SIAMO IN GUERRA E NESSUNO LO SA
Durante i mitici anni ’80, Christopher Lambert recitando nel film “Highlander – L’ultimo immortale”, passò alla storia declamando la famosa battuta: << ne resterà soltanto uno! >> ed oggi che siamo nell’Anno del Signore 2018, osservando lo scontro che è in atto nella vecchia Europa tra le forze mondialiste e quelle sovraniste, tale affermazione è più che mai attuale.
È fuor di dubbio che non è più ne il tempo dell’incertezza, ne del doppiogiochismo, o si è di qua o si è di là.
Eppure gran parte della classe politica italiana ancora si esercita nel gioco dell’equilibrismo del: << non siamo contro l’Europa ma per riformarla dall’interno … non abbiamo mai pensato di uscire dall’Euro ma semmai rivedere il sistema bancario e la tassazione nel suo complesso … >>.
Se realmente si seguisse questa indicazione si otterrebbe ben poco.
Ad una UE che quotidianamente chiede ai vari stati membri cessioni di sovranità, così come la scomparsa dello Stato in ogni ambito delle varie economie nazionali, non si può rispondere con un vedremo, o un parliamone, ma con un secco e categorico, no grazie!
In questa partita – dove l’ONU vuole inviare gli osservatori internazionali in Italia per paura di rigurgiti razzisti e l’Europa vuole sanzionare uno Stato indipendente come l’Ungheria, in quanto, colpevole di non voler accettare nessun emigrante extracomunitario – non ci possono essere pareggi, prima o poi, qualcuno dovrà vincere e qualcun altro dovrà perdere e chi dovesse perdere di sicuro sarà cancellato dalla storia, ne potete essere certi!
Ma questo in molti non l’hanno ancora compreso, pensano che la crisi, i contrasti che stiamo vivendo, siano una delle tante fasi storiche che ha vissuto e superato, il nostro vecchio continente.
Invece no, siamo in guerra, una nuova guerra ideologica e quindi di annientamento.
Certo in questa nuovo conflitto sui generis non ci sono morti da bombe o città distrutte, ma sono ugualmente rimasti sui campi di battaglia intere generazioni. Mi riferisco in particolar modo ai 30enni, ai 40enni ed ai 50enni odierni, che stanno pagando e pagheranno il conto, ancora per diversi anni, di queste battaglie ideologiche.
Pagheranno riguardo al fatto se:
- saranno in grado di avere mai un lavoro stabile;
- potranno o meno, farsi una famiglia, avere dei figli;
- toccherà o meno, loro la cosiddetta pensione di vecchiaia.
Pagheranno insomma per una visione del mondo che potrebbe essere completamente diversa rispetto alla società che li ha prima visti nascere e poi allevati.
Io credo nel modello Keynesiano, io credo nel welfare state, io credo in un mondo più a dimensione d’uomo e forse per questo posso considerarmi un conservatore.
Ma a prescindere da ciò mi impegno quotidianamente per non darla vinta a questa Europa ed ai loro accoliti, perché so che alla fine: << ne resterà soltanto uno … >> ed io voglio essere quell’uno!
Lorenzo Valloreja
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