SALVINI INDAGATO? UN FILM GIA’ VISTO! MA CON UN FINALE ANCORA TUTTO DA SCRIVERE

In questi ultimi giorni e soprattutto nelle ultime ore, c’è chi tra gli analisti e commentatori politici, accosta la vicenda giudiziaria del Ministro degli Interni alle personalissime vicissitudini legali patite, durante tutta  la cosiddetta Seconda Repubblica, dal leader incontrastato di Forza Italia Silvio Berlusconi, ma un simile raffronto è del tutto erroneo ed inappropriato.

È vero che, così come ai tempi del “Cavaliere Nero”, si sta usando determinata magistratura, a mo’ di Panzer Faust, per  tentare di fermare l’avanzata travolgente del leader del Carroccio, ma è altresì vero che:

  • Mentre nel caso di Silvio i guai giudiziari riguardavano esclusivamente azioni che poco o nulla, avevano a che fare con la cosa pubblica e molto invece con l’interesse privato, vedi ad esempio il caso del “Processo Mediaset; del “Lodo Mondadori”; dei vari Falsi in Bilancio; dell’Evasione Fiscale; del “Caso Ruby”; ecc. ecc.
  • Salvini è oggetto di indagini per reati che, se commessi, sarebbero avvenuti in ossequio al proprio programma elettorale – si pensi ad esempio alla vicenda della Nave Diciotti – così come alla dialettica politica. Si pensi, in quest’ultimo caso, all’ennesimo tentativo della Procura di Torino di indagare l’attuale Ministro degli Interni per vilipendio dell’organo giudiziario.

In altre parole la percezione che l’uomo della strada ha rispetto alle peripezie giudiziarie che Matteo Salvini sta attraversando è che esse riguardano, da vicino, anche se stesso.

Infatti solo gli sciocchi non si rendono conto che, al di là di come ognuno di noi la possa pensare rispetto al tema dell’accoglienza, la stragrande maggioranza degli italiani è d’accordo sul fatto che nessun immigrato debba mai più attraccare in Italia. Sono i sondaggi a dirlo e lo fanno, ormai, da mesi. Altrimenti come si potrebbe mai spiegare lo sfondamento al sud Italia di un partito come la Lega?

Più determinati poteri attaccano Salvini e più questo diventa forte agli occhi della gente comune.

È talmente lapalissiano che lo stesso Ministro degli Interni nel momento in cui afferma di voler rinunciare all’immunnità perché: << l’inchiesta sarà un boomerang per il pm >>, mostra tutta la sua disinvoltura  e sicurezza, sul fatto che il Popolo è con lui.

Insomma, una qualità, il consenso, che, in questo determinato periodo storico, rappresenta sempre di più una rarità tra i politici su Piazza ma di cui Matteo Salvini può tranquillamente fregiarsi.

Lorenzo Valloreja

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