IL FUTURO DEI SOCIAL NETWORKS. LI AVREMO O CONFORMI, O PER LA LIBERA ESPRESSIONE. IL FENOMENO GAB.
Qualcuno a caldo, sull’onda dei clamorosi avvenimenti d’ Epifania a Washington, ha parlato di “guerra civile” o di “nuova guerra di secessione”. E’ innegabile la straordinaria gravità, e valenza simbolica di quanto accaduto e delle enormi incognite per il futuro di Donald Trump e non solo, che abbiamo esaurientemente tratteggiato in più articoli, ma guerra civile non vi è davvero, al massimo una straordinaria stretta poliziesca negli USA (vedasi la mobilitazione di venticinquemila uomini della Guardia nazionale a Washington per un Inauguration day peraltro fortemente sotto tono per ortodossia sanitaria e non solo).
In quanto alla “seconda guerra di secessione”, a parte le bandiere confederate pittorescamente sventolate nel Congresso, non vedo quale sia la porzione di territorio statunitense interessata (a meno che qualche giornalista non confonda sedizione e secessione).
Un’ altra vera secessione però si sta verificando, e dagli USA sta diventando globale: quella del pensiero non conforme, o non omologato, o politicamente scorretto, insomma fate voi, dai social networks di Sistema e main stream, a quelli non censurati (o come dicono i politicamente corretti, “non moderati”).
Si è infatti dato che a immediato ridosso degli incidenti di Capitol Hill, Facebook e Twitter hanno repentinamente e definitivamente bannato ogni account di Donald Trump, ma anche a questi legato, dalle loro piattaforme. Il che ha dato persino alla signora Merkel (credo che abbia ipocritamente solo posato da donna veramente liberale), il destro per dirsi perplessa. Ma, rimanendo all’ Italia, si sono improvvisamente creati problemi persino per il giornale Libero e per FdI.
Tutta la galassia digitale trumpiana e sulla scia, l’universo non conforme e libero pensatore si è riversato sulle alternative free speech: come Parler, e soprattutto (a causa dell’evoluzione nell’ arco di appena una giornata) Gab. Per la verità, nel mondo sovranista, tuttora va molto forte per effetto Putin, VK: frequentandolo però, si ha l’ impressione, come per altri media digitali russi quali RT e Sputnik, che si proceda col freno a mano un tantino sollevato, affettando moderazione e stando attenti a non disturbare troppo. La censura c’ è pur sempre, al bando certi simboli ecc.
Infatti, con Parler hanno giocato davvero sporco: accortisi dell’esodo dai social networks Big Tech e spaventati dalla sua entità (vedi crollo in borsa di Facebook) non meno che dai fatti di Capitol Hill, hanno con qualche clic espulso il povero, piccolo Parler dal motore di ricerca Google e anche dall’ app store Amazon. Conseguenza: Gab è praticamente esploso di nuovi accounts, totalizzandone in una sola giornata quanti raccolti nei pochi anni della sua esistenza!
Oltre venti milioni di accessi quotidiani per un battitore libero della Rete, nell’era pre Capitol Hill, sarebbero stati pura fantascienza o meglio fantapolitica.
E non riescono invece, ad aggredirlo perché più strutturato e tecnologicamente autosufficiente.
E’ quindi in atto una vera scissione internautica, per il momento solo in fieri: da un lato il Sistema di Zuckerberg e di Apple a vigilare sullo status quo mondialista e a reindirizzare i social networks alla loro funzione primigenia e non contaminata di formazione, controllo, gestione e indirizzo dell’ opinione pubblica in senso main stream, politicamente e mondialisticamente corretta e pensierounicista (a dirla malignamente, alla loro funzione lobotomizzatrice); dall’ altro i moderni Fori di progettualità, o di puro sfogo, di chi non ci sta e la pensa diversamente su tutto o quasi.
Non è in buona fede la loro demonizzazione: non essere censurati non significa essere immune da responsabilità per quello che si dice o posta, e allo stesso modo posso garantire che su Gab almeno, per quanto finora da me constatato, non vi è odio o incitamento alla violenza, ma solo una estrema franchezza e libertà in narrazione e utilizzo delle immagini.
Certo, Parler si propone o proponeva come luogo “neutro” ove sostenere letteralmente tutto e il contrario di tutto senza i giochetti dell’ etichettatura quale “fake news”.
Gab è, invece, dichiaratamente cristiano, pro life, identitario, sovranista.
Le scissioni e i separatismi culturali, i muri mentali e il non dialogo non sono mai esaltanti e il meglio assoluto per la civiltà e per le società. Ma quando dall’altra parte, si vuole solo omologare, controllare e manipolare, allora non vi è scelta e ben vengano: chiamasi resistenza umana.
A. Martino
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