterna, la città Santa, la città del Cristianesimo Cattolico, la città aperta, la città della “dolce vita” è stata trasformata in città della repressione, del coprifuoco, del degrado, dove anche pregare, diventa reato? 

Questa è la domanda che si sono fatti tutti coloro che sono venuti a conoscenza dei fatti incresciosi ed ampiamente documentati , ma riferiti solo sui social, grazie al tam-tam di qualche Blogger e qualche giornalista, che hanno voluto dare voce a chi non ne ha, e per qualcuno non ha diritto ad averne.

Ma andiamo per ordine.

Fra Alexis Bugnolo, Eremita Francescano che ha fatto il noviziato canonico nel 1992 mettendo i voti semplici nel 1993-1995, a causa del suo amore verso San Francesco, ha scelto nel 1996 di osservare la regola di San Francesco nel modo antico, senza mitigazioni.  

Da diversi mesi si reca ogni sera verso le 23,30 a pregare davanti il portone chiuso, della papale arcibasilica maggiore arcipretale liberiana di Santa Maria Maggiore, conosciuta semplicemente con il nome di “basilica di Santa Maria Maggiore” o “basilica Liberiana”, spinto da una forte devozione ed ispirazione,  verso la Madonna, nonostante i discutibili limiti imposti da un incomprensibile ed immotivato coprifuoco, che dura oramai da più di un anno.

La Fede e la devozione hanno sempre sfidato ogni legge, anche mettendo in gioco la stessa vita, tanto che Roma è anche la città dei Martiri, di cui il più rappresentativo è San Pietro.

Secondo il suo racconto,  ben 16 mesi di preghiera costante e continua, di cui tutti erano a conoscenza e umanamente oltre che cristianamente, le Forze dell’Ordine tolleravano, consapevoli che una preghiera all’aria aperta non avrebbe infettato nessuno.

E’ vero che di tanto in tanto qualche fedele, contravvenendo alla dura legge imposta ed assumendosi tutti i rischi che comporta la violazione  alla norma, si fermava a pregare con Fra Alexis, così fino alla notte tra il 30 aprile ed il 1 maggio.

Fra Alexis era li, come ogni sera ed aveva cominciato a recitare le sue preghiere in compagnia di qualche fedele, quando una pattuglia di Roma Capitale,  decideva di intervenire.

Tutto lecito e nella norma, anche i vigili devono fare il loro dovere, magari mandati o comandati da qualcuno cui da fastidio che un Frate possa pregare, paventando reati di inimmaginabile pericolosità.

La legge è legge e mentre nello storico brano di Fabrizio de Andrè  “bocca di Rosa” i Benemeriti accompagnavano mal volentieri chi aveva infranto la legge, da come raccontato dal Frate e da alcuni dei testimoni presenti, il trattamento riservato dai rappresentanti dell’Ordine di Roma Capitale, sembra essere stato duro ed intimidatorio , tanto che sono intervenute ben sei pattuglie ed una ambulanza, chiamata perché più volte strattonato il frate, accusava un fortissimo dolore alla spalla.

Un lungo e meticoloso racconto, che descrive tutta la fase concitata durata fin circa le 5,00 del mattino, è possibile trovarlo su tutti i social dove il Frate racconta i fatti, con dovizia di particolari, a tutti coloro che hanno voluto intervistarlo.

Sembrerebbe che a scaturire tutto ciò, non sia stata la violazione delle norme sul coprifuoco, ma in maniera ancor più banale, il fatto che il Frate non indossasse la mascherina pur essendo in luogo aperto, molto ben distanziato dagli altri, sembra che meno di una decina di persone fossero presenti, e davanti al Sagrato di una Basilica, posta in una grande piazza.

Una volta rilasciato, sembra nelle prime ore del mattino, un tam-tam di notizie hanno cominciato a rimbalzare sui social, in maniera forte, come avviene in questi casi e che diventano sempre più frequenti, amplificati dal fatto che questa volta il “criminale” fosse un Frate eremita.

Avevamo già avuto documentazione di parroci interrotti “maldestramente “dalle Forze dell’Ordine, mentre officiavano la Santa Messa, ma di sicuro nessuno poteva aspettarsi che ad un Frate Eremita non fosse concesso Pregare davanti ad una Chiesa.

Ma Fra Alex Brugnolo non viene meno al suo dovere della preghiera, così la sera dopo, non potendo pregare davanti alla “sua “ Basilica di Santa Maria Maggiore, stranamente all’esterno tenuta buia e con le luci spente, quasi a far pensare che potesse essere un metodo dissuasivo, si è spostato davanti una chiesa in zona San Lorenzo.

Una preghiera che ha raccolto quasi una quarantina di fedeli che in barba ad ogni disposizione, hanno voluto testimoniare la loro solidarietà al Frate per la violenza subita e protestare contro l’iniqua disposizione, oltre che esprimere un atto di fede, consapevoli dei rischi cui avrebbero potuto andare in contro.

Siamo forse al ritorno alle origini del cristianesimo, quando i fedeli erano costretti a riunirsi per pregare nelle Catacombe, cui Roma è piena?

E’ proprio vero quindi, i Santi fanno più paura dei Diavoli, perché avvicinano ed uniscono, contrariamente a quanto qualcuno ha deciso?

Ettore Lembo     

11 Responses to ROMA: I SANTI FANNO PIU’ PAURA DEI DIAVOLI?

  1. Francesco Alfredo Mazza ha detto:

    Conosco fra Alexis abbastanza bene. Sono un medico e domani vado a visitarlo. Questi vigili che cosa hanno in testa? Perché non vanno a cercare i delinquenti? Un frate che prega da fastidio perché non porta la mascherina? I vigili già denunciati e spero che rispondano pesantemente davanti alla legge..

  2. Paola ha detto:

    Non ho parole per descrivere il mio sentimento per quello che è accaduto al fratello francescano…lui non poteva ma i cardinali a spasso di notte? Sono stati multati (sicuramente multa annullata) chissà
    forse per poteri “divini”. Dobbiamo vergognarci siamo alla deriva

  3. Rosalia ha detto:

    Ho visto frate Alex proprio nel pomeriggio di venerdì. Ha un viso sereno, è portatore di pace. Mi addolora questo nostro mondo così devastato, senza riferimenti. Abbiamo bisogno delle preghiere di frate Alex e di tante donne e uomini santi come lui.

  4. Walter ha detto:

    Oggi più che mai essere Cattolici, eterosessuali, credere nei valori sacri della famiglia tradizionale sembra essere un onta di cui doversi vergognare, diversamente tutto ciò che è diverso per fede e orientamento sessuale e portato in palmo di mano da criminali che stanno minando ogni più profondo valore Cristiano, forse Armageddon è già cominciato e siamo allo scontro finale.

  5. Sandro Cecchi ha detto:

    Per me sono tutti impazziti.
    BASTA CON QUESTE CHIUSURE SUICEDE!!!!
    TUTTI FUORI QUANDO CI PARE E DOVE CI PARE!!!
    BASTAAA!!!

  6. Stefano Babucci ha detto:

    Quel che più mi stupisce,il Vaticano,la Santa chiesa romana, Papa Francesco, dove sono ? A NOI,
    il compito di chiedere la giusta giustizia
    Stefano Babucci ✍️

  7. Fabiola ha detto:

    Tutte le sere dal 26 gennaio 2020 fra alexis lo incontriamo a piazza Santa Maria Maggiore alle ore 23.50 sosteniamo la libertà …. tra cui la libertà di pregare.

    • Gianluca Varone ha detto:

      Anch’io più volte, per mia comprovata necessità spirituale, sono stato a mezzanotte in piazza a pregare Dio Padre perché, con l’intercessione della Madonna Salus Populi Romani, della Beata Caterina Emmerich e di altri santi, la “chiesa delle tenebre” venga presto sconfitta.
      Ci sono stato anche quando secondo il governo italiano sarebbe stato in vigore il coprifuoco.
      La possibilità che qualche operatore di polizia mi verbalizzasse una infrazione amministrativa era messa in conto e accettata: non è accettabile che col pretesto delle restrizioni COVID qualche operatore di polizia faccia ingiurie, violenze fisiche o altri abusi.

  8. Gianluca Varone ha detto:

    Egregio dr. Lembo, per sgombrare il campo da sospetti di piaggieria, inizio osservando che, per non sostenere involontariamente la propaganda di coloro che di fatto attualmente stanno governando con alcune azioni incostituzionali l’Italia, sarebbe stato opportuno sottolineare con ironia i modi di dire “la legge è legge” e simili usati nell’articolo.

    Oppure brevemente ricordare agli smemorati che eventualmente leggessero l’articolo che la legalità di una nuova norma esiste nel rispetto delle leggi sovraordinate, non per il prepotente arbitrio di chi pro-tempore esercita i poteri dello stato.

    Su queste questioni giuridiche fondamentali l’approfondimento è opportuno farlo altrove e piuttosto passo ai meritati complimenti per questo suo articolo che dimostra la sua alta professionalità di cronista, a cominciare dalla scelta della illustrazione.

    Negli edifici affacciati su quella piazza abitano in molti: col putiferio durato per circa 5 ore a notte fonda è probabile che più di un abitante se ne sia accorto, si sia affacciato e, con la facilità attuale di fare foto o video digitali, abbia anche registrato immagini del penoso evento.
    Bravo lei che ha ricercato e trovato una di quelle immagini.
    Mi viene da chiedere quanto invece sia basso il livello di professionalità e di furbizia di quegli operatori di Polizia Municipale che sono intervenuti contro Alexis Bugnolo (nonché di quelli della Polizia di Stato che poi son stati presenti e che non hanno ritenuto doveroso impedire certi comportamenti).

    Qualunque operatore di polizia che ritenesse costituzionali le attuali norme restrittive asseritamente dovute alla epidemia COVID-19 avrebbe il diritto/dovere di identificare eventuali trasgressori per sanzionarli amministrativamente e basta.

    Nelle condizioni di quella notte in piazza S.Maria Maggiore nemmeno poteva, in forza di legge, essere imposto a uno qualunque dei fedeli presenti di indossare la mascherina o di allontanarsi: una volta identificati i trasgressori, la polizia semplicemente aveva il diritto di verbalizzare una o più infrazioni amministrative, verbali eventualmente seguiti da multe.

    Ogni ulteriore vessazioni dei pochi presenti, cittadini incensurati, ben distanziati all’aperto su suolo pubblico per pedoni, che non stavano disturbando la quiete pubblica (disturbata invece dall’intervento delle forze di polizia), che stavano esercitando pacificamente loro diritti costituzionali (che comprendono qualunque culto privato che non sia penalmente rilevante), sembra come minimo un grave abuso di autorità sanzionabile penalmente.

    Da quanto a mia conoscenza l’unica infrazione che poteva essere verbalizzata in forza delle norme governative vigenti a tutti i fedeli presenti era la violazione del coprifuoco (infrazione già riconosciuta inesistente da alcuni giudici) e a qualcuno il mancato possesso in quel momento di un dispositivo di protezione delle vie respiratorie (contestazione da fare sicuramente a Bugnolo che per obiezione di coscienza per motivi religiosi mai ha portato con sè la mascherina).
    Mi risulta che Bugnolo sia stato disponibile, e se necessario altri dei presenti erano disponibili a confermare, a fornire alla polizia informazioni sufficienti per essere identificato secondo le leggi vigenti.

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