CARCASSIRIA

A pochi giorni dalla strepitosa vittoria elettorale di Donald Trump il sottoscritto vergò un articolo ( https://www.lortis.it/archives/11289) nel quale esortava i fans del tycoon a tenere lo champagne ancora in fresco. Poiché secondo le regole statunitensi un presidente neoeletto a Novembre può acquisire i pieni poteri solo nel Gennaio dell’anno seguente. E in questo lasso di tempo può succedere di tutto. Soprattutto se il neo presidente è visto dal Deep State come un nemico mortale. Inoltre, nello stesso articolo, avevo figurato il Deep State in questione come una bestia ferita a morte che raccoglie le ultime forze per fare più danni possibili. E infatti come volevasi dimostrare lo sconfitto Biden, invece di mettersi da parte discretamente, ha immediatamente autorizzato la NATO a sparare missili nel territorio russo. Di seguito sono scoppiati in sequenza una serie di colpi di Stato, più o meno cruenti e più o meno riusciti, fino ad arrivare alla caduta di Bashar Al Assad in Siria e la contemporanea invasione dei soliti mercenari jihadisti foraggiati dall’Occidente. 

E riguardo a ciò che è accaduto in Siria non si può non riconoscere di avere a che fare con una situazione abbastanza complessa. Per una serie di ragioni.

Prima di tutto i terroristi jihadisti (praticamente l’ISIS sotto mentite spoglie) sono penetrati nel terreno siriano grazie all’evidente nulla osta della Turchia. Inoltre hanno effettuato una vera e propria blitzkrieg, ovvero una guerra lampo, equipaggiati con armi moderne e mezzi nuovi fiammanti. Praticamente hanno riproposto pari pari la manovra che gli ucraini eseguirono nell’Agosto scorso per penetrare nella regione russa di Kursk. La differenza è che in quell’occasione i russi bloccarono gli aggressori respingendoli progressivamente mentre nel caso siriano i cosiddetti “ribelli” son penetrati nel territorio come un coltello rovente in un panetto di burro. Senza quasi sparare un colpo.

E questa dinamica ha stupito tutti. Infatti l’esercito siriano fin da subito non ha opposto alcuna resistenza all’avanzata delle truppe jihadiste. Inizialmente si pensò ad una ritirata strategica per potersi riorganizzare meglio. In realtà l’esercito siriano si è letteralmente squagliato come neve al sole. In pratica una riedizione dell’8 Settembre italico del secolo scorso. 

Questo spiega perché i russi non sono intervenuti con il proprio esercito. Perché un conto è dare manforte ad una nazione alleata che combatte, un altro è combattere al posto della nazione stessa. E tutti noi sappiamo che la Russia è già impegnata in un conflitto non di poco conto.

Quindi parlare di “sconfitta della Russia” in Siria mi pare fuori luogo. Anche perché la Federazione Russa possiede sul territorio una base aerea a Khmeimim e una base navale a Tartus, ovvero l’unico sbocco russo verso il Mediterraneo. Però pare che fino ad oggi queste due basi fondamentali non siano state toccate dagli invasori. 

E da più parti ci si è chiesti come mai le postazioni militari del principale alleato di Assad siano rimaste finora intatte. 

Si sono fatte varie ipotesi ma a mio modestissimo parere l’ipotesi più credibile è una sola. E riguarda la Turchia. 

Infatti come detto in precedenza Erdogan, con malcelate nostalgie per l’Impero Ottomano, ha permesso agli jihadisti di penetrare in Siria dalla Turchia. Anzi sembra credibile che il rovesciamento di Assad sia stato voluto e progettato proprio da Erdogan stesso, col tacito avallo degli Stati Uniti. E il fatto che gli ufficiali siriani abbiano ordinato ai loro soldati di arrendersi ai nemici significa che agli alti livelli delle gerarchie militari abbiano venduto la propria nazione al miglior offerente. Quindi la Siria era già spacciata a priori rendendo inutile qualsiasi contributo di Mosca. Da sottolineare comunque il fatto che Putin ha concesso asilo politico al presidente siriano e alla sua famiglia, impedendogli così di fare la fine cruenta e ignominiosa che fu riservata a Saddam Hussein e Gheddafi. Presumibilmente quindi da Ankara gli jihadisti siano stati diffidati dal toccare le basi russe. Tenendo conto che l’esercito turco è il secondo di tutta la NATO per numero di armi e di soldati. Però la Turchia non è una potenza nucleare mentre la Russia, oltre a possedere un numero di soldati pressoché smisurati, possiede anche svariate migliaia di testate nucleari.

Ma in Siria non ci sono in ballo solo gli interessi turchi, statunitensi e russi. La situazione è ancora più complessa. Infatti, approfittando dell’improvviso vuoto di potere, Israele si è attivata per conquistare le alture del Golan. Un territorio che, a detta dei sionisti, apparterrebbe di diritto allo Stato ebraico. Inoltre si sono prodigati nel distruggere tutti i mezzi a disposizione delle ormai disciolte Forze Armate siriane, per evitare che tali mezzi potessero entrare in possesso dei tagliagole jihadisti.

Quindi in definitiva la caduta di Assad si potrebbe paragonare allo scoperchiamento di un ipotetico vaso di Pandora, in seguito al quale tutto il caos del Mondo sembra si sia riversato in terra siriana. Perché non dobbiamo dimenticarci che non ci sono solamente le Nazioni a fronteggiarsi perchè anche tra gli esecutori dell’invasione non scorre buon sangue. Infatti le truppe dei terroristi non combattono sotto un’unica bandiera ma sono un’accozzaglia di sigle spesso in contrasto tra loro. Esattamente come accadde in Italia 80 anni fa. Quando si costituirono vari gruppi partigiani, nati per contrastare il nazi fascismo. Anche in quell’occasione i partigiani non erano omogenei. C’erano i partigiani “rossi” (di estrazione comunista), i partigiani “azzurri” (fedeli alla monarchia) e i partigiani “bianchi” (di estrazione cattolica). Finché si trattò di combattere contro Mussolini & Co. combatterono tutti come un sol uomo. Caduto il Regime le rispettive diversità ideologiche affiorarono con prepotenza conducendoli a combattersi tra di loro. Da quelle lotte intestine prevalsero  i “rossi” poiché meglio armati ed equipaggiati. Proprio per questo fatto nella vulgata del dopoguerra vien fatto credere che la cosiddetta Liberazione sia stata possibile grazie al contributo dei soli partigiani comunisti. E il sedicente Partito Democratico si abbevera ancora a queste fonti… 

Tornando alla Siria si può solo dire che attualmente c’è ancora una fitta coltre di nebbia che impedisce di capire l’esatto ruolo di tutte le parti in causa e di come si evolveranno gli avvenimenti. Quando tale nebbia sarà diradata capiremo meglio il cui prodest di tutta la vicenda. 

Per adesso vedo la Siria come la carcassa di un animale sbranata da  jene. E quando queste jene concluderanno il sanguinolento banchetto inizieranno a sbranarsi tra loro.

Alessio Paolo Morrone 

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