IZABELLA, L’ ANTI-GRETA CHE SFIDA IL FERREO PENSIERO UNICO SCANDINAVO.
Provate a digitare su un motore di ricerca come Google o anche su quello di un social network (Facebook, Twitter ecc.) il semplice nome di battesimo Izabella : vi apparirà immediatamente il nominativo di Izabella Nilsson Jarvandi. Eppure, ai più, è ancora sconosciuta fuori dalla Svezia. Ma chi è questa quindicenne (quindi coetanea della ben più politicamente corretta Greta Thurnberg), che sembra sancire con costei un irruente “largo ai giovani, anzi ai giovanissimi” nel paludato, asettico, monotono, ultra politicamente corretto teatrino della politica svedese, in cui i principali partiti sono solo differenti casacche di diversi gruppi di potere? E questi gruppi di potere in fondo, si differenziano solo per diverse politiche fiscali o di bilancio, ecc. Insomma, aspetti tecnici, non distinguendosi sull’etica, sulla visione culturale, sul progetto di società e di destino del popolo, sul collocamento geopolitico e di alleanze neanche a sognarlo: il solito Pensiero Unico globalista, in sostanza. E d’altronde, non è questa la differenza pure qui da noi, ad esempio, tra Forza Italia e Partito Democratico? Che non sembrano passarsela attualmente molto bene, davvero senza nostro dolore. Anche la presenza (o sopravvivenza) dell’istituto monarchico non comporta nulla in termine di garanzie di Tradizione o dignità nazionale: in Svezia come in generale nell’ area scandinava, molto furbamente, questi principi si sono ritirati nei loro manieri accettando un ruolo puramente cerimoniale se non folkloristico, e barattando il loro ruolo di indirizzo politico sia pure costituzionale, con pingui appannaggi e privilegi a questo punto, davvero anacronistici.
Greta e Izabella sono però accomunate solo dallo sfondo generazionale, dall’ incredibile giovanilismo politico e movimentistico.
Greta pare una specie di bambola triste persino annoiata dal circo medatico in cui gli interessi di ONG e del mondo del “cambiamento climatico” l’hanno catapultata. Non dice una parola fuori dalla correttezza politica e dal Pensiero Unico, è una apparente pasdaran dell’ambientalismo e i suoi anatemi laici contro l’inerzia politica nel “salvare il pianeta Terra” sono un’arma di distrazione di massa. Interviste, talk shows, flash mobs in giro per il mondo, giornate scolastiche fatte marinare a centinaia di migliaia di studenti nel mondo, discorsi all’ONU, ovviamente l’apprezzamento del Papa, tutta la “buona stampa” osannante commossa. Un radioso avvenire, cooptata dall’estabilishement globalista, la attende.
Il fenomeno Izabella è totalmente diverso. Ben più avvenente e femminile di Greta (anche troppo, per la sua adolescenza), se ne infischia delle tematiche ambientali e pensa esclusivamente all’ uomo e alla donna di Svezia. E’ una fervente patriota anche se non fa alcun mistero (anzi lo evidenzia con un certo orgoglio) di aver sangue per metà persiano. Si batte contro la sostituzione etnica e l’ideologia gender. Sul suo profilo Twitter si definisce “una giovane attivista politica contro il globalismo, che cerca la verità e la giustizia per la mia amata Svezia”.
La vulcanica Izabella ha tenuto comizi pubblici davanti ai palazzi del potere svedesi ed è attivissima sui social. Denuncia quello che definisce “il genocidio del popolo svedese”, dovuto alle politiche globaliste del suo paese verso l’immigrazione. Ha anche solidarizzato con il premier ungherese Viktor Orban per la sua opposizione alla sostituzione etnica.
Esalta la famiglia naturale e combatte la ideologia gender.
A marzo l’attivista quindicenne è stata protagonista di un durissimo dibattito su Twitter contro quello che ha definito “l’indottrinamento gender nelle scuole svedesi”. Ha parlato di “testi assurdi”, i cui protagonisti sono “una ragazza con un pene”, “un ragazzo con una vagina” o individui che sono al tempo stesso “un maschio e una femmina”.
L’ antagonista di Izabella sono gli intellettuali organici e tutto il politicamente corretto. Per questo è diventata popolarissima negli ambienti della destra sovranista e nel cristianesimo militante non rassegnato. La giovane attivista ne ha anche per Greta Thunberg: “Se non sei nemmeno abbastanza uomo o donna per difendere la tua gente – ha scritto sui social -, allora come diavolo dovresti essere lì per il resto del mondo?”
Se la pasionaria dello scioglimento dei ghiacci o delle alci stressate dalle alte temperature è in fondo, come visto, congeniale e strutturale al Sistema, Izabella non lo è affatto, come facilmente comprensibile. Le sue requisitorie e campagne sono pericolosissime in un Paese che è passato in meno di un secolo, dalla bigotteria e dal puritanesimo luterano, ai paraocchi del Pensiero Unico; bonario e tollerante solo nella facciata ma pronto a infierire contro una minorenne e la sua famiglia, potenzialmente rea di averla “diseducata”.
Seguiamo con spiccata simpatia i passi di questa coraggiosa ragazza, pronti a segnalare atti persecutori e intimidatorii nei suoi confronti.
A tale proposito, preghiamo di rilanciare e diffondere nella Rete il più possibile questo articolo. Il Pensiero Unico guadagna tanto dalla frammentazione, e dall’isolamento, dal non fare sistema, degli amici del Vero.
Antonio Martino
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