LE ELEZIONI EUROPEE, AL DI LA’ DEL RISULTATO, SONO ATTESE DAI VERI SOVRANISTI COME LA “CARTINA DI TORNASOLE”
Tra qualche giorno il popolo italiano, così come i francesi ed altri 300 milioni di europei, si recherà alle urne per rinnovare il Parlamento Europeo ma una domanda a questo punto sorge spontanea: E’ possibile riformare l’Europa dall’interno?
A mio modesto parere credo proprio di no!
Come già ho avuto modo di scrivere nel mio ultimo saggio, “AL DI LA’ DEL PREGIUDIZIO – saggio sul perché l’Italia per rinascere debba tassativamente: Uscire dall’Unione Europea; Uscire dall’Euro; Uscire dalla Nato; Allearsi alla Russia di Putin”, l’UE è nata male perché non vi sono assolutamente i presupposti, storici, culturali, politici ed economici, per fondere insieme tutte le Nazioni che oggi sono sottomesse al Parlamento Europeo.
L’Europa, in quanto entità politica, è nata esclusivamente per esigenze statunitensi al fine di contrastare la sfera d’influenza, nel secolo scorso, della Russia Comunista sull’est Europa ed oggi si è rafforzata, sempre, in chiave antirussa.
Questa è l’amara e triste realtà, il resto, i sogni di De Gasperi, Spinelli e gli altri, erano e resteranno solo, elementi decorativi di un progetto vacuo e falso, che doveva garantire esclusivamente la pace Franco/Alemanna attraverso il raggiungimento certo del benessere per entrambi questi Paesi.
Se l’Italia, piuttosto che la Spagna o la Polonia, in questo processo, per un periodo, è riuscita ad arricchirsi buon per lei, ma è stato solo una casualità, ovvero, tutto grasso che cola, il nostro benessere, come quello della Grecia e di altri Paesi, non è mai stata una priorità dell’agenda europea.
Di ciò sono ben coscienti, da tempo, sia gli inglesi che i francesi.
Ed è proprio in questa chiave che va letto il successo, in Gran Bretagna, del Brexit Party di Nigel Farage.
In Francia, il voto contrario all’establishment, è stato fortemente captato dal Fronte National di Marine Le Pen, ma, al di là delle Alpi, vi è un altro partito ancora più sinceramente euroscettico che lentamente, ma inesorabilmente sta crescendo e che ritengo, nel tempo, potrà seriamente segnare la storia della Francia, l’Unione Popolare Repubblicana di Francois Asselineau.
Infatti, questa organizzazione, che in tempi non sospetti, attraverso propri emissari, ci ha incontrato (vedi incontro del febbraio 2018 con Ludovine Richecoeur, delegata dell’UPR per l’Italia, come testimoniato da foto qui di sopra allegata) proprio a causa delle nostre affinità programmatiche – l’UPR, difatti, è l’unica forza politica francese che, come noi, persegue l’uscita contemporanea di Parigi sia dall’UE, che dall’Euro, che dalla NATO – , in queste settimane è balzata agli onori delle cronache italiane per aver ricevuto l’ennesimo endorsement del figlio di Carla Bruni, Aurélien Enthoven, noto youtuber transalpino, nato, tra l’altro, dalla relazione tra la fotomodella italiana e il filosofo francese Raphael Enthoven.
Immediatamente i giornali si sono precipitati a criticare la scelta politica del giovane Aurélien, definendola strampalata e fuori luogo, invece, ritengo, a ragione, che le simpatie dello youtuber altro non siano che il segno dei tempi, cioè di come talune verità, o esigenze, siano arrivate sino alla soglia di che determinate problematiche neanche le debba percepire.
In altri termini, ora che anche i rampolli dell’alta borghesia contestano questa Europa, Macron è innegabilmente più solo e, hai voglia a dir male ai gilet gialli, se la politica non saprà dare le giuste risposte al popolo, come nel 1789, qualche testa, Dio non voglia, potrebbe nuovamente rotolare.
Ma, detto questo, il problema però rimane uno solo: i partiti sovranisti andranno in Europa per accordarsi con il PPE o per smontare definitivamente questo Moloch?
Noi saremmo innegabilmente per far saltare il “baraccone”, ma per fare questo è innegabile che, in ogni singola Nazione all’interno dell’UE, occorrerebbe una netta affermazione di partiti come quello dell’Unione Popolare Repubblicana.
Di conseguenza vedremo e giudicheremo, dopo le elezioni, quanto siano veramente sovraniste tutte le forze che, dichiaratesi tali, hanno, in conseguenza di ciò, chiesto il voto ai propri elettori.
Lorenzo Valloreja
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