GIORGIA MELONI RINGRAZIA L’ “ABOMINEVOLE BIDEN”: NON NEL MIO NOME COME CITTADINO ITALIANO, PREGO. E PERDE L’OCCASIONE DI SMARCARSI DA CHI HA TENTATO, E TENTERA’ FINO ALL’ULTIMO MOMENTO, DI SCATENARE LA TERZA GUERRA MONDIALE.
Non nel mio nome. Con tutto il rispetto e al netto dell’inevitabile ipocrisia facente rima con istituzionale, ma non nel mio nome.
Guardo al futuro dei nostri figli (nel senso dell’esistenza in vita, lasciamo perdere il pur importantissimo lavoro e i massimi sistemi sociologici e culturali) con maggiore serenità e minore pessimismo, solo grazie all’elezione bis alla Casa Bianca di Donald J. Trump, e certo così non sarebbe stato nel caso in cui fosse stata eletta la Kamala Harris designata dall’ “abominevole Biden” in sfacelo psichico (dimenticato a quanto pare da tutti) con la quale, non dubito, Giorgia Meloni si sarebbe congratulata “lieta di lavorare insieme, e di non vederne l’ora” (è così che si dicono).
Parlo del caloroso messaggio di commiato e ringraziamento nei confronti del quarantaseiesimo presidente degli USA, per il quale persino per i rimanenti (a oggi in cui scrivo) otto giorni di potere si deve solo sperare che non portino al sogno suo e della sua cricca satanista: la terza guerra mondiale, possibilmente nucleare. Biden lascia una Russia ancora viva e vegeta nonostante tutto, l’ Ucraina non ha vinto la guerra: che dolore, ammesso che abbia ancora la lucidità per rendersene pienamente conto; ma questa non manca certo a un Blinken o a una Harris.
Se poi consideriamo anche l’ultimo incontro con Zelensky con relative rassicurazioni e solenni conferme di impegno, è chiaro il quadro di una Meloni tuttora nei ranghi del bellicismo, almeno verbalmente e quindi ancora più scioccamente compromettente, più inscalfibile e di stretta osservanza euroatlantista molto più che trampiana.
Insomma, vi era bisogno di dichiarare all’ “abominevole Biden”, quanto segue con tanto di ufficializzazione a mezzo ANSA ? La politica dei “due forni”? Scusate, ma uno non sta ormai sbaraccando?
Forse, la risposta può averla più uno psicologo che un analista di politica internazionale.
“ Meloni ha avuto una conversazione telefonica con Biden, al quale ha voluto anzitutto esprimere i sentimenti di solidarietà suoi personali e del governo italiano per le terribili devastazioni causate dagli incendi in California”, riferisce una nota di Palazzo Chigi. Al presidente degli Stati Uniti la premier “ha trasmesso il profondo ringraziamento e apprezzamento per la straordinaria collaborazione intrattenuta nel quadro delle eccezionali relazioni bilaterali e su tutti i temi di politica internazionale, come confermato anche nell’ambito della Presidenza italiana del G7. Al riguardo – viene spiegato -, Biden ha voluto ricordare, in particolare, l’importanza del risultato raggiunto con l’accordo per l’erogazione a favore dell’Ucraina di prestiti per 50 miliardi di dollari, a valere sui profitti derivanti dai beni sovrani russi immobilizzati”.
Perché la premier non chiede a Elon Musk cosa pensa di questo fiume di soldi, ancora in piena impressionante, con cui gli ucraini avrebbero dovuto arrivare non a Mosca, ma fino a Vladidostok, in non più di un anno?
Giorgia Meloni non poteva fare come Zuckerberg che ha scaricato le politiche dell’ “abominevole” nel modo più eclatante e persino un po’ imbarazzante, ammetto, chiudendo ora anche i programmi di “inclusione e diversità” di Meta? Era proprio necessario, sbandierare l’ennesimo, e pesante, abuso finanziario contro la Russia? Ma certo, gli uomini di affari e d’impresa hanno spesso più buon senso dei politici.
Evidentemente, ormai, a gran parte dei leaders europei manca la sensibilità…alle dita: non si accorgono che il cerino della guerra sta bruciando loro tra le proverbiali suddette, e sperano disperatamente di non rinunciare a qualche funghetto atomico; chissà, forse qualcuno della lobby delle armi convincerà The Donald….la speranza è l’ultima a morire,, no?
Meno male che Joseph Robinette ha annullato, ufficialmente per gli incendi di Los Angeles, il viaggio di solenne passaggio delle consegne antirusse a Roma: ci siamo risparmiati un altro tenero bacetto sulla testa a Giorgia.
La quale però farebbe bene a riflettere, che foto con Trump sorridente a trentadue denti, ve ne sono anche con l’ineffabile Justin Trudeau….
A. Martino
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