L’INQUIETANTE PROCESSIONE DEL VENERDI’ SANTO DI CHIETI E L’ECLISSE DEL SACRO

Ci torniamo sopra, e chiariamo e confermiamo che pur non essendo L’ Ortis una testata confessionale, e aperta a qualunque sovranista e patriota di “buona volontà” e persino a visioni apparentemente anticlericali (basti pensare a tutte le volte che abbiamo criticato l’ antisovranismo, per noi incomprensibile, di Papa Francesco),  non siamo assolutamente “laici” dato che, aldilà della nostra cattolicità personale, ormai “laico” è di fatto sinonimo di ateo se non di disprezzatore di qualsiasi religione in generale. Figuriamoci se possiamo accettare questo, considerando la religione cattolica, assieme alla lingua italiana, all’ eredità romana, e alla fantastica tradizione artistico-culturale, uno dei tratti della spina dorsale del popolo italiano. E quella scritta scolpita all’ EUR su pietra qualificante gli italiani come popolo anche di santi, ha per noi valenza di atto notarile. 

Purtroppo però, i nostri timori al riguardo di un’ accelerazione della scristianizzazione in Italia profittante di questa incredibile situazione di sospensione della vita sociale in tutti i suoi aspetti, si sono rivelati fondati : velina di regime “dite di pregare a casa se proprio ci tengono, così non rompono le balle con stà religione”, amplificata dai soliti pappagalli volenterosi come Fiorello  che consiglia con innegabile amabilità persino la tolilette come domestico oratorio, o l’ immancabile, arrogante bellaciao Michele Serra sbalordito dalla fissazione della Messa almeno a Pasqua. Punto di partenza del suo ragionamento : gli scemi esistono non solo a destra ma (bontà sua) anche a sinistra dove però non si invoca “la riapertura delle bocciofile e dei tornei di scopa d’assi … Perché mai, dunque, gli scemi di destra pretendono che la fede debba avere necessariamente la forma di un’adunata?”.

A questo punto siamo arrivati : alla perdita di ogni senso o nozione religiosi, di ogni coordinata culturale diversa dal Pensiero Unico. Io non voglio assolutamente una via di Damasco per Michele Serra e neanche qualche lettura a vago sfondo teologico acquistata per mera curiosità, ma un sedicente intellettuale, guru di “La Repubblica”, è possibile che non abbia mai sentito parlare di Eucarestia, di sacramento della Confessione,di riti vari? Che non sappia che ecclesìa in greco vuole dire proprio “assemblea”?

La dimensione puramente domiciliare, solitaria e intimista dell’ esperienza cristiana non è neanche protestantesimo, che anzi i nuovi evangelici declinano spesso in enormi raduni, ma sta a questa come un atto di autoerotismo al sesso. Non voglio certo negare l’ importanza della preghiera personale, che ben conosco e cerco di praticare, male mai abbastanza: ma dire che a un cristiano, specie se cattolico, questo basti e avanzi, è semplicemente inquietante, o nel più innocente dei casi, di una ignoranza spaventosa. Purtroppo però, questi analfabeti dello Spirito rispetto ai quali Pierpaolo Pasolini era una specie di fondamentalista cattolico, vantano buone, anzi altissime entrature nell’ attuale Vaticano, e abbondano i preti à la carte in felpa e jeans che alle televisioni di sistema avvalorano questo vero e proprio “tradimento dei chierici” promettendo dirette Facebook, telemesse, e riti papali in mondovisione ma in agghiacciante solitudine, tra un telequiz replicato di un anno fa e un filmetto.

 Una consistente se non maggioritaria fetta del clero mi ricorda i nostri militari all’ 8 settembre 1943 : sbandati, dissolti, qualcuno collaboratore di questa o di quella parte per mero calcolo delle opportunità; ma qualcuno anche deciso a onorare fino in fondo il proprio giuramento e a obbedire alla propria coscienza, che poi per un sacerdote sono la sua Consacrazione e la voce di Cristo dentro di sé accompagnata dalla memoria delle Sue parole.  Basti pensare al caso del parroco di Rocca Imperiale con la sua processione dal seguito di un fedele(dico uno), comunque multato, o alla processione di ieri venerdì santo a San Marco in Lamis (FG) . Nei fatti vi è un vago sapore di irresistibilità per taluni, del riunirsi in nome di Cristo, peraltro non in assembramenti pericolosamente fitti, come si evince dai filmati stessi degli irati testimoni immediatamente messi in rete. “Ho accettato l’invito a partecipare alle celebrazioni religiose di don Matteo Ferro specificando che non dovessero prender parte i fedeli . Poi, quando abbiamo iniziato a pregare, le persone che abitavano in zona sono scese in strada. Lo hanno fatto in maniera composta, anche rispettando, in un certo qual modo le distanze di sicurezza. A quel punto avrei dovuto interrompere il rito religioso ma non l’ho fatto, e mi assumo le responsabilità. Già nella serata di ieri – informa il sindaco Michele Merla – sono stato contattato dal prefetto di Foggia, Raffaele Grassi e dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ai quali ho spiegato le mie ragioni”.

Pare proprio, come durante ogni persecuzione in ogni epoca, che lo Spirito sia come un pallone che un bambino si accanisce a spingere sotto l’ acqua, e che torna sempre implacabilmente a galla: per carità, non voglio nemmeno lontanamente paragonare Conte o Lamorgese a Nerone e al suo prefetto Tigellino non fosse altro per la ben diversa statura storica; ma a volte, gli effetti superano e strumentalizzano le intenzioni.  

L’ Arcivescovo di Chieti-Vasto mons. Bruno Forte è tra gli esponenti di vertice del clero italiano che fin da subito, ha espresso riserve e disagio verso la sostanziale sospensione del culto che stiamo vivendo : avrebbe sicuramente preferito una regolamentazione dell’ afflusso nelle chiese, di certo non la loro chiusura sic et simpliciter; di certo non l’ imposizione al clero di evitare il contatto ravvicinato con i propri fedeli. Sempre nella sera di venerdì santo, ha condotto un antico Crocifisso per le vie del centro di Chieti, in paramenti solenni e processione solitaria, in evidente accoratissima e commovente preghiera : una minima riparazione alla straordinaria processione teatina del Cristo morto antica di dodici secoli e mai non svolta. Ebbene, il Gesù inchiodato alla croce durante il percorso si è repentinamente capovolto a testa in giù : il filmato ha fatto in pochissimo tempo il giro del mondo.

Se per un Michele Serra, è, me lo immagino, solo un movimento prodotto dalla forza di gravità da un pezzo di legno instabile portato a spasso da “un vecchio superstizioso” come definito dal sindaco il povero parroco calabrese di Rocca Imperiale, per tanti potrebbe non essere ciò. E allora, cosa? Ebbene, sarebbe (ripeto sarebbe perché il condizionale è d’obbligo) utile un parallelo metafisico con il classico nefas, vale a dire un’applicazione cristiana del “segno nefasto” che in tutte le religioni, non solo in quella “pagana”dei nostri progenitori grecoromani, si scorge in episodi inquietanti. Un dispetto dell’ Eterno Nemico? A costui non spetterà mai la vittoria finale, d’accordo. Ma non potrebbe dargli fastidio l’offuscamento del suo momentaneo trionfo (che tale cristianamente e metafisicamente appare la eclissi del Sacro proprio nella settimana pasquale, e proprio nella terra del martirio del primo degli apostoli )?

O è forse il Cristo, che vuole esternarci la conferma della Sua disapprovazione per il mondo che abbiamo costruito, tramite il segno di questa pestilenza? Il concetto di castigo di Dio è stato cassato dalla teologia modernista per la sua “scorrettezza politica”, persino la preghiera del Padre Nostro è stata modificata dato che Dio non potrebbe “indurre in tentazione”, però siamo sicuri che Egli abbia deciso di fare da impotente spettatore di un mondo sempre più in preda a nichilismo, depravazione, blasfemia, materialismo mai come prima apparsi?

 Ma in fondo, proprio da credente, mi auguro che quel Crocifisso si sia messo a testa in giù accidentalmente e che lo scetticismo beffardo dei Michele Serra vari abbia ragione in questo singolo caso: meglio, molto meglio così.    

A.Martino

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