QUALCUNO, A ROMA, TEME IL 20 GENNAIO: L’ARRESTO DI ALEMANNO APPARE PIÙ UN MESSAGGIO POLITICO CHE UN PROVVEDIMENTO GIUDIZIARIO

L’arresto di Alemanno, la sera del 31 dicembre 2024, ha un aspetto davvero vergognoso, perché, a mio modesto parere, è stato orchestrato dietro pressioni di alcuni membri dell’attuale maggioranza, quindi da parte di alcuni suoi ex colleghi. Lo scopo sembra essere stato quello di evitare che, a destra, dopo il 20 gennaio, emergessero figure alternative a Giorgia Meloni, più confacenti alle nuove esigenze del sovranismo in salsa Trump/Putin.

Credere che questo arresto sia avvenuto per le posizioni critiche dell’ex sindaco di Roma nei confronti della NATO e del suo operato nella guerra in Ucraina è, a dir poco, inverosimile. Le opinioni di Alemanno sono infatti molto simili a quelle del Tycoon. Anche se, come dichiarato dal Magistrato di Sorveglianza, Alemanno ha mantenuto “una condotta in assoluto spregio delle prescrizioni e dei doveri impostigli” — elementi certamente già riscontrati in precedenza —, resta difficile comprendere l’urgenza di procedere al suo arresto proprio dopo le ore 20:00 del 31 dicembre, facendogli così trascorrere la notte di Capodanno in carcere a Rebibbia.

Non sono stati gli americani a sentire la necessità di una misura così immediata, ma chi voleva dimostrare alla Casa Bianca che, in Italia, non esistono alternative al sovranismo meloniano. In sostanza, il messaggio è molto chiaro: gli yankee “o si mangiano questa minestra o saltano dalla finestra”.

In fin dei conti, questa mia lettura fa paio con un altro strano evento verificatosi cinque giorni prima di Natale: la chiusura dei conti bancari di “Visione TV”, l’emittente vicina al movimento politico Democrazia e Sovranità Popolare di Marco Rizzo.

E forse è dello stesso avviso anche Rizzo, ex Presidente Onorario dei Comunisti Italiani, che infatti risulta essere uno dei pochi politici ad aver teso una mano, in queste drammatiche ore, all’ex Ministro dell’Agricoltura: << Temo che nei confronti di Alemanno ci sia un accanimento per le sue posizioni … Il tema è questo. Siamo in una società, o un sistema, dove ci sono tante disparità di trattamento … Alemanno, ovviamente, rientra nei casi eclatanti. Da quello che si evince, forse ha peccato sugli orari di rientro o cose simili nella sua condizione di persona sottoposta ai servizi sociali. Intendiamoci: bisogna rigare diritto. Io, nella mia vita, ho sempre seguito la dottrina “nulla va lasciato al caso”. Forse per Alemanno non è così, però verso un uomo di 66 anni, che viene arrestato con quelle modalità la notte di Capodanno, mi sembra un accanimento. Sono due pesi e due misure, e mi chiedo a questo punto: perché? Alemanno è stato ministro, sindaco, di sicuro un uomo di potere e, ultimamente, la sua traiettoria, che in quanto a contenuti si interseca con la mia, è orientata alla pace; si batte in maniera coerente contro la guerra. Quindi, la mia valutazione è legata proprio a questo: due pesi e due misure. In genere, l’incarcerazione si dà per reati gravi, per il reiterare dei reati o per la pericolosità sociale, e non mi sembra che Alemanno rientri in queste categorie. Spero che possa chiarire presto. Noi siamo molto diversi: quarant’anni fa, probabilmente, ci saremmo presi a sprangate, ma fortunatamente il tempo cambia. Oggi bisogna superare questa dicotomia destra-sinistra che, di fronte alle due grandi sfide interne e internazionali, cioè il lavoro e la pace, non ha più senso di esistere … Io ho auspicato che vincesse Trump proprio perché, tra lui e una signora che non sapeva nulla e dava retta all’ideologia wake, non c’erano dubbi. Ma io mi sento pure vicino a Vannacci, un generale della Nato che ha fatto un discorso storico al Parlamento europeo quando ha detto: “Basta, tacciano i cannoni”.»

D’altronde “Veritas odium parit” e l’odio di questi “ominicchi” è veramente avvilente.

Lorenzo Valloreja

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