VALLOREJA: “OCCORRE UN SUMMIT A 4 PER RISOLVERE LE CONTROVERSIE TRA STATI UNITI E FEDERAZIONE RUSSA”. #SummitTo4inItaly
Mentre in Italia e nel mondo, continua ad imperversare una delle più grandi emergenze sanitarie ed economiche degli ultimi 100 anni – ed in conseguenza di ciò l’opinione pubblica è quasi tutta assorbita rispetto a queste dinamiche – ad est, nella regione ucraina, si sta consumando una delle più gravi crisi politiche che abbiano mai visto coinvolti gli Stati Uniti e la Federazione Russa.
Tale situazione desta molta apprensione perché l’esito della stessa è del tutto imprevedibile data la forte spinta antirussa impressa dal neopresidente statunitense, Joe Biden, alla politica estera americana e data l’altrettanto determinata posizione russa nel voler mantenere, in quella determinata area, la propria plurisecolare influenza.
Tali messaggi sono stati fatti pervenire agli interessati attraverso: il “DICASTERO PER LA COMUNICAZIONE” per quel che concerne il Santo Padre, via PEC al Presidente del Consiglio italiano, e attraverso gli indirizzi di posta elettronica ufficiali per quel che riguarda il Presidente russo ed il proprio omologo americano.
Nelle missive indirizzate a questi potenti il Presidente dell’Associazione degli Italiani amici della Russia ha fatto presente come: “il mondo intero stia vivendo una delle peggiori pagine della propria storia e l’umanità intera di tutto avrebbe bisogno, in questo momento cruciale, fuorché di nuove tensioni, dimostrazioni di forza e men che meno, di un nuovo conflitto su vasta scala” al contrario, ha continuato Valloreja: “noi tutti, abbiamo solo bisogno di tornare ad incontrarci, essere uniti, circolare, commerciare, in altre parole, di poter tornare a vivere in pace”.
Perciò umilmente ma coraggiosamente, l’Associazione degli Italiani amici della Russia ha chiesto, sia a Biden che a Putin, di:
- Modificare il “formato” dell’eventuale “incontro risolutore”, cioè di passare da un bilaterale Stati Uniti – Federazione Russa ad un incontro a 4, coinvolgendo sia l’Italia che il Vaticano;
- Individuare quale figura moderatrice dell’incontro Sua Santità, Papa Francesco;
- Scegliere quale Paese terzo il territorio della Repubblica Italiana.
Tali innovazioni che si suggeriscono sono dovute, secondo Valloreja, al fatto che “si potrebbe correre il rischio di non trovare una soluzione perché tali e tante solo le divergenze … che, francamente, sembrano insormontabili”.
L’Italia, sempre secondo il Presidente dell’Associazione degli italiani amici della Russia, sarebbe la sede più opportuna in quanto è da sempre “Paese cerniera tra Washington e Mosca”.
Riguardo poi la mediazione del Papa è fuor di dubbio che Sua Santità “è la massima autorità morale per i cristiani ed in questa circostanza i due Paesi da far sedere intorno ad un tavolo sono entrambi a maggioranza cristiana, certo non cattolica ma pur sempre credenti nello stesso Salvatore”.
In merito alla possibilità di tenere questo importante vertice in Italia, il Presidente Valloreja, rivolgendosi a Draghi, ha chiesto che esso venga tenuto presso la propria regione natia in quanto “l’Abruzzo è notoriamente una terra di Pace, come testimoniano le spoglie del nostro Celestino V e i tanti eremi presenti in loco. Inoltre, in essa, vi è una città di mare, Ortona, che ha visto una delle più terribili battaglie combattute, durante il Secondo Conflitto Mondiale, tanto da meritarsi l’appellativo di “Stalingrado” d’Italia”.
Dunque, quale miglior luogo simbolico, di quello abruzzese?
Incalzando poi il Premier italiano, il Presidente dell’Associazione ha sottolineato come: ”Durante i suoi primi due mesi di Governo Lei ha fatto di tutto per ribadire il saldo posizionamento del nostro Paese all’interno della NATO e forse anche per questo, nel marzo del corrente anno, ha affermato che: “Con la Russia bisogna essere franchi ed espliciti sulle violazioni dei diritti umani” , ma forse, a mio modesto parere, per il bene della nostra Nazione, a livello strategico/economico, e di tutti noi singoli cittadini, la linea da tenere non sarebbe dovuta essere quella di un supino appiattimento su posizioni ortodossamente atlantiste, quanto su quelle di un rinnovato slancio delle relazioni scaturite a seguito del summit di Pratica di Mare del 2002”.
A conclusione delle missive Valloreja ha lasciato a tutti e quattro questi leader la seguente riflessione: “Ora, francamente, non è il tempo di sanzioni, non è il tempo di grandi manovre militari, ora è il tempo di unire, almeno per un breve lasso di tempo, l’umanità tutta per sconfiggere il flagello che sta devastando le vite di cinque continenti … la pace senz’altro non è un esercizio che va affrontato in solitaria ma è un atto corale … Cercare il colpevole, cioè risalire a chi, per primo, abbia innescato questa escalation, non è cosa certo semplice, fatto sta che, se l’umanità in futuro vorrà vivere in pace, essa, di certo, non potrà essere imposta con un atto unilaterale o monodirezionale ma dovrà senz’altro essere perseguita attraverso degli accordi multipolari”.
Antonio Martino
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