GIORGIA MELONI SI ACCODA ALLA MAGGIORANZA TRASVERSALE PER IL DECRETO ANTI MUSK IN PARLAMENTO. E PROBABILMENTE, FA UN GROSSO PASSO FALSO.
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Al di là del, sostanzialmente mai, smentito (secondo le nostre analisi che il lettore può consultare o rileggere) europeismo bellicista anti russo di Giorgia Meloni, parrebbe che l’ intesa della nostra premier con Elon Musk non attraversi un buon periodo.
L’approvazione del Ddl Spazio ha sicuramente suscitato grande delusione in Musk (e difficilmente la Casa Bianca ne è indifferente). Di tale forte rammarico si è fatto portavoce l’informale curatore degli interessi del patron di Space X e Tesla in Italia, il giovane ingegnere Andrea Stroppa.
“Intesa Pd-FdI – Bene, si vuole far passare Starlink e SpaceX (che, tra l’altro, ha lanciato missioni per l’Italia accelerando le tempistiche per dare una mano) per i cattivi. Agli amici di FdI: evitate di chiamarci per conferenze o altro”.
Effettivamente, quello che deve aver ferito il mondo muskiano è il voto largamente bipartisan in materia. Sono alchimie politiche (magari per compiacere più alte istanze istituzionali) tipicamente compromissorie all’italiana, difficilmente comprensibili anche da uno scafato politico americano e incomprensibili e basta, da un Musk schietto per DNA, e che per i suoi endorsement ad AFD (ritenuta da Fratelli d’Italia “appestata” in fondo alla pari di Forza Italia o del Pd) deve affrontare un crollo delle vendite di vetture Tesla in Europa (e Germania in primis, mercato tuttora fondamentale).
Fratelli d’Italia, in effetti, dovrebbe un tantino vergognarsi ad aver votato in ammucchiata con tutta la Sinistra AVS compresa.
Stroppa ha anche ricordato (rammarico che potrebbe suonare politicamente inquietante) le “conferenze o altro”: chiarissimo il riferimento all’Atreju del 2023 in cui fu sancita l’alleanza Meloni-Musk (anche se quest’ultimo, all’epoca, non si era ancora pesantemente impegnato pro Trump).
A. Martino
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