LA CERIMONIA D’APERTURA DELLE OLIMPIADI DI PARIGI OLTRE AD ESSERE STATA UNA GRANDISSIMA CAFONATA È STATA ANCHE L’ENNESIMA OCCASIONE PER UMILIARE UN PAESE TRADIZIONALE COME LA RUSSIA
Normalmente, tutte le cerimonie d’apertura delle Olimpiadi sono un po’ al di sopra delle righe, ma quella messa in scena sere fa a Parigi è stata sicuramente la più trash, kitsch e fuori luogo a cui l’umanità abbia mai assistito, roba che ci ha fatto rimpiangere il film filonazista di Leni Riefenstahl, “Olympia”. E tutto perché si è voluto esageratamente puntare sul politicamente corretto, sull’inclusione e sulla storia nazionale del Paese ospitante, senza tralasciare né l’ostentata voglia di voler innovare a tutti i costi, né il desiderio di essere fraudolosamente ipocriti.
Così è stata la prima volta che:
- Una cerimonia olimpica si è tenuta fuori da una struttura sportiva e nello specifico davanti alla Torre Eiffel e nelle pertinenze della stessa, specchiandosi letteralmente, come un novello Narciso, su se stessa;
- Anziché essere acceso un Calderone Olimpico, a prendere fuoco è stata una mongolfiera (richiamo ai fratelli Montgolfier che per primi, nel 1783, fecero volare questo aerostato);
- Tra i tedofori abbiamo visto personaggi che nulla avevano a che fare con lo sport come:
- I rapper statunitensi Pharrell Williams e Snoop Dogg, quest’ultimo, tra l’altro, con la torcia in mano sembrava più armeggiare una “joint” che la fiamma olimpica;
- I rapper francesi MC Solaar e Gazo;
- Il giornalista di origine algerina ma naturalizzato francese, Mohamed Bouhafsi, vittima di razzismo e volto, oltre che voce, noto al pubblico transalpino;
- Il comico franco/marocchino “Booder”;
- Il regista Jean-Pascal Zadi;
- L’attrice Laetitia Casta.
A fare poi da colonna sonora e corollario, a questa eccentrica sfilata sulle acque della Senna, non i soliti brani di musica classica o qualche successo cantato da un artista pop, ma musica, diciamo pure tamarra e datata, come “Be My Lover” dei La Bouche, “Freed from Desire” di Gala, “Love Don’t Let Me Go” di David Guetta e “Lady” (Hear Me Tonight) dei Modjo, mancava, insomma, solo l’omino che annunciasse che gli ottovolanti stavano per decollare ed il gioco era fatto.
Ma la cosa visivamente più orripilante è stata l’esibizione del cantante Philippe Katerine, nei panni del Dio pagano Dioniso, Dio della festa, del vino (tipico prodotto francese) e padre di Sequana (divinità celtica che personificava il fiume Senna) che, esibendosi su di un tavolo, aveva alle proprie spalle un nuvolo di drag queen agghindate e posizionate come nel dipinto parietale di Leonardo Da Vinci, “l’Ultima Cena”. Opera, questa, che, sì, si trova a Milano, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, ma è stata realizzata da un autore che i francesi considerano uno di loro, una vera e propria gloria nazionale. È stata così messa in scena, dunque, con un “sabba” musicale, una vera e propria sconsacrazione dell’opera vinciana, un vero e proprio insulto a tutto il cristianesimo mondiale e, di oltraggio in oltraggio, si è riusciti ad essere vergognosamente sacrileghi anche con la povera Maria Antonietta, la quale, per l’occasione, è apparsa decapitata, con la testa in mano, mentre cantava l’inno rivoluzionario “Ça Ira” su sottofondo di musica metal.
Molto più di cattivo gusto del cavallo di metallo che galoppava sull’acqua e del cavaliere mascherato di cui ancora oggi non siamo riusciti a capire cosa rappresentasse o sottintendesse.
Ma d’altronde il volto mostrato lo scorso 26 luglio è quello di questa Francia macroniana, fatta e gestita nel nome della ideologia “Woke”, o per dirla alla Vannacci, per creare “Il mondo al contrario”.
Dunque, che cosa potevamo aspettarci se non un’orgia visiva di cattivo gusto pronta a demolire il buon senso e le pacifiche relazioni?
Tanto disordine mentale che poi, inevitabilmente, si manifesta anche in un disordine dei gesti e delle intenzioni.
Già, perché la cosa più grave di tutte, e di cui nessuno e quando dico nessuno intendo proprio dire nessuno, ha fatto menzione è stato il fatto che la Russia e la Bielorussia sono state escluse da questa olimpiade per aver violato la cosiddetta “Tregua Olimpica” e dunque i propri atleti, per poter gareggiare, dovranno partecipare con l’acronimo AIN, Atleti Individuali Neutrali, e, qualora dovessero salire sul podio, non potranno essere omaggiati ed accompagnati né dalla propria bandiera nazionale né tanto meno dal suono del proprio inno, una vera e propria umiliazione che non trova nessuna giustificazione perché come al solito, a livello internazionale, si fanno sempre due pesi e due misure.
Infatti, se la Russia è militarmente impegnata in Ucraina, mi sapete dire cosa c’entra la Bielorussia che non ha mosso guerra a nessuno? E poi, se queste Nazioni sono state punite a seguito dell’Operazione Speciale, mi sapete dire perché Israele partecipa a questi giochi pur avendo mosso guerra ad Hamas da oltre 290 giorni e causato 40 mila morti di cui la metà risultano essere minori?
Allo stesso modo, perché le rappresentative Turche e Statunitensi sono presenti a queste Olimpiadi se dal 2014 tentano di abbattere il Presidente Assad ed occupano illegittimamente cospicue porzioni del territorio della Repubblica Araba di Siria?
Semplice! Perché ciò che abbiamo visto a Parigi altro non è che l’ostentazione e la follia di un mondo fortunatamente arrivato al capolinea ed avendo ormai toccato il fondo, per il futuro, non possiamo che avere buone speranze … infatti, “adda passà ‘a nuttata!”, è inevitabile.
Lorenzo Valloreja
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