L’AVVELENAMENTO DI NAVALNY A OPERA DEL GOVERNO RUSSO SAREBBE UNA TOTALE, INUTILE FOLLIA. E’ PROBABILE LA MANO OCCIDENTALE O CINESE PER DESTABILIZZARE LA RUSSIA.

Come in tutti gli snodi storici fondamentali degli ultimi anni, tutte le vie portano, prima o poi, a Mosca.

La strategia è chiarissima fino alla monotonia: erosione della zona d’ influenza, anzi del “cortile di casa” russo; utilizzo in un modo o nell’ altro, delle pedine del Nuovo ordine mondiale presenti nella stessa Russia giacché questa non è la Cina e gli uomini dell’opposizione hanno relativa libertà di movimento, salvo restrizioni sancite da un giudice.

Proprio questa libertà di movimento è stata fatale ad  Alexey Navalny, considerabile il maggior oppositore a Vladimir Putin. «Supponiamo che Aleksey sia stato avvelenato con qualche sostanza mescolata nel suo tè, è l’unica cosa che ha bevuto al mattino», ha spiegato la portavoce del dissidente russo, Kira Yarmish, che lega il malore a una tazza di tè nero bevuta da Navalny all’aeroporto di Tomsk prima di salire su un aereo diretto a Mosca.

Prontamente ricoverato, si trova, mentre scrivo, in coma; gli auguriamo di poter superare questo drammatico momento.

Ma chi è Alexey Navalny? E’ un blogger anticorruzione, fiero oppositore di Vladimir Putin, unico leader, anche dell’ opposizione, a essere fautore del “matrimonio” omosessuale in Russia. Le formazioni politiche che nell’ ultimo decennio, in un modo o nell’ altro, si rapportano alla sua leadership, hanno ottenuto anche qualche successo locale come nel 2019; alle ultime elezioni presidenziali non ha potuto candidarsi a causa di precedenti penali. All’inizio della sua attività politica era dato persino per nazionalista anche se di orientamento pur sempre non putiniano, ma uno stage all’ università di Yale nel 2011 riservato a politici mondiali(sti) emergenti, ne ha raddrizzato notevolmente la barra in senso filo-occidentale, come spesso accade in questo tipo di esperienze. Da allora la sua opposizione è stata totale e, come si dice, a prescindere.

E’ questione solo di giorni, e prevediamo il dipanarsi di proteste per le strade di Mosca e di altre città russe contro “l’ ennesimo crimine” tramite avvelenamento, e gli “allarmi per la situazione dei diritti umani in Russia, il cui governo ancora una volta avvelena chi gli è scomodo” esternati da Di Maio o Conte, come dalle frauen Merkel o von der Leyen.

Nulla di nuovo, si dovrebbe quindi dire. L’ex presidente ucraino Viktor Yushchenko subì nel 2004 un avvelenamento senz’ altro probabile con evidenti segni sul suo fisico sino allo sfiguramento del volto. nel 2006 un veleno radioattivo nel tè, l’isotopo polonio- 210, sarebbe stato usato per eliminare a Londra un’altra celebre vittima, Aleksander Litvinenko, transfuga dei Servizi

Infine il caso dell’ altro disertore russo Sergei Skripal e di sua figlia, che sarebbero stati avvelenati in Gran Bretagna nel 2018. D allora i rapporti tra Regno Unito e Russia, come a compensare l’allontanamento europeo del primo, si sono notevolmente deteriorati con relative sanzioni antirusse. Sta di fatto comunque, che di certo vi è solo una nebbiolina che si ritiene causa dell’ intossicazione a Salisbury di diversi passanti, e dello svenimento di Sergei Skripal e di sua figlia su una panchina; dei due da allora si sono perse le tracce (ufficialmente, sotto protezione dei servizi segreti britannici). E’ proprio il caso di dire, roba da 007…!

Una premessa: crediamo che qualunque servizio segreto non sia una ONG benefica, non abbia i metodi di Save the Children e nemmeno di un normale, sano, commissariato di polizia. E’ probabile che qualunque “improvviso malore”, qualunque scomparsa nel nulla, qualunque suicidio sia riportabile all’ operato di entità che rispondono nei fatti, se non proprio a sé stesse, solo ai massimi vertici politici cui si rapportano in assoluta segretezza (altro che istituzioni democratiche, altro che commissione bicamerale). E torniamo, e sul serio, senza ironia, a 007 alias James Bond, dato che il suo creatore letterario (Ian Fleming) sapeva di cosa scriveva essendo stato egli stesso agente segreto.

Ma che la Russia, per una specie di coazione a ripetere, stufa di una grossa personalità di opposizione di  visibiltà internazionale, e con una sconcertante mancanza di fantasia variante (predilezione per il tè), in presenza di una grave crisi a poche centinaia di chilometri da Pietroburgo e nel suo “cortile” (Bielorussia), si diverta a attirare strali demonizzanti e pressioni sull’ opinione pubblica interna, è davvero assurdo; significherebbe che l’ acume politico di Vladimir Putin è nullo, e che i suoi consiglieri e ministri farebbero meglio a dedicarsi a studi sulla commercializzazione ottimale del caviale o sugli ultimi esemplari di tigre siberiana.

Insomma, e quindi: avanziamo con responsabilità e razionale convinzione, l’ ipotesi che Navalny sia stato avvelenato da servizi segreti occidentali, se non cinesi, per operare una tenaglia di accerchiamento della Federazione Russa, o se si preferisce uno strangolamento degno di un anaconda. E’ anche probabile che, come da noi già rilevato, il vaccino anti Covid sia risultato una provocazione persino peggiore di quanto credessimo.

Le pianificate fasi in essere e future sono le seguenti: abbattimento del prezzo del petrolio; sottrazione della Bielorussia all’amicizia russa con euroatlanticizzazione conseguente; grandi manifestazioni di assoldati sorosiani in Russia pro Navalny; russofobia di media e di politiche estere a livelli esponenziali con Biden (ovvero, in pratica, di nuovo Obama) alla Casa Bianca e con uscita di scena di Trump; erosione di qualche altro amico del Cremlino come l’ Armenia; chiusura della partita ucraina con Kiev nella NATO e domanda di adesione a UE; provocazioni militari della NATO sui confini; qualora la dirigenza russa mantenga i nervi saldi, definitiva spallata interna alla stabilità mediante qualche altra tazzina di tè bevuta da oppositori di spicco. Ultima puntata: cambio di regime, e fine dell’ indipendenza russa.

Questi i loro piani, abbastanza intuitivi e banali anche se ovviamente quanto esposto per qualcuno è un “delirio filorusso”; ma speriamo che non tutta la “road map” vada liscia, e poi, in fondo, mai vendere la pelle dell’ orso prima di averlo ucciso. E a uccidere l’ orso russo, non vi è finora riuscito nessuno anche quando, all’ epoca di Eltsin, era gravemente ferito.   

A.Martino

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