PIACENZA: CARABINIERI, COLPEVOLI O NO, RIMETTETE L’ANALISI DEL CASELLARIO GIUDIZIARIO FINO ALLA 4 GENERAZIONE
In queste ore la caserma dei Carabinieri di Piacenza denominata “Levante” è sotto l’attenzione massima sia degli organi inquirenti che di una morbosa opinione pubblica e tutto perché, da quel che leggiamo dai massimi organi d’informazione , sembrerebbe che, i militari dell’Arma, ivi presenti, fossero “infedeli” al loro mandato.
Nello specifico si parla di:
- Ripetuti abusi e pestaggi di pusher che venivano così costretti a rilasciare «false dichiarazioni spontanee», ammissioni di reati di spaccio mai commessi, per un bieco carrierismo;
- Sottrazione di parte della droga sequestrata che poi veniva rimessa in commercio dagli stessi presunti indegni Carabinieri grazie ad un’apposita rete di pusher organizzata da questi ultimi, la quale garantiva, agli stessi, dei lauti guadagni;
- Festini organizzati in caserma con prostitute di varia identità sessuale, dalle eterosessuali dell’Est Europa alle transessuali brasiliane;
- Strane frequentazioni, di taluni militi indagati, con soggetti malavitosi;
- Violazioni delle norme AntiCovid.
Ora i ben pensanti, come da programma, iniziano a strapparsi le vesti invocando la sacralità dell’Arma e l’inviolabilità delle Istituzioni Repubblicane mentre gli altri – coloro i quali, per intenderci, odiano, a prescindere, ogni forma di organizzazione militare – chiedono a gran voce lo smantellamento dell’esercito e di ogni altra forma repressiva, un po’ com’è già in Costa Rica. Ma, come si sa, la verità è sempre nel mezzo.
Per cui noi de l’Ortis non vogliamo schierarci né con coloro che difendono i Carabinieri sempre e comunque, né con le persone che ne chiedono lo scioglimento, semplicemente perché non siamo stupiti per ciò che è accaduto.
In quanti dei nostri articoli avete letto la denuncia verso questa società decadente? Senza dubbio in moltissimi! Così come innumerevoli volte abbiamo parlato della necessità di far nascere l’uomo nuovo …
Ciò che è successo a Piacenza, se è successo, rientra nel clima di corruzione generale della società occidentale, e se questo scandalo non fosse accaduto in questo lembo d’Italia di certo si sarà manifestato in un’altra Città, o in un’altra Regione, è, come direbbe Feltri, fattuale!
Non possiamo credere il contrario in un Paese in cui:
- La parola Patria è sinonimo di “nazismo guerrafondaio”;
- Lo Stato cerca volontariamente, giorno dopo giorno, di cedere parte della propria sovranità a nuovi ed astrusi enti internazionali;
- Tra i parlamentari italiani il tasso di cocainomani è altissimo;
- Nella Magistratura vi era e forse vi è ancora, un cosiddetto “sitema Palamara”;
- Gli appalti spesso e volentieri sono truccati, così come i concorsi, le tesi di Laurea, ecc. ecc.;
- Il lavoro nero con la propria economia sommersa rappresenta quasi la metà dell’economia reale.
Dunque, di che cosa stiamo parlando?
Se, come abbiamo appena detto, i politici si drogano non è perché sono dei “maiali” ma semplicemente perché la politica è lo specchio della società che rappresenta.
La droga è il male degli italiani, e questo è un tema, ahimè lasciato spesso in disparte per ovvi motivi affaristico-ideologici, con il quale prima o poi dovremo fare i conti.
Quando questo Paese riuscirà ad affrancarsi dalle droghe, come tentò di fare la Cina imperiale con la guerra dell’Oppio, allora, tra i politici forse, avremo meno cocainomani con tutte le ricadute positive che possiamo immaginare.
Spesso parliamo male della polizia messicana per la notoria corruzione, così come degli agenti di pubblica sicurezza dei Paesi dell’Est, ma se tutti “nuotiamo nello stesso acquario” perché la nostra condizione morale dovrebbe essere migliore?
Certo che siamo uguale agli altri e per certi versi, mi dispiace dirlo, forse l’Italia, in questo frangente storico, è peggio della Cuba di Batista. Ma, fortunatamente, le cose possono cambiare, spetta solo a noi deciderlo.
In conseguenza di ciò, cosa possiamo fare per migliorare questa situazione che è veramente da “Caduta dell’Impero Romano”?
Semplice, poche e chiari fatti:
- Uscire dall’Unione Europea, dall’Euro e dalla NATO, per riacquistare la piena sovranità ed indipendenza;
- Creare l’Uomo Nuovo: un cittadino indottrinato nelle scuole pubbliche che crede ciecamente nella sacralità del suolo, che ha fede nella propria Patria e nella classe dirigente che egli ha votato, che è pienamente cosciente della nostra storia millenaria e che quindi comprende la missione mediterranea a cui l’Italia è destinata, che ritiene assolutamente prioritario l’interesse collettivo e nazionale rispetto ai propri bisogni soggettivi;
- Riconoscere che talune professioni come l’essere tutori della legge, o militari, piuttosto che politici, non sono, né possono essere in alcun modo, dei lavori, ma, semmai, esse devono essere intese e vissute, come delle vere e proprie missioni religiose.
Da ciò ne consegue che, nel caso specifico, per i Carabinieri è assolutamente necessario ripristinare l’analisi genealogica del casellario giudiziario fino alla IV generazione.
In altri termini, se un tuo bisnonno è stato in galera, tu, il Carabiniere non lo puoi fare!
Qui non siamo in presenza di una discriminazione, ma, semmai, di pura e semplice serietà che oggi, volenti o nolenti, è venuta, ahimè, a mancare.
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