NON FACCIAMOCI PLASMARE COME CI VOGLIONO, CON IL PRETESTO DEL “LORO” CORONA VIRUS

Cari amici de L’ Ortis, questa non è farina del nostro sacco, ma circola in Rete come il “Se ne vanno”. Mentre però quest’ ultimo brano di riflessione si riferisce a un fenomeno pur sempre tristemente fisiologico (la scomparsa di una generazione , Corona virus o non , per motivi anagrafici) , siate certi che questo circolerà molto meno perché politicamente scorretto, non conforme e non aderente a quanto i media lobotomizzatori ci propinano ormai da oltre un mese. Con una costanza e una determinazione che vanno ormai oltre l’ accanimento, per rasentare la paranoia.

Anche aver precettato i poveri edicolanti, in un mondo in cui ormai il consumo di giornali cartacei purtroppo, crolla verticalmente, va nel senso del crearsi un bastione contro l’ informazione e l’ opinione non conformi. Ovviamente quindi, noi sottoscriviamo questo “canto di rivolta” morale e spirituale, opera di non so chi.

Ci hanno isolato gli uni dagli altri. Ci hanno messo gli uni contro gli altri. Hanno fatto in modo che la rabbia si riversasse contro fantomatici irresponsabili. Hanno speso soldi pubblici (cioè nostri) per droni, pattuglie, elicotteri per dare la caccia al cittadino. Hanno lasciato gli anziani abbandonati e isolati. Ora dicono che i nonni non dovranno più rivedere i nipoti. Metteranno plexiglas tra marito e moglie quando usciranno a cena. Basterà una voce di popolo per distruggere l’attività di un parrucchiere, un ristoratore, un esercente e mandare sul lastrico le famiglie. E tutto ciò per colpa nostra. Per la nostra paura irrazionale.

Perché non ci siamo resi conto fin dall’inizio che un virus che gira soprattutto negli ospedali perché il personale è stato abbandonato e gettato allo sbaraglio dalle scelte politiche, non poteva essere gestito con l’isolamento sociale, con la psicosi, con il panico.

 Un anziano vorrebbe trascorrere quello che gli resta da vivere in compagnia di figli e nipoti, non da solo senza nessuno. Un ammalato cronico vorrebbe vedere il sorriso degli altri, sentire l’affetto. Non rimanere in un bunker freddo bombardato dalle notizie della televisione.

 Una qualsiasi persona normale vuole vivere a contatto con gli altri, avere relazioni, incontrarsi. Una qualsiasi persona normale vuole vivere, non essere rinchiusa in una gabbia di plastica. L’uomo è essenzialmente un essere sociale. Uccidere la sua socialità, isolarlo, è uccidere l’uomo. È l’idea malvagia di scienziati pazzi. Un virus è un aggregato biologico. Non è un essere vivente. L’uomo è la creatura più complicata ed affascinante dell’universo. E non vive di solo pane. Anche perché inizia a mancare anche quello…

A.Martino 

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