L’ ULTIMA CONQUISTA DEL REGIME TECNICO-SANITARIO E DEL “CATTOLICO” GIUSEPPI: PILLOLE ABORTIVE ALLE ADOLESCENTI COME L’ASPIRINA O UN LASSATIVO.
Fra pandemia, sì al MES o no al MES, la dittatura tecnico-sanitaria ha modo di spaziare su un’ altra delicatissima problematica, appunto sanitaria, non meno ipotecante il futuro del nostro popolo: cioè, l’ aborto che ormai si sta facendo dilagare nella specie farmacologica, praticamente senza limiti.
Iniziamo dalla più datata pillola abortiva vale a dire la RU 486 : secondo le nuove “linee guida”, uscite ad agosto, del dicastero guidato da Roberto Speranza, fondamentale per l’ attuale ordinamento come potevano esserlo durante tempi innominabili il Ministero della Guerra o il Minculpop, il farmaco abortivo potrà essere assunto fino a 63 giorni dall’ inizio della gravidanza, contro i fino ad allora 49, in day hospital con ritorno a casa dopo mezz’ ora. Mezz’ ora (non quaranta minuti o un quarto d’ ora, mi raccomando) dopo la pillola abortiva e non oltre 63 giorni dal concepimento (ammesso che sia determinabile con leguleia esattezza), almeno un metro di distanza tra un potenziale appestato e l’ altro…sembrano le apparenti scrupolose precisioni di scienziati pazzoidi, o no?
Sta di fatto che l’ utilizzo della “pillola del giorno dopo” o meglio abortiva, comoda e rassicurante alternativa al più sgradevole aborto chirurgico, viene ampiamente rilanciato, valorizzato e banalizzato: un esito che neanche quella santa di Emma Bonino, tanto venerata in Vaticano, avrebbe fino a qualche anno fa immaginato.
Di questi giorni è invece il recepimento da parte dell’ AIFa (agenzia italiano del farmaco) dell’ intimazione dell’ Organizzazione mondial(ista) della Sanità a riguardo della vera e propria pillola del giorno dopo o quasi (Ulipristal acetato noto anche commercialmente come Norlevo e Ella One) a mezzo della determina 998 del 8 ottobre , circa la sua somministrazione alle minorenni come una specie di farmaco da banco in qualità di “contraccettivo” di emergenza da assumere entro le 120 ore successive ad un rapporto sessuale completo non protetto.
“Si tratta di uno strumento altamente efficace per la contraccezione d’emergenza per le giovani che abbiano avuto un rapporto non protetto, entro i cinque giorni dal rapporto”, ha dichiarato Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa, come riferisce Repubblica. “Ed è anche a mio avviso”, ha proseguito ancora, “uno strumento etico in quanto consente di evitare i momenti critici che di solito sono a carico solo delle ragazze. Voglio sottolineare che si tratta di contraccezione di emergenza e che non è un farmaco da utilizzare regolarmente”. A chi dovesse come il sottoscritto eccepire che si tratta di un vero e proprio farmaco abortivo di stato, ammiccante proprio al nichilismo dilagante tra i giovanissimi ed esaltante la precoce sessualizzazione adolescenziale e persino preadolescenziale, Magrini eccepisce che nella confezione ci sarà anche un comodo manualetto per l’uso (bontà sua, anche se c’è forse anche per le migliori caramelle antitosse, o di sicuro per i lassativi, da sempre, il caro vecchio “bugiardino”).
“Al momento dell’acquisto in farmacia il farmaco sarà accompagnato da un foglio informativo che ha lo scopo di promuovere una contraccezione informata ed efficace ed evitare un uso inappropriato della contraccezione di emergenza”, dice Magrini. E non poteva mancare un sito da approntare “con indicazioni approfondite sulla contraccezione. La contraccezione, infatti, di cui la pillola anticoncezionale rappresenta una possibile opzione, consente a tutte le donne di programmare una gravidanza”.
“Ricordo infine”, ha concluso Nicola Magrini,“che il farmaco è dal 2017 nella lista dei farmaci essenziali dell’Organizzazione mondiale della sanità per questa indicazione, come parte dei programmi di accesso ai farmaci contraccettivi”.
Lo scopo, secondo Aifa, è quello di tutelare le madri adolescenti, le quali hanno “meno probabilità di portare a termine gli studi e di conseguenza una minore possibilità di occupazione e di futuro inserimento nel mondo del lavoro, ma anche maggiori probabilità di crescere i propri figli da sole e in povertà”.
E’ insomma evidente che una educazione alla sessualità responsabile e al valore non puramente genitale del sesso e della affettività, un sanificazione dell’ immondizia quotidianamente riversata sui nostri figli dalla televisione di Sistema e da una cultura totalmente priva di valori che non siano quelli ”arcobaleno”, antifascisti ed europeisti; un investimento dello stato massiccio e da cura equina sul soccorso alla natalità disagiata, è totalmente fuori dagli orizzonti dell’ establishment.
Vogliono un popolo avviato all’ estinzione, brutale e brutalizzato, senza identità, senza slanci che non siano verso nuovi venuti o come mamma Europa comanda: è uno sfacelo totale, il lockdown delle coscienze.
E’ da segnalare la dura presa di posizione delle chiese evangeliche italiane attraverso la loro presidenza, con un coraggioso monito direttamente al governo senza tante perifrasi, assimilante la svolta alle politiche naziste.
Registro con piacere, e anche con un certo sconcerto, come una confessione cristiana pur se storicamente minoritaria in Italia, sia molto più sensibile ai temi etici e antropologici dell’odierno Vaticano; e mi rendo conto del senso del boom evangelico (o protestante) degli ultimi anni in Italia.
Obietto solo che, anche se nella cornice delle sue aberrazioni razziali ed eugenetiche, neanche il terzo Reich fu così ostile alla vita concepita, anzi incoraggiando persino, nell’ ottica di una ovvia “volontà di potenza”, concepimenti estranei alla morale borghese di allora quali quelli fuori del matrimonio.
A ogni regime il suo politicamente corretto; e a volte, il suo Olocausto.
A. Martino
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