GAME OVER PER GIORGIA? MUSK O NON MUSK LA STRATEGIA DEI DUE FORNI È ORMAI AL CAPOLINEA
La guerra tra Ucraina e Russia, che doveva essere terminata ormai da un pezzo, continua, come già abbiamo detto, grazie al continuo e costante sabotaggio di alcuni individui e potentati che non vogliono farsi da parte. Perché questo accadrà? Sì, molte teste cadranno, poiché non esistono uomini e donne per tutte le stagioni.
Nelle rare occasioni della storia in cui ci si imbatte in simili individui, essi risultano necessariamente essere squallidi uomini grigi. Insomma, gente che Dante avrebbe tranquillamente collocato tra gli ignavi e di cui il mondo, prima o poi, perderà il ricordo.
Così, cercando di forzare questa legge di natura, c’è chi, come la nostra Giorgia Meloni, persiste nella propria strategia dei “due forni”, pensando di poterla farla franca. D’altronde, rimugina lei: “se questo giochino mi è riuscito in Europa con la von der Leyen, non si capisce perché non dovrebbe riuscirmi con quel vecchio burbero di Donald Trump… In fondo, abbiamo un amico comune, Elon Musk, e a lui sicuramente non saprà dire di no. Basterà farmi proteggere da Elon ed il gioco è fatto!”
Ma non è esattamente così, cara Giorgia! Qui la questione è un po’ più complessa…
Che la guerra sarebbe stata vinta dalla Russia, un fesso come me l’aveva capito fin dall’inizio, così come avevo fiutato che, alle prossime presidenziali americane, al netto di tutti gli endorsement dei vari artisti del mondo dello spettacolo e dei tanti tifosi tra i professionisti dell’informazione che inneggiano alla Harris, Trump sarà sicuramente rieletto.
E mentre io ed il mio giornale l’avevamo capito, tu ti sei fissata con il contingente e credevi di poter vivere alla giornata, cioè di sfuggire allo spread e all’isolamento europeo, senza pagare pegno. Invece, il prezzo che ti si profila è altissimo: la perdita non solo del potere, ma anche della base. Infatti, per assecondare Biden e i suoi desiderata in Ucraina, così come quelli della von der Leyen, di fatto hai sconfessato tutto il tuo passato e compromesso tutto il tuo futuro.
L’aver incontrato personalmente Zelensky in non meno di sei occasioni (tre in Ucraina, una in Italia, una al G7 di Hiroshima e una al G20 di New Delhi) e il non aver creato nessun problema all’Amministrazione Biden (democratica) non possono essere cancellati dal voto contrario di Fratelli d’Italia, del 12 settembre 2024, in quel di Bruxelles, all’utilizzo delle armi a lunga gittata da parte dell’Ucraina verso il territorio russo. No, davvero, troppo comodo.
Così come, plasticamente, il non essersi presentata al ricevimento in onore di Zelensky presso la Casa Bianca, dopo essere stata da Musk a ritirare il “Global Citizen Award 2024” e prima di tenere il discorso all’Assemblea Generale dell’ONU, non può porla agli occhi di Trump sullo stesso piano di “Giuseppi”, o di Salvini, e meglio ancora di Vannacci. No, troppo tardivo.
Ora che la Cina è diventata una vera e propria talassocrazia, con una flotta di 450 unità, cioè 150 in più rispetto a quella statunitense, Trump vuole tentare di riportare la Russia nel seno dell’Occidente. Per fare questo, l’Italia, storicamente, può svolgere un ruolo importantissimo: quello di entità ponte. Ma affinché ciò accada, il nostro Paese deve necessariamente liberarsi di tutti quei politicanti che volevano letteralmente mandare per stracci Putin, e negli ultimi due anni e mezzo, tra questi, c’è stata sicuramente Giorgia Meloni.
Quindi, piaccia o non piaccia, per Giorgia è già comparsa la scritta “game over”.
Ora, se volesse essere coerente con quanto ha detto all’ONU, citando Carlo Pisacane, dove ha sostenuto che “ogni ricompensa la troverò nel fondo della mia coscienza” e che bisogna “preferire ciò che è giusto a ciò che è utile”, ebbene, allora dovrebbe dimettersi da se stessa per consentire alla Nazione di volare, poiché si sta per aprire una stagione pregna di opportunità per l’Italia.
La crisi economica del gigante tedesco e il fatto che l’UniCredit stia per acquistare Commerzbank non sono affatto casuali, al contrario, fanno parte di un preciso piano americano che prevede da un lato il depotenziamento dei coriacei tedeschi e dall’altro lo sfibramento delle risorsi militari della Russia affinché queste due non possano unirsi mai e quindi essere pericolose per l’esistenza stessa degli Stati Uniti, infatti se Mosca e Berlino si unissero non vi sarebbero più possibilità per nessuno, ivi compresa la Cina.
Ebbene, l’Italia non è la Germania, né potrà mai diventarlo, così come non è la Francia, però, agli occh di Washington, in questa fase, potrebbe giocare la parte del buon surrogato Franco/Tedesco nei confronti del Cremlino e buona parte della linfa dei crucchi e dei nostri cugini transalpini potrebbe essere drenata da noi italiani se fossimo un pochettino più lungimiranti.
Ma, al di là di questo una cosa è sicura: “Alea iacta est” ed all’Italia tocca solo fare l’Italia … se ne è capace.
Lorenzo Valloreja
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