LE DISGRAZIE, PER QUANTO SIANO BRUTTE, SONO UTILISSIME: CI FANNO RICONOSCERE I VERI AMICI
Le disgrazie, per quanto siano brutte, sono utilissime.
Sono fruttuose in primis perché da momento di emergenza possono e devono, trasformarsi in un’occasione di rinnovamento positivo e di rinascita economica e secondariamente, ma non per questo di minore importanza, perché ci mostrano quali sono realmente gli “attori” amici e chi invece, fino ad oggi,ci è stato vicino solo per sfruttarci ed opprimerci.
I Paesi che senz’altro hanno stupito molti italiani, ma non noi de l’Ortis, per la loro vicinanza e solidarietà per l’emergenza CoronaVirus sono senz’altro la Cina, la Russia, l’isola di Cuba ed il tanto vituperato Venezuela.
Nazioni, queste, dipinte dal mainstream generale come Stati Canaglia perché governati da autocrati se non addirittura da dittatori, ma noi sappiamo che non è così, anzi, in alcuni casi, come in quello cinese e russo in particolar modo, il regime è estremamente efficiente e propenso, sempre e comunque, a livello internazionale, al multipolarismo, sinonimo, quest’ultimo, di confronto e democrazia.
La Federazione Russa, dicevamo, in questa emergenza, poi, si è veramente superata: nonostante le sanzioni dell’UE (votate anche dall’Italia) e l’interdizione degli spazi aerei di Polonia ed Ucraina, non ha portato più n°9 degli aerei cargo promessi ma ben n°15 Ilyushin76 che, a loro volta, hanno trasbordato, “dalla Russia con Amore”, verso il Bel Paese centinaia di specialisti, mezzi e macchine sofisticatissime, unitamente a tonnellate di mascherine. Il tutto messo a piena disposizione dell’Esecutivo Conte senza alcuna condizione politica.
Un’azione da veri Signori ed amici sinceri dell’Italia, quali i russi sono.
Se questo è il contributo dall’estero, da oltreTevere, in Vaticano, Papa Francesco ha donato 100mila Euro alla Caritas italiana << per un primo significativo soccorso in questa fase di emergenza per il diffondersi del contagio da Covidd-19 >> mentre l’Associazione Nazionale Alpini, come noto, ha montato un proprio ospedale da campo a Bergamo. Ma numerosi sono stati anche i contributi delle banche, delle associazioni, così come dei singoli cittadini o delle imprese e dei personaggi del mondo dello spettacolo italiano.
Se, in tutti questi casi, il CoronaVirus non ha fatto altro che tirare fuori di noi il nostro meglio, presso altri individui ed organizzazioni, ha avuto un effetto francamente opposto.
Se, in tutti questi casi, il CoronaVirus non ha fatto altro che tirare fuori di noi il nostro meglio, presso altri individui ed organizzazioni, ha avuto un effetto francamente opposto.
Ci hanno deluso, infatti, in tal senso:
- la Germania e la Francia le quali, prima ci hanno bloccato le mascherine già acquistate dai cinesi e giunte nel porto di Rotterdam ed ora si sono limitati a prendersi in carico solo 8 pazienti italiani per ospitarli in un nosocomio della Sassonia;
- gli Stati Uniti che prima si sono appropriati di 500mila tamponi italiani e poi ci hanno voluto “lavare la faccia” inviandoci, dalla base di Ramstein in Germania, ad Aviano, un C-130J all’interno del quale vi era un sistema mobile di stabilizzazione dei pazienti avente una capacità di ricovero pari a 40 persone per 24 ore;
- l’UE, la quale – a fronte di 25 miliardi di Euro che il nostro Paese versa annualmente, quale quota contributiva per la gestione dell’Unione – per l’emergenza CoronaVirus otterrà solo 853 milioni. Più di noi prendono persino Paesi come la Polonia che hanno, ad oggi, solo 68 contagiati (1,12 miliardi) e l’Ungheria che di malati ne ha appena 25 (855 milioni);
- la nostra alleata Polonia e la nostra amica Ucraina che, per ragioni esclusivamente storico/militari, hanno impedito agli aerei russi di sorvolare il proprio spazio aereo facendo così percorrere agli Ilyushin76, diretti a Roma con gli aiuti a bordo,un tragitto inenarrabile.
Certo, il tempo è l’unico vero giudice della verità, ma poiché ciò accada, bisogna anche avere molta memoria e gli italiani, ahimè, sono famosi per avere poca memoria!
Lorenzo Valloreja
Lascia un commento