IL PARLAMENTO EUROPEO, DALLA COSIDDETTA DESTRA ALLA COSIDDETTA SINISTRA, CONTRO VIKTOR ORBAN. E’ STATA UNA SCONCERTANTE SAGRA DEL PENSIERO UNICO E MONDIALISTA.

Non siamo all’ Eurovision né alla Casa di carta” . Così la presidente del Parlamento europeo ha timidamente richiamato il settore sinistro dell’ aula eurocratica, quando alcuni deputati hanno intonato il classico canto resistenziale, cui il mondo del woke sta conferendo una rinnovata gioventù.

Però i settori cosiddetti di centro (secondo i convenzionali e fittizi schemi della politica euroclassica) non sono stati assolutamente meno severi verso il coraggioso premier magiaro: dovrebbe essere finalmente dimostrato che “destra” e “sinistra” non hanno più alcun senso, nel loro cambiare la mera punteggiatura di una piattaforma mondialista già ideata, scritta e approvata in ben altri consessi.

Manfred Weber boss del partito popolare europeo ha predetto a Orban (con stridente interferenza nella politica interna ungherese), che alle prossime elezioni politiche sarà battuto dal loro uomo Peter Magyar leader di Tysza (non so che significhi, so però che un Tysza primo ministro magiaro nell’Austria-Ungheria fu ucciso qualche giorno prima dello sfacelo dell’impero). Il buon Magyar si è accodato al suo potente talent scout attaccando, poco patriotticamente e molto all’italiana Orban.

La baronessa Ursula in persona ha fatto una specie di lezione di diritto internazionale, ironizzando persino sui gloriosi martiri ungheresi del 1956 (“c’ è ancora qualcuno che dà la colpa non all’invasore, ma all’invaso. Vorrei chiedergli: ha mai dato la colpa agli ungheresi per l’invasione sovietica del 1956?”). E che “in nessuna lingua europea pace è sinonimo di resa”. Ma non solo: ha anche affermato che Budapest libererebbe anzitempo trafficanti di immigrati scaricandoli nel “giardino del vicino” (chi costringe costui a prenderseli?). E che Orban lascia operare in Ungheria la polizia cinese (cosa che hanno fatto anche altri compresa l’Italia).

La copresidente dei Verdi Terry Reintke, anche lei tedesca, ha definito Orban, addirittura un “servo di Vladimir Putin”, dicendogli chiaramente che al Parlamento Europeo “non è il benvenuto”.

Ma la “intifada politica” come definita da Orban e istigata dalla stessa presidente di commissione von der Leyen non si è fermata qui: tanti altri gli interventi più o meno offensivi dei capigruppo e non solo, fino alla stessa Ilaria Salis che, prevedibilmente, ha accusato l’Ungheria di non essere uno “stato di diritto”. Altrettanto scontata la replica di Orban: “Trovo assurdo che qui al Parlamento Europeo, alla plenaria, dobbiamo ascoltare tutti insieme un intervento sullo Stato di diritto dell’onorevole Ilaria Salis, che aveva picchiato con sbarre di ferro persone pacifiche per le strade di Budapest”.

Persino dal gruppo dei Conservatori (pseudo destra di cui FdI è parte rilevante), è arrivata l’accusa del copresidente Nicola Procaccini di ignorare “il quartetto del caos” costituito da Cina, Russia, Iran, Corea del nord, contro cui questi signori lotteranno con lo stesso spirito dei “ragazzi di Buda”. Fuoco amico del più vile e viscido.

Come vile e viscida è stata l’imboscata tesagli in una occasione puramente istituzionale ed eurocratica ( la relazione periodica sull’attività della presidenza di turno del consiglio, di cui evidentemente ben poco importava).  

Il giorno prima (martedì) Orban aveva tenuto una lunga conferenza stampa, in un clima sicuramente non meno sfavorevole ma di certo meno isterico, in cui aveva insistito sul concetto che la guerra in Ucraina per l’Europa è persa, perché ha rifiutato la diplomazia.

Commento di Marco Travaglio: attualmente l’unico che in Europa dice cose ragionevoli è un fascista. Il che è vero perché si riferisce a Orban, ma ci risiamo con questo ca..o di fascismo.

A. Martino

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