USA GO HOME!

Anche se Donald Trump non è senz’altro il peggior Presidente che il popolo americano potesse eleggere rimane il fatto che gli Stati Uniti, per noi italiani, oggi come oggi sono solo una palla al piede se non addirittura un cappio al collo. A confermarlo, se mai ce ne fosse bisogno, è la politica antiraniana che Washington sta rispolverando da circa un anno a questa parte e tutto questo solo per tenere fede alla solida alleanza con Israele, unico vero amico rimasto all’amministrazione Trump: tutti gli altri, i salotti buoni, i democratici, come gli stessi repubblicani, sono contro il “Taicun” e quando si è accerchiati a questi livelli, pena l’essere disarcionati, a qualcuno bisogna pur legarsi. Ma questa, ricordiamolo, è una questione del tutto interna agli Stati Uniti che nulla può interessare al nostro Paese giacché, è bene rammentarlo,l’Italia, nel caso specifico, è il primo partner UE dell’Iran e delle sanzioni verso questo Paese, così come una guerra, nuocerebbero non poco al nostro export. Infatti, nel 2011, il volume d’interscambio Iran-Italia aveva raggiunto la cifra “strategica” di 7 miliardi di dollari mentre nel 2013 – a seguito dell’inizio, nel 2012, delle sanzioni internazionali comminate al Governo di Tehran per il proprio programma nucleare – tale cifra si era contratta fino a raggiungere quota 1,3 miliardi. Ora, dopo che Obama, nel Gennaio del 2016, ha ritirato tali restrizioni, sarebbe per noi un duro colpo riaverle, giacché in questo lasso di tempo le nazioni del BRIC non hanno mai abbandonato la “terra degli Arii” andando così a colmare il vuoto da noi lasciato. Ecco perché prima ci sganciamo definitivamente dagli Stati Uniti e meglio sarà per il nostro Paese. Come possiamo essere alleati di una Nazione che minacciandoci dice: << Chi non rispetta le sanzioni date all’Iran ne subirà le conseguenze … >>? Evidentemente, il nostro, non è un rapporto paritetico ma di piena sudditanza. Tanto per iniziare non dovremmo mai e poi permettere che Camp Darby sia ampliata, anche perché i patti parlano chiaro: entro il 2050 la base in questione deve essere completamente smantellata. Da oltre 60 anni, infatti, 1000 ettari della Tenuta di San Rossore – per capirci la località dove prima i sovrani del Regno d’Italia e poi i presidenti della Repubblica Italiana, hanno trascorso le loro vacanze estive – sono occupati dall’esercito statunitense per garantire a quest’ultimo il più grande spazio di manovra nel cuore del Mediterraneo. Camp Darby è attraversata da una ferrovia, da un canale navigabile e dall’autostrada consentendo così un rapido collegamento della stessa sia al Porto di Livorno che all’aeroporto di Pisa, nonché a tutta la rete autostradale italiana. Da qui, con grande facilità, si possono spostare grossi quantitativi di carri armati, così come automezzi, uomini e rifornimenti. Da essa è possibile intervenire con la massima rapidità in ogni parte della nostra penisola. Se volessimo fare un paragone evangelico Camp Darby ha la stessa funzione che aveva la Torre Antonia, al tempo di Gesù, nel Tempio di Gerusalemme, cioè quella di controllare non solo i giudei ma anche il Palazzo di Erode e se il paragone è veramente questo va da se, allora, che anche il nostro regime, come quello di Erode, è fantoccio. Quindi, uscire dalla NATO, oggi che non c’è più un pericolo rosso, non è solo nostro interesse, è anche e soprattutto un obbligo storico/morale.
Lorenzo Valloreja 

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