LA SCUOLA ITALIANA IN GINOCCHIO ALLA RIAPERTURA. LETTERALMENTE.
Quando ho letto di “bambini in ginocchio al primo giorno di scuola”, avevo pensato, d’ istinto, a una “boldrinata” di qualche preside o insegnante emulo dei genuflessi americani di Black lives matter. Invece no: era una modalità di scrittura, obbligata a quanto pare dalla mancanza dei famosi “potenti mezzi” azzoliniani anticontagio e pro distanziamento! A questo punto, sarebbe troppo comodo e cinico sbeffeggiare Conte e Azzolina; sarebbe sparare sulla Croce Rossa, un esercizio di faziosità fanatica di cui a schieramenti politici invertiti sarebbe capace la Sinistra sardinara e pensierounicista, ma noi siamo, si sa, altra cosa.
Ci sembra che qualcuno in questa scuola genovese, forse, abbia ecceduto nella provocazione. Resta comunque, la dimostrazione plastica delle enormi difficoltà della scuola pubblica italiana, e delle nere nuvole sul suo futuro, come da noi già esposto. Quella particolare scuola elementare o primaria che dir si voglia è in ginocchio, come lo è la Scuola italiana. I proclami video come quelli della ultraimbellettata presidente del Senato, o del martellante Conte, mi fanno ormai un effetto di vaga somiglianza coi video di Osama bin Laden che incitava alla jihad : propaganda ripetitiva con le solite parole d’ ordine dall’ ottimismo istituzionale , aggravata dal fatto che sembrano crederci pure.
Comunque sia, Giovanni Toti ha sfruttato l’occasione per un impietoso attacco al governo via Facebook.
«Cara Azzolina, questi sono gli alunni di una classe genovese, che scrivono in ginocchio perché non hanno i banchi che avevate promesso. E non sarebbero gli unici purtroppo! I nostri bambini, le maestre e le famiglie non meritano questo trattamento, soprattutto dopo i sacrifici fatti in questi mesi in cui era anche un dovere morale lavorare per evitare tutto questo. Io lo trovo inaccettabile e sto già scrivendo una lettera alla Direzione scolastica per intervenire immediatamente. Un’immagine come questa non è degna di un Paese civile come l’Italia».
A.Martino
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