SOLIDARIETA’ A VITTORIO SGARBI VITTIMA A SULMONA DELL’ ENNESIMA IMBOSCATA POLITICO-MEDIATICA.

Vittorio Sgarbi è uno straordinario intellettuale, che ha dedicato e dedicherà la propria vita alla divulgazione e promozione del patrimonio artistico italiano immenso sì ma in larghissima parte trascurato, non valorizzato e non divulgato. Nonostante le sue prese di posizione spesso sanguigne e poco anzi per nulla, diplomatiche, ne abbiamo conosciute affabilità e signorile disponibilità, con l’ interessante intervista amichevolmente e gratuitamente concessaci e da noi pubblicata l’ undici settembre. Come tanti tra i migliori intellettuali, non sa stare lontano dalla politica (attualmente è deputato della Repubblica e sindaco di Sutri).

Inoltre è o piuttosto era presidente onorario del Premio Sulmona (a sua detta, come riportato dalla stampa e coerentemente, non retribuito). Ed ha annunciato le sue dimissioni da esso, dopo l’ennesima aggressione combinata politico-mediatica. Come infatti accennavo, il “vizio” di dire ciò che si pensa e anche ciò che si vede, è in politica, da sempre spesso un bel problema. E oggi la cosa si è aggravata, con l’ingresso nella dogmatica politicamente corretta di una nuova ossessione: quella sanitaria, sulla scia di quella specie di dittatura nella quale viviamo. 

E’ infatti accaduto che qualche giorno fa, al termine di un suo impegno proprio per l’istituto culturale abruzzese, il professor Sgarbi si sia accompagnato in giro per il centro cittadino in compagnia di diversi amici tra cui l’ artista di Pratola Peligna Silvio Formichetti: una rinfrescata di memoria riguardo i gioiellini architettonici di Sulmona, una puntatina alla pinacoteca provinciale d’ obbligo per il critico d’arte, e ovviamente a cena in un noto albergo.

Per quanto riguarda noi de L’ Ortis nulla di strano, ma qualcosa di clamoroso e vergognoso per gli integralisti del nuovo Credo, che punta non a santificare ma a sanificare: complice il web che di qualche immagine prodotta da uno smart phone fa a volte delle armi improprie digitali. Armi improprie e delatrici in mano a odiatori in servizio permanente effettivo, che incaricati o incaricatisi (forse vivono di rendita annoiandosi o devono riempire un vuoto interiore) di “fare le pulci” a Tizio o Caio tallonandoli digitalmente (solitamente i malcapitati sono ritenuti “fascisti”, “omofobi”, “negazionisti” o via dicendo) vomitano odio sui loro circuiti da pseudo “società civile” (vedi certi “pesciolini”). Si dà che infatti, Vittorio Sgarbi non indossasse la mascherina come altri dei suoi amici.

Durissimo l’attacco del sindaco sulmonese come se altro non aspettasse, Annamaria Casini: “ Ritengo un affronto per l’ intera nostra città l’ ostentata passeggiata nel centro storico da parte dell’ onorevole Sgarbi senza mascherina, peraltro sindaco di un Comune d’ Italia, in un momento in cui si sta vivendo un grave picco di contagi. Sgarbi dovrebbe promuovere il rispetto delle regole e sapere che le leggi non si commentano ma si rispettano. E quando un uomo delle istituzioni, che è chiamato a dare l’ esempio, ostenta trasgressione, su questioni di salute pubblica, è davvero particolarmente grave”.

Ovviamente, conoscendo la controparte, questa non ha fatto finta di nulla né le ha mandate a dire ma ha replicato “asfaltando” la intransigente prima cittadina: “La sequela di falsità, banalità e moralismi da maestrina del sindaco di Sulmona, tale Annamaria Casini, sono l’esempio più eclatante di come ormai questo virus venga utilizzato come strumento di lotta politica e, nel caso di Sulmona, come espediente per ottenere un briciolo di visibilità. È singolare come il sindaco non sappia che l’obbligo, introdotto dall’ultimo Dpcm, d’indossare le mascherine all’aperto vale ‘a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento…’. Nello specifico con me ci stavano 2  persone, una peraltro con la mascherina, e l’altra, il pittore Silvio Formichetti, a debita distanza. Erano circa le 21,00 e non c’erano altre persone: il deserto più totale in una città fantasma”.

“Io non debbo ostentare nulla. Indosso la mascherina nei luoghi chiusi e in quelli all’aperto dove ci sono altre persone; ma da solo, all’aperto, con altre due persone a debita distanza, non ha senso. Il sindaco dovrebbe indignarsi per cose più serie, come le tangenti milionarie pagate a spregiudicati mediatori italiani sulle forniture di mascherine all’Italia. Si vergogni di aver speculato sulla mia visita a Sulmona, alla quale in questi anni ho dedicato tempo e risorse, promuovendone l’immagine e il patrimonio artistico, certamente più e meglio di quanto lei non abbia mai fatto. Già ebbe modo, peraltro, di mostrare la sua inettitudine vanificando le manifestazioni per Ovidio a Sulmona, ben impostate dall’allora commissario anche con la mia collaborazione. Ed è proprio per questa ragione, considerandola una ingrata, che ho deciso di dimettermi dalla presidenza del Premio Sulmona. La Casini sarà contenta e da domani potrà promuovere la sua città non per l’arte ma per la desolazione e la tristezza ai quali comportamenti come il suo l’hanno condannata”.

Al che il sindaco ha controreplicato minacciando, in chiaro stile autoritario che ben si adatta al momento storico, l’ interessamento degli organi della Polizia di Stato.

La vicenda non è finita, con Sgarbi che ipotizza una sua candidatura a sindaco di Sulmona (sarebbe magnifico, penso a come gestirebbe la memoria di Ovidio), il centrodestra in vario modo interessato, e la Casini che ne approfitta per ipotizzare a sua volta la ricandidatura. E specificando, qualora bisogno vi fosse, che la desertificazione cittadina constatata, non era certo un rimprovero o uno sberleffo a Sulmona ma una situazione comune all’ Italia per la ben nota situazione generale. Vittorio Sgarbi, insomma, ha messo un po’ di peperoncino in un angolo di sonnacchiosa e malinconica provincia italiana, che al tempo del COVID sta scivolando proprio verso la catalessi.

Ci associamo al risentimento di Vittorio Sgarbi per l’essere stato parificato, egli, il maestro Formichetti e gli altri amici sicuramente persone per bene e intellettuali, a un branco di balordi, quando a Napoli in nome del sacro nome di Maradona e della sua pagana apoteosi,  sono stati tollerati ben altri assembramenti e “smascheramenti”.

Ed apprendiamo dalla dottoressa Casini che non solo le sentenze, come già si diceva, vanno “non commentate ma rispettate” ma anche le leggi (moralismi politicamente corretti non prescritti in nessun modo). Dimenticava i famosi DPCM che leggi nemmeno sono…

A. Martino

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