UNDICESIMA PUNTATA DI RADIO LISSA: MAMMA LI TEDESCHI! ALTRO CHE RIDUZIONE DELL’IVA, ORA ARRIVERANNO LE RIFORME STRUTTURALI

La proposta di Conte di abbassare l’Iva fa francamente ridere, non perché non vi sia un reale bisogno di diminuirla, quanto, per i modi ed i tempi usati.

Il Governo restando ben saldo nell’Unione Europea e nell’Euro, ha la stessa credibilità e forza del desiderio di pace espresso puntualmente dalle varie concorrenti di un qualsiasi concorso di bellezza.

Innanzitutto partiamo dal presupposto che noi de l’Ortis abbiamo una visione economica legata alla scuola keynesiana.

Ciò significa che siamo convinti del fatto che solo attraverso un intervento massiccio dello Stato nell’economia Nazionale, la produzione, i consumi, il lavoro e quindi il benessere di ognuno di noi, possa riprendere un reale trend positivo.

Secondo l’economista Britannico Keynes la variabile chiave che stimola l’attività economica è la cosiddetta DOMANDA GLOBALE.

Ma che cos’è e cosa si intende con il termine DOMANDA GLOBALE?

Ebbene per Keynes la DOMANDA GLOBALE = DOMANDA DI CONSUMO DELLE FAMIGLIE + LA DOMANDA DEI BENI DI INVESTIMENTO DELLE IMPRESE + LA DOMANDA DEL SETTORE PUBBLICO + LA DOMANDA DEI MERCATI INTERNAZIONALI.

Ora, facendo leva su queste singole voci, cioè, aumentando o diminuendo, la domanda dei sopraddetti target noi possiamo andare a contrastare e risolvere i due principali mali della società contemporanea, cioè la disoccupazione e l’inflazione.

Nella situazione attuale noi non abbiamo un problema di inflazione, semmai abbiamo una grave emergenza occupazionale e del lavoro sottopagato. Per risolvere la disoccupazione, secondo Keynes, noi potremmo, ad esempio, svalutare la nostra moneta creando così aumenti vertiginosi del comparto  dell’export, così come potremmo avviare un’ampia campagna di realizzazioni di opere pubbliche per modernizzare il Paese e creare nuovi posti di lavoro, oppure potremmo abbassare le imposte dirette ed indirette, per far si che restino più soldi in tasca ad ognuno di noi.  

Tutto ciò, però, per essere realizzato, ha necessariamente bisogno della reale indipendenza e sovranità di un Paese come il nostro. Noi, invece, essendo all’interno dell’UE e soprattutto nell’Euro, non abbiamo più questa autonomia: non possiamo più svalutare la nostra moneta, perché la rivalutazione o svalutazione dell’Euro spetta alla BCE e non ai singoli Stati, così come non possiamo più abbassare o alzare autonomamente i tassi d’interesse, anch’essi, infatti, spettano alla BCE.  

Certo, potremmo realizzare delle nuove opere pubbliche, ma di fatto non possiamo perché l’Unione Europea, continuamente, ci raccomanda di tagliare la spesa pubblica e ci obbliga a rispettare il Patto di Stabilità. A questo punto, l’unica cosa che potremmo fare è ridurre le imposte dirette ed indirette.

Qui però va fatta una premessa: Prima delle grandi privatizzazioni imposte dall’Europa, lo Stato Italiano aveva una marea di entrate, cioè, oltre alle cosiddette tasse, emissioni di titoli di stato, lotterie varie, l’Italia era titolare di una infinità di aziende di servizi e di produzioni di beni che andavano dal settore alimentare a quello bancario, dal ramo telefonico al ramo elettrico, dai carburanti alle concessioni stradali, dal trasporto ferrato a quello marittimo, dalla meccanica aerospaziale alle vetrerie, dalle automobili alle fonderie .

Certo qualcuno, a questo punto, mi chiederà, ma queste aziende avevano dei costi? Vero! ma avevano anche dei grandi utili, come l’ENI di Enrico Mattei. È Altresì certo, per onestà intellettuale, che i bilanci non potevano e non possono essere in alcun modo mischiati, ma è anche vero che con delle partite di giro, con gli utili di questi gruppi, lo Stato in quegli anni ha fatto veramente faville.

Oggi, invece, il 90% di queste imprese sono state svendute e privatizzate e quelle ancora invendute, i cosiddetti gioielli di famiglia, secondo alcuni, dovrebbero essere ulteriormente privatizzate.  

In conseguenza di tutto ciò, lo Stato Italiano, dove e come, si procura denaro?

  • Dal gioco d’azzardo, ecco perché il Lotto, ad esempio, da estrazione bisettimanale egli anni 90, sono diventate trisettimanali dal 2005 ed ultimamente con il “10elotto” si può giocare tutti i giorni, con estrazioni ogni 5 minuti;  
  • Dalla vendita delle sigarette, come sempre;
  • Dai titoli di Stato, ma qui bisogna fare attenzione perché  poi, agli acquirenti, bisognerà restituire la cifra versata con i relativi interessi;
  • Dalle tasse!

Ora secondo voi, con meno 15% di PIL, avendo le mani legate in tutte le altre voci che abbiamo citato, dovendo pagare i settori fondamentali quali:

  • la scuola;
  • la sanità;
  • la sicurezza e difesa;
  • la viabilità; gli assegni di disoccupazione;
  • la cassa integrazione;  le pensioni;
  • ecc.ecc.

lo Stato può veramente permettersi di tagliare l’IVA? No!

L’unica vera soluzione sarebbe quella di uscire dall’UE e dall’Euro, ma la cosa va fatta adesso, e non tra 3 anni, perché tra 3 anni potremmo anche essere tutti morti.

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