L’ULTIMA VITTORIA POSTUMA DI GARIBALDI: UN PAPA (IN SAN PIETRO) VESTITO COME LUI

Mai visto un papa così casual, quanto meno in pubblico e figuriamoci se in San Pietro, le cui maestose navate hanno il Sacro nella loro stessa aria che vi si respira.
Se l’apertura della Porta Santa sulla sedia a rotelle fu una esigenza pratica pur se un segno di forse eccessiva prosaicità (come già rimarcai), forse l’ “outfit” per questa improvvisa comparsa nella Basilica va oltre l’ immaginazione.
Una pratica maglia con le maniche lunghe, pantalone nero, la ormai, purtroppo, immancabile carrozzella. E soprattutto, indumento “storico subito” (non “santo”) un poncho clamorosamente più sul garibaldino (il condottiero nizzardo ebbe a definire un certo predecessore di Bergoglio “un metro cubo di letame” e a chiamare l’asino a Caprera col nome di costui) che ovviamente, sul pontificio. Anche se la fantasia del poncho richiama anche, vagamente, quella specie di coperte da caserma o ospedale tradizionale mantella marocchina (anche della teppa e soldataglia che ci oltraggiò in Ciociaria, e che papa Francesco qualche anno fa sentì l’esigenza di omaggiare benchè musulmani in un cimitero militare).
Papa Francesco ha voluto verificare di persona lo stato dei restauri del monumento funebre di papa Urbano VIII (Barberini) e Paolo III (Farnese). E si è soffermato in preghiera sulla tomba di San Pio X cui dicono sia particolarmente devoto. Peccato che, a quanto pare, nulla condivida del suo magistero (1903-1914) che nella condanna del Modernismo in tutte le sue forme e sfumature, ha l’espressione più evidente e appassionata.
Dalle parti del Vaticano hanno commentato estaticamente che papa Francesco non cessa di sorprenderci, e dovremo abituarci.
Per il momento, viva Garibaldi!
A. Martino
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