IL MOVIMENTO 5 STELLE UTILE PUNTELLO DELL’ASSE FRANCO-TEDESCO.
Pericolo scampato : nel senso che il ventilato voto del gruppo sovranista di Identità e Democrazia per Ursula von der Leyen ci avrebbe gettati nello sconforto e messi in crisi : avremmo gridato alla sindrome di Stoccolma, al fabbricarsi da sé il cappio in cui infilare docilmente la testa; probabilmente dopo molti anni a Dio piacendo, avremmo dimenticato come è fatta una cabina elettorale, le schede elettorali di noi de L’ Ortis, nel più rispettoso e pietoso dei casi, avrebbero languito polverose in un fondo di cassetto.
Perché, che il partito di Matteo Salvini votasse per presidente di Commissione europea una signora che afferma minacciosa in modo neanche tanto larvato “”Una cosa solamente è importante: l’Europa va rafforzata e chi la vuole fare fiorire mi avrà dalla sua parte, ma chi vuole indebolire questa Europa troverà in me una dura nemica”, sarebbe stato un capolavoro di suicidio politico, o se vogliamo di squallida sottomissione all’ eurocrazia.
Ursula von der Leyen riesce a suscitare un fremito di preoccupazione persino in Franco Bechis (giornalista economico notoriamente ben poco “sovranista” o “populista”) per i suoi trascorsi di ministro della Difesa tedesco, carica tra l’altro confacente alla genia del prefisso di cognome “von”, che indica la provenienza aristocratica un tempo assolutamente predominante nella Germania militare, politica, diplomatica. La (baronessa?contessa?)von der Leyen ha un indubbio tratto gentilizio, è molto più fotogenica ed elegante della Merkel eternamente fasciata nei suoi orridi tailleurs – pantaloni dal pantalone rigorosamente nero in stile pensionata o nonna freddolosa, il suo sorriso smagliante pare la versione femminile di quelli di Berlusconi. E i suoi tremiti mi fanno tornare in mente, impietosamente e malignamente lo ammetto, quelli degli ultimi giorni di Hitler nel bunker.
Ma della “razza padrona” di cui nell’Europa di oggi l’eurocrazia è la massima espressione, ha la durezza e la determinazione (o l’arroganza) di chi sa di avere il coltello dalla parte del manico, e la lama di questo coltello si chiama Pensiero Unico e mistificazione dei media complici.
“Herr Meuthen, quando l’ho ascoltata sono rimasta piuttosto sollevata per il fatto di non ricevere alcun voto dalla vostra parte. Perché ogni cosa che lei ha detto va contro i miei valori”. Non ha usato mezzi termini la candidata presidente della Commissione replicando all’intervento del vicepresidente del gruppo sovranista di Identity and Democracy, rappresentante di Alternative fuer Deutschland . Immigrazionismo, femminismo militante, agenda gender, saranno la sua bussola, e riterrà sacro compito neutralizzare ogni voce di dissenso nei palazzi di Strasburgo e Bruxelles. La sua nomina unitamente a quella della Lagarde al vertice della BCE con il contentino della presidenza del Parlamento europeo all’allineatissimo e gongolante Sassoli, che ha per unico merito quello di essere uno schiaffo al sovranismo italiano, non consolida e non realizza altro che l’egemonia franco-tedesca.
Con questa votazione il cui esito non era affatto scontato, sono venute allo scoperto tutte le incongruenze e le chiacchiere elettorali degli pseudosovranisti, identitari, ecc. di casa nostra e non solo. Se anche i rappresentanti di Fratelli d’ Italia nei Conservatori e riformisti hanno votato con la schiena diritta come gran parte del loro gruppo, altrettanto non si può dire per gli inconcludenti chiacchieroni del PIS polacco,e soprattutto e scandalosamente per i nostri 5 Stelle , che proprio grazie ai loro voti hanno garantito l’elezione della nobildonna teutonica. Che il Movimento 5 Stelle fosse una trovata mondialista per drenare e controllare il malcontento e l’ansia di riscatto popolare come la sfiducia se non ostilità verso le elites, lo sospettavamo, ma ora ne abbiamo la certezza. I 5 Stelle non sono alternativi proprio a nulla, se non alla riappropriazione del futuro da parte degli italiani.
ANTONIO MARTINO
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