ORRORE FANATICO ALLE PORTE DI PARIGI: #JESUISPROF

Nell’ ultralaica Parigi, di un laicismo che rasenta l’ ateismo di stato e che pare aver assolto la sua missione secolarizzante però, solo verso il cristianesimo, è avvenuto un episodio più da film di Dario Argento o Lucio Fulci, che da cronaca terroristica ”a bassa intensità”. Non è neanche una strage sanguinaria come quelle di Parigi o di Nizza, ma un atto molto mirato e dalla valenza fortemente intimidatoria.

L’ insegnante di Storia in una scuola media inferiore Samuel Paty, aveva tenuto in una classe una lezione sulla libertà d’espressione, mostrando agli studenti le vignette di Maometto pubblicate da Charlie Hebdo, in occasione del processo contro i responsabili della strage del 2015. La lezione, in effetti alquanto coraggiosa, del professore aveva suscitato le proteste dei genitori di alcuni studenti, tra cui il padre di un’alunna che aveva contestato Paty “per diffusione di immagini pornografiche”.

L’8 ottobre l’uomo era andato a scuola per chiedere il licenziamento di Paty, accompagnato da un predicatore islamista radicale. Poi, su Facebook, aveva anche pubblicato il numero di telefono del docente, minacciato alcuni giorni prima della follia. Il padre dell’allieva è ora in stato di fermo al pari del predicatore estremista. Ricercata la sorellastra, che, come ha spiegato il procuratore antiterrorismo Jean-Francois Ricard, aderì all’Isis in Siria nel 2014.

Ieri pomeriggio scrivendo ora (cioè venerdì 16 ottobre) si è consumato l’ orrore nei pressi di un college di Conflans-Sainte Honorine, periferia parigina a nord-ovest. Abdoullakh Abuyezidvich Anzorov, diciottenne in possesso da questo anno di un permesso di soggiorno quale rifugiato di cittadinanza russa ma di etnia cecena,  ha decapitato il professore con un grosso coltello da macellaio gridando “Allahu Akhbar”. Dalle prime indagini, pare che il ragazzo si aggirasse attorno alla scuola chiedendo informazioni onde individuare il professor Paty. Le immagini dell’insegnante decapitato sono poi state postate sul profilo Twitter dell’aggressore con un messaggio di rivendicazione: “Allah, ho ucciso un cane dell’Inferno che ha osato infangare il tuo nome“. La polizia municipale, tempestivamente intervenuta, si è vista costretta a freddare il diciottenne che aveva sparato contro di essa.

La redazione di Charlie Hebdo, insieme alle associazioni DessinezCréezLiberté e SOS Racisme, ha indetto per domani, domenica 18 ottobre, alle 15, in Place de la République, a Parigi, una manifestazione per rendere omaggio al povero docente. Mentre l’Eliseo ha annunciato ufficialmente che il funerale di stato del professor Paty si terrà mercoledì in una sede non ancora annunciata, organizzato di concerto con la famiglia. Emmanuel Macron ieri sera era stato sul luogo dell’attentato, a Conflans-Saine-Honorine, dove aveva denunciato un “palese attacco islamista”.

Ritengo rimarchevole il passo avanti semantico di Macron, laddove Hollande avrebbe sicuramente parlato di una generica “barbarie terrorista”, o Papa Francesco se la prenderebbe con l’ “estremismo religioso”. Temo però che ai piani alti della cupola mondialista questo sia solo un incidente di percorso, che nulla toglierà alla necessità dell’“integrazione” e dell’“accoglienza”.

Per quanto ci riguarda, L’ Ortis esprime cordoglio alla famiglia dell’insegnante, che ha pagato il prezzo massimo per il proprio coraggio; e a tutta la classe docente francese.

A.Martino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *