MARK ZUCKERBERG RIPUDIA LA CENSURA GLOBALISTA DELL’ERA BIDEN, MA IN EUROPA NON E’ ANCORA POSSIBILE LIBERARCENE
Mark Zuckerberg archivia il fact checking nei socials Meta e, almeno negli USA, si riaprono spazi di libertà di espressione e opinione. Un applauso.
La situazione, però, è purtroppo ancora bloccata nei paesi eurocratici e in Gran Bretagna ove sono più stringenti le norme pubbliche, imposte dall‘ Unione europea di Ursula von der Leyen e dal “tirannico” (per dirla con Elon Musk) governo di Londra.
L’ Ortis anche, ne ha fatto le spese almeno una volta, quando ci fu contestata una immagine ritenuta “ fuori contesto” raffigurante un violento placcaggio della polizia contrapposto all’immagine di Matteo Messina Denaro arrestato senza manette: non fu compreso, o non si volle comprendere l’intento puramente ironico se non sarcastico dell’ abbinamento di immagini. Comunque, come i nostri lettori più attenti e assidui avranno potuto constatare, non abbiamo portato alcun rancore verso Facebook e non ci siamo rinchiusi nell’orto del nostro sito in Rete.
Pare comunque, che questa svolta sia organica a un certo riallineamento politico ai più alti piani della finanza globalista. Singolare, che in pratica contemporaneamente, John Elkann (c’è da temere per il futuro di Stellantis, è un cambiare pelle imprenditoriale?) entri a sorpresa nel consiglio di amministrazione di Meta.
Mark Zuckerberg pare prendere le distanze (anche se con poco coraggioso tempismo) dall’ “abominevole Biden” (come lo chiamiamo noi), ma anche dai “ governi di tutto il mondo che se la prendono con le società americane e premono per una censura maggiore”.
Biden, secondo Mr Zuckerberg, “ha premuto per la censura andando contro di noi e altre compagnie USA….I fact checker sono stati troppo politicamente di parte e hanno distrutto più fiducia di quanta creata. Quello che è iniziato come un movimento per essere più inclusivi è stato sempre più utilizzato per mettere a tacere le opinioni ed escludere persone con opinioni diverse, ed è andato troppo oltre”.
Meglio tardi che mai per simili parole.
In effetti, fatevi una risata (amara): sapete chi è un fact checker italico tra i più esimi? Enrico Mentana!..Quale imparzialità, quale assenza di pregiudizi ideologici da parte di chi ha fondato un blog o podcast non saprei bene che si chiama “Open” (chiara password del mondo, e soprattutto dei quattrini, sorosiani),
Comunque, ci sarà sempre spazio per controvertere, grazie alle community notes già sperimentate su X, che consentiranno di smentire o inficiare post controversi. Un sistema di contestazione dell’altrui opinione o ricostruzione dei fatti molto più liberale e inclusivo. E poi, non sono mai riuscito a capire perché non ci si accontenti, ancora qui in Europa, della tutela legale peraltro già abbastanza puntigliosa e poliziesca, di interessi propri o istituzionali dinanzi a presunte offese o non so che altro.
Posso dire o scrivere quello che voglio, assumendomene la responsabilità: è un concetto tanto anarchico o pericoloso? Laddove invece crei fastidio il fatto in sé che osi parlare o dire, chiamasi censura. E’ estremamente semplice, o no?
E’ questo, il VERO liberalismo.
A. Martino
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