STRAORDINARI RISULTATI ELETTORALI PER PATRIOTI E DISSIDENTI TEDESCHI NEI LAND DI SASSONIA E TURINGIA.

Ottimi risultati, stando ai primi exit poll mentre scrivo, per il fronte del Dissenso globale alle elezioni di Land tedesche in Turingia e Sassonia. Oserei dire, storici ed epocali.

Risulterebbero completamente sdoganate (per il popolo tedesco, certo non per l’elite eurocratica e di Sistema) tanto la Alternative fuer Deutschland (AFD) istericamente definita “neonazista” che la comunista doc BSW di Sarah Wagenknecht, apertamente avversa al collocamento atlantista e russofobico della Germania.

Secondo appunto questi primissimi risultati peraltro combacianti con i sondaggi elettorali, AFD avrebbe ottenuto il 30% dei voti in Turingia (primo partito) e sarebbe il secondo in Sassonia, sempre sul 30%.

A sinistra-sinistra invece, la formazione di Frau Wagenknecht otterrebbe il 16% in Sassonia e il 12% in Turingia.

Nel campo dei partiti di sistema e della recita “io faccio il centrodestra e tu il centrosinistra”, un vero disastro per l’ammucchiata del “semaforo” di Scholz. Non annoiandovi qui con le infime (relativamente a dei partiti di governo e con ormai tre quarti di secolo di storia ) percentuali di voti ottenuti, vi dirò che il governo nazionale e federale di Germania non ha, se confermati tali dati, che il consenso di un misero elettore su sei in quelle due regioni che furono della Repubblica democratica tedesca o Germania est cioè DDR.

Crollo dei Verdi (specchietto per le allodole ormai quarantennale, ininfluente anche in senso ecologistico) e sostanziale scomparsa, tra l’uno e il due percentuali, dei liberali (tipico partitino per tutte le stagioni e alleanze).

Sarebbe magnifico se si unissero le forze di opposizione reale in una logica “rossobruna” di concreta alternativa per la Germania (appunto, e io direi, facendo laboratorio per il resto d’Europa).

L’eurocrazia germanica a guida scholziana paga non solo un flusso migratorio ormai virante verso la vera e propria sostituzione etnica con relative problematiche come sullo sfondo dell’ agghiacciante strage di Sollingen, ma anche il declino apparentemente inarrestabile della cosiddetta locomotiva d’Europa. Su quest’ultima dinamica, l’autolesionistica sequela economica e commerciale dei danni derivanti da sanzioni antirusse e guerra su commissione oltre che di enormi sovvenzioni all’Ucraina e forniture di armi, non poteva d’altronde non avere conseguenze (basti pensare a cosa significhi l’annullamento del progetto North Stream, sabotaggi a parte).

Complimenti alla leadership di AFD, anche per aver resistito a una forsennata persecuzione giudiziario-poliziesca fiancheggiata dalla stampa di Sistema in pratica quotidianamente.

A. Martino      

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