SALVINI ASSOLTO: A PALERMO TRIONFA IL SOVRANISMO

Ed alla fine, giustizia è stata fatta, con buona pace delle ONG e di tutti coloro che vorrebbero le frontiere aperte a ogni costo, senza se e senza ma: il Ministro Matteo Salvini, difeso dall’Avvocato Giulia Buongiorno, è stato assolto con formula piena dai giudici di Palermo perché “il fatto non costituisce reato“.

A questo punto, la prima considerazione da fare, a mio modesto parere, è la seguente: se il fatto non costituisce reato, i giudici inquirenti, che lavorano quotidianamente con la giustizia, non ne erano forse a conoscenza? Perché si è proceduto ugualmente, sostenendo un processo che ha certamente comportato un ingente costo in termini di soldi pubblici?

Infatti, se non si ravvisa un reato, non vi è obbligatorietà dell’azione penale. Allora, perché procedere? Quanti cittadini inviano denunce anonime agli organi inquirenti per reati evidenti e palesi, eppure nessuno si attiva, non dico per avviare un processo, ma nemmeno per condurre un’indagine preliminare?

Dunque, la giustizia non funziona o non esiste?

No, la giustizia esiste, ma funziona male, perché è amministrata dagli uomini ed è quindi imperfetta e, talvolta, partigiana.

Come ha fatto, dunque, Salvini ad essere assolto? Ci è riuscito grazie alla bravura dell’avvocato Buongiorno, o forse perché la storia e il corso degli eventi stanno andando in una direzione diametralmente opposta rispetto a cinque anni fa?

Propendo più per la seconda ipotesi, considerando anche l’assoluzione di ieri dell’altro Matteo – Renzi, per intenderci – che ha avuto non poche grane in un’altra vicenda legata sempre alla parola “Open”, ma riferita, questa volta, a una fondazione molto vicina all’ex Sindaco di Firenze. Questa assoluzione, infatti, fa paio con quella di Salvini, al netto della possibile “sfiga” legata del nome “Open”, perché, come ho già detto in tanti miei articoli precedenti, dopo il 20 gennaio, in Italia, le carte si mischieranno nuovamente… Il fatto che Putin voglia prendere un tè con Berlusconi non è una semplice butade, considerando che Silvio non c’è più: è forse invece il segnale che Marina avrà certamente un ruolo di rilievo in questo nuovo corso.

È evidente che il vento stia soffiando in una direzione completamente opposta rispetto a quella del 2019. A confermarlo sono anche le recenti dichiarazioni di Elon Musk, che ha apertamente sostenuto il partito Alternative für Deutschland (AfD) in vista delle prossime elezioni in Germania.

A Palermo, infatti, non si stava processando solo Matteo Salvini, ma si stava giudicando anche Viktor Orbán e la visione del mondo rappresentata dal sovranismo. Ora che a occupare la Sala Ovale sarà nuovamente l’uomo del muro col Messico, Donald Trump, sarebbe stato quantomeno fuori dalla realtà emettere una sentenza diversa da quella assolutoria.

Con ciò, non sto dicendo che Salvini non avesse ragione, ma sto cinicamente e concretamente constatando che, se a sedere alla Casa Bianca fosse stata Kamala Harris, Matteo, con molta probabilità, a quest’ora indosserebbe il pigiama a righe, l’Ungheria avrebbe dovuto rivedere la propria politica migratoria e nessun Paese europeo potrebbe pensare, come sta facendo il Governo Meloni, di costruire un CPA fuori dai propri confini.

È la politica, bellezza! E la politica, in questa fase storica, va – come sempre abbiamo sostenuto – in una direzione completamente diversa rispetto al passato. Questo perché si è esagerato nel voler considerare la realtà non per quella che è, ma per quella che la nostra fantasia voleva che fosse. E così non può essere, perché, per quanto si tenti di alterare le dinamiche, fortunatamente “l’acqua va sempre al mare” e non il contrario.

Lorenzo Valloreja

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