RADIO LISSA 26PT: NON L’UE, MA L’ITALIA, DOVREBBE APRIRE LE SCUOLE CORANICHE PER IMBRIGLIARE L’ISLAM A POPRIO FAVORE

Forse per la prima volta in vita mia sono d’accordo con l’Unione Europea, anzi nello specifico con il Presidente del Consiglio d’Europa, Charles Michel, il quale, giorni fa, recandosi a Vienna per onorare le vittime dell’ultimo attentato integralista che ha sconvolto il Vecchio Continente ha lanciato la proposta di creare un istituto europeo per la formazione degli Imam, questo per imbrigliare ed integrare i musulmani europei liberandoli da ogni tentazione integralista.

Ebbene una simile proposta fu da me già presentata in ambito locale in tempi non sospetti, correva infatti l’anno 2009 – perché, allora come oggi, ero e sono, convinto della missione Mediterranea affidata dalla storia al nostro Paese.

Fin dai primi anni 2000 la presenza islamica in Italia era un dato di fatto sostanziale ed importante, ciò non di meno dobbiamo considerare anche il fatto che se si vuole essere protagonisti nel Mediterraneo non si possono non avere i giusti strumenti per confrontarsi e convivere pacificamente con una delle principali religioni di questo tormentato bacino marittimo.

Ciò significa che l’Italia non può limitarsi a dire:  Nel nostro Paese, dato il nostro impianto culturale non è assolutamente possibile costruire Moschee, o cimiteri islamici. Queste, infatti, sarebbero affermazioni solo degne di una piccola Nazione chiusa in se stessa, invece, come ho già detto, se vogliamo imporre la nostra sfera d’influenza nel Mediterraneo, obtorto collo, dobbiamo non solo confrontarci con queste religioni, rispettandole, quanto garantirne il pacifico svolgimento.

Ma anche qualora volessimo ripiegarci totalmente su noi stessi non possiamo non tenere da conto il fatto che, nel 2019, i musulmani in Italia risultavano essere circa 2 milioni e mezzo, di questi il 45% sono italiani, il che significa che più di 1 milione di nostri connazionali sono musulmani.

Ora, a meno che non si vogliano iniziare delle persecuzioni di matrice razziale e religiosa, è logico e umanamente ineccepibile, che ci si attrezzi per guidare il fenomeno.

Questa necessità può passare solo attraverso il fatto di consentire il culto islamico esclusivamente presso delle strutture identificate e controllate dallo Stato, gestite da religiosi formati dalla Repubblica Italiana i quali riconoscono:

  • La dignità e la parità, della donna;
  • La superiorità delle leggi secolari rispetto ai dettami religiosi;
  • In Italia, la preminenza degli usi e costumi cattolici rispetto alle altre religioni

E tutto questo studiandolo e trasmettendolo ad i propri fedeli, esclusivamente in lingua italiana.

In questo modo, in un sol colpo, la stragrande maggioranza degli islamici per bene sarebbero integrati mentre tutti gli estremisti verrebbero da prima isolati, poi individuati ed infine espulsi dal territorio patrio.

Certo, una simile iniziativa non sarebbe priva di difficoltà e di pericoli, prima fra tutti l’incorrere nel reato di Ridda (Apostasia), poiché, in sostanza, staremmo dando vita ad una nuova corrente religiosa e ciò, secondo molti esegeti del Corano, sarebbe punibile solo con la morte.

In buona sostanza daremmo il là ad Erdogan ed ai suoi scagnozzi, per scatenare nei nostri confronti una Guerra Santa, ma, come più volte abbiamo già detto, il dossier turco è oggi più che mai preminente non tanto per i francesi quanto per noi italiani e prima o poi, bisognerà pure dare l’Alt a questo nuovo Solimano.

L’Unione Europea non ha la cultura e l’esperienza per risolvere veramente e sinceramente, il problema. L’unico Paese che come l’Italia potrebbe risolvere la questione è sicuramente la Francia, ma se il nostro Paese, malauguratamente, restasse solo a guardare patirebbe una sciagura ben peggiore di quella a cui temeva di esporsi, cioè si condannerebbe ad un declino economico, morale e culturale, senza né via di uscita né di rivalsa.  

In fondo, la strada ci è già stata tratteggiata nel passato da un regime come quello di Enver Hoxha che, per quanto discutibile, è riuscito a secolarizzare l’islam non facendo mai implodere l’Albania in guerre di religione.

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