FRA ELON MUSK E LA CASTA GIUDIZIARIA, IO STO CON MUSK. E TROVO RIDICOLO QUESTO RIGURGITO DI NAZIONALISMO DA PARTE DI CHI HA GIA’ LIQUIDATO L’INDIPENDENZA ITALIANA.

La magistratura italiana non è affatto nuova a opinioni sgradite provenienti da oltre Atlantico, ove evidentemente lo spirito pragamatico americano è sbalordito dalla gestione autocratica e creativa dei togati italiani. Ricordo un parere spietato di Edward Lutwak attorno al 2010, quando si mise su un processone ai danni di Bertolaso e di chi, più o meno, avrebbe dovuto prevedere il terremoto de L’Aquila e scongiurarne le tragiche conseguenze.Ben diversa è la questione dei poveri ragazzi della Casa dello studente che sempre secondo lorsignori, furono imprudenti nel non passare la notte sotto le stelle. Ma non divaghiamo.

Il reo di lesa maestà è in questo caso Elon Musk intervenuto con un commento in calce a un post su X non suo, a proposito della decisione delle toghe di sospendere la convalida del trattenimento di sette migranti provenienti dall’Egitto e dal Bangladesh nel centro di Gjader. Le parole del fondatore di Tesla sono state lapidarie, e letteralmente tradotte dalla lingua inglese dicono: “Questi giudici devono andarsene”.

Apriti cielo: è mancata solo una convocazione presso la Farnesina dell’ambasciatore statunitense (cosa avvenuta probabilmente, l’ultima volta se non esclusivamente, per notificare la dichiarazione di guerra a fine 1941).

Tra le tante reazioni più o meno immediate quella  anche piuttosto sprezzante di Ernesto Carbone, membro laico del Csm, secondo cui le parole del tycoon statunitense di origine sudafricana sarebbero molto pericolose: ”Questi nuovi oligarchi che sfruttano mondi nuovi (come lo spazio, l’etere i social e le nuove tecnologie) per controllare la politica mondiale sono un pericolo per la democrazia”. Non è la prima volta che Elon Musk interviene in questioni giudiziarie italiane legate al tema dell’immigrazione.

Oggi poi, è intervenuto lo stesso presidente della repubblica Sergio Mattarella lamentando nientemeno che una ingerenza nella sovranità italiana (Mattarella sovranista?).

Elon Musk però, non ci sta a essere bacchettato letteralmente a destra e sinistra (persino da Vittorio Sgarbi, solitamente controcorrente, ma stavolta allineato) e rilancia: “ Il popolo italiano vive in una democrazia o è un’autocrazia non eletta a prendere le decisioni?”

Credo che si siano dimenticati diversi elementi razionali in tutta questa polemica praticamente senza senso: innanzitutto, Musk è un cittadino statunitense, al momento senza alcun ruolo pubblico nell’amministrazione Trump (un conto è una nomina annunciata e un altro l’esercizio di tale ufficio) libero di esprimere la propria opinione a riguardo sia degli USA che dell’ Italia che dello Zambia. Il rilievo da amico e ammiratore che gli rivolgo è piuttosto che i signori da lui criticati non possono “andarsene” perché grazie a una selezione pubblica per esame scritto e orale, non raramente superata grazie a raccomandazioni (non so se in inglese la parola anzi il concetto sia traducibile) e solidarietà di casta, essi resteranno attaccati alle loro sacrali poltrone ben oltre la età di pensionamento del comune volgo italico. In Italia, a differenza che negli USA (e questo Musk mi sembra saperlo per sommi capi) non esiste magistratura eletta dal popolo e neanche di nomina governativa e neanche a termine di mandato: ad assumerne i membri, in pratica, è una commissione di esame formata dall’ordine giudiziario stesso.

In quanto al rigurgito di patriottismo e nazionalismo suscitato dalla “blasfema” quanto telegrafica affermazione muskiana, esso è semplicemente ridicolo e si commenta da sé. L’Italia non è più davvero indipendente e sovrana, senza addirittura risalire all’armistizio di Cassibile, quanto meno dagli anni della rinuncia alla sovranità monetaria e delle normative europee entusiasticamente applicate (appunto dai signori e signore suddetti) in superiorità gerarchica su quelle nazionali. E poi, non ci dicono un giorno sì e l’altro pure, che la sovranità sic et simpliciter è “ottocentesca”, che da soli non andiamo da nessuna parte, e che bisogna rinunciare sempre di più a “quote di sovranità”? Gli stessi Fratelli d’Italia, non vogliono che l’Italia si sciolga negli Stati Uniti d’Europa?

Lasciateli perdere, la loro rabbia è dovuta solo al fatto che Musk si permette di scrivere una banale battuta che a un comune cittadino italiano potrebbe costare anche una grana giudiziaria (appunto…) di non scarso conto. E che Musk abbia dalla parte sua e di Donald Trump, almeno in questo momento, il vento della Storia. E infine, che costui, uomo più ricco del mondo, sia il nuovo Marconi, dalle possibilità finanziare moltiplicate però all’inverosimile, è una cosa che, comprensibilmente, li scotta tanto.

A. Martino

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