ONORE DELLE ARMI A GIUSEPPE CONTE: SOVRANISTA PER CASO PRIMA ED EUROCRATE DOPO, DITTATORE SANITARIO. MA A QUALCOSA DI MOLTO BRUTTO, RIUSCI’ A DIRE DI NO …
Adesso che l’avvocato Giuseppe Conte non è più l’inquilino di Palazzo Chigi, sono libero di tributargli, col consenso del direttore de L’ Ortis, l’onore delle armi. Con il rispetto e la sincerità che può avere solo chi, dall’ agosto 2019, non ha saputo far altro, perché le ragioni di altro proprio non riusciva a trovarle, che criticarlo fino a definirlo, senza tanti giri di parole, un dittatore. E’ facile ora, sfottere e deridere con meme e facile sarcasmo.
Ma vi dirò di più, a scanso di qualunque equivoco per lettori frettolosi che dovessero limitarsi a poco più di uno sguardo ai titoli e al corredo fotografico: rifirmerei e riscriverei, come tutti noi de L’ Ortis, ogni impietoso e incalzante articolo che lo riguardi. Anzi, riguardo la più grave accusa che da quasi un anno gli facevo, e non ritratto (l’ epiteto di “dittatore tecnico-sanitario”), sapete che vi dico?
Ma cosa pretendiamo da questo professionista forense mai eletto nemmeno a un consiglio comunale e nemmeno transitato per eccellenti poltrone di establishment come il suo successore? Che dicesse di no alle direttive sanitarie della cupola mondialista dinanzi alla quale egli, in ragione e proporzione, si trova appena due o tre gradini al di sopra di qualsiasi comune cittadino? Ma cosa credete che avrebbe fatto un Salvini, un Berlusconi, un Grillo che non si rifugiasse dietro la foglia di fico del comodo “io sono un pregiudicato”?
Ma li immaginate invocare le libertà costituzionali, la tutela degli interessi economici nazionali? Ma dai…ci sono telefonate, colloqui riservati, messaggi più o meno cifrati, deludere i quali può anche portare a fare una fine come quella di un certo presidente americano a Dallas. Angela Merkel non fa che piagnucolare in Reichstag e invocare lockdown dai governatori di Land, Macron è il primo ad aver riesumato il coprifuoco dalla fase peggiore della guerra d’ Algeria che a sua volta lo aveva copiato dall’ odiata occupazione nazista, persino Trump (dico Trump) ha dovuto sorbirsi i pistolotti più o meno scientifici di Anthony Fauci impostogli dai “soliti noti” come consulente presidenziale. Insomma, come possiamo onestamente pretendere che il pupillo del cardinale Silvestrini si opponesse? Forse, nella fase politica del primo governo Conte: ma ora, con il ruolo ufficiale dell’uomo di fiducia del mondialismo e dell’eurocrazia, era come chiedere a un orso una performance da cavallo di razza con un fantino sul groppone.
Ed ecco il punto: il dramma di fondo di Giuseppe Conte è maturato quando si presentò al G7 da dimissionario rassegnato ma oggettivamente orgoglioso dopo l’incredibile catilinaria contro Matteo Salvini ancora suo ministro. Lì fu incoraggiato, ebbe la definitiva patente di statista e tornato in Italia si ritrovò immerso in una melassa osannante antisalviniana, grande trovata di Renzi prontamente ratificata sul Colle. E lo stesso Renzi lo ha scaricato: oggi, una simile melassa in cui hanno immerso Mario Draghi ma nella quale è riuscito a ficcarsi proprio Salvini, che ripetendomi definisco “grande trovata di Renzi prontamente ratificata dal Colle”, segna significativamente il suo show down. A qualcosa evidentemente, Conte deve credere: solo gli idealisti si fanno gabbare così, e anche l’euromania e il “neoumanesimo” sono per qualcuno, degli ideali; nefasti, spesso ipocriti, a venature persino sataniste e di sicuro orwelliane
E poi, la commozione (sia sua che del fido Casalino) è sempre un moto dello spirito da rispettare: voglio fare volutamente l’ingenuo, credendo che non sia solo per un banale e volgare “e quando mi ricapita?”. Mi piace immaginare umanità. L’ accostamento è grottesco e non vorrei offensivo per Napoleone, ma anche il grande Corso, e i suoi granatieri provati da cento battaglie e una dozzina di ferite, piangevano come bambini, agli addii della sua prima abdicazione.
Bisogna oltretutto prendere atto dell’ovazione da parte dei dipendenti di Palazzo Chigi, assolutamente inedita nel suo genere. Evidentemente, è stato un capo per nulla spregevole, arrogante e insopportabile: almeno per i suoi diretti dipendenti, anche se non per chi, come noi, lo ha criticato senza sconto alcuno.
Avvocato Conte, benvenuto nel club di coloro che incautamente si dimettono credendo alle belle parole (“solo Conte può garantire un equilibrio nel governo”, “il Conte ter è l’unica soluzione”). E soprattutto, un sincero ringraziamento e una rispettosa, ideale stretta di mano (dico stretta di mano, con quella gomitata da ubriaconi riterrei di offenderLa), per essersi almeno opposto al MES e aver messo bastoni nelle ruote a Gualtieri. Ah, se avesse seguito gli ammiccamenti antieurocratici di Donald Trump, col quale aveva sviluppato un invidiabile rapporto fino a certi suoi sospetti….: ora avrebbe l’ Italia ai suoi piedi !
A. Martino
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