UNA PENTOLA SENZA COPERCHIO

Quando Donald Trump, nel 2020, perse le elezioni per il secondo mandato fu chiaro a tutti che quelle votazioni furono palesemente truccate per mandare al potere Joe Biden. Chi tuttora lo nega o è in malafede o è sprovveduto. Tertium non datur.

Inoltre fu immediatamente chiaro che Biden fu designato dai padroni del Mondo come presidente degli USA poiché incapace di intendere e di volere e probabilmente sotto ricatto a causa di qualche “marachella” del proprio figlio. Un pupazzo perfetto, insomma.

Però, come si suol dire, prima o poi tutti i nodi vengono al pettine. E quindi col tempo tutti gli elettori democratici hanno iniziato a rendersi conto che il loro presidente non è capace di badare a sé stesso. Il che, di per sé, non sarebbe una cosa gravissima. Poiché quando un presidente, in gravi difficoltà psico fisiche termina il proprio mandato, immediatente si cercherà di procurarsi un nuovo candidato più affidabile e credibile.

Clamorosamente, per la tornata elettorale di Novembre, i democratici hanno ricandidato proprio Biden per un secondo mandato. E qui le criticità di questa candidatura sono subito venute a galla.

Basti pensare ai confronti televisivi che si sono svolti tra Biden e Trump. Un teatrino al limite del grottesco. Praticamente abbiamo visto un uomo affetto da demenza senile venire asfaltato impietosamente dal proprio avversario politico. Il presidente in carica degli Stati Uniti si sarebbe trovato in difficoltà con Luigi Di Maio, figuriamoci con Donald Trump!

Ora c’è un problema. Joe Biden non può essere messo da parte a campagna elettorale avviata, a meno che non decida di ritirarsi volontariamente egli stesso. Inoltre il Partito Democratico non possiede un valido candidato da gettare nella mischia a quattro mesi dalle elezioni.

E infatti la domanda che gli addetti ai lavori si fanno da tempo è:”Come faranno i democratici a uscire dall’impasse?”. “Come faranno?”. Direi che la risposta l’abbiamo avuta qualche giorno fa, al comizio di Trump in Pennsylvania. 

Ma prima di continuare vorrei fare alcune considerazioni in merito. 

Chi scrive non è un “complottista” in servizio permanente effettivo. Nel senso che non riesco a vedere inganni a priori e a prescindere. Mi limito solamente a osservare la realtà utilizzando due lenti: la logica e il buon senso. Ed è grazie a queste due lenti che, per esempio, non riesco a credere all’attentato terroristico delle Twin Towers o allo sbarco sulla Luna degli astronauti statunitensi. D’altro canto non mi sento di accodarmi a tutti i complottisti duri e puri che stanno discettando sul fatto che l’attentato a Donald Trump possa esser stata una messinscena. 

Molte volte la Verità è così limpida, così a portata di mano, che per paradosso non riusciamo a vederla. Molto semplicemente Donald Trump è stato miracolato. Il suo Angelo Custode evidentemente ha fatto gli straordinari. Come è accaduto al premier slovacco Robert Fico e come accadde, più di 40 anni fa, a papa Giovanni Paolo II. 

Ma poi, a mio avviso, c’è un indizio fondamentale che può indurre a credere alla “genuinità” dell’attentato. Ed è un indizio subliminale, se così si può dire. 

Sto parlando del film “Civil War”, uscito nelle sale cinematografiche appena tre mesi fa. Un film campione d’incassi e, a detta di chi l’ha visto, confezionato in modo impeccabile. E di cosa parla questo film? Parla appunto di una guerra civile che si scatena negli Stati Uniti. Ma la peculiarità della trama è che lo spettatore viene tenuto all’oscuro della genesi di tale guerra. Non si sa come si sia innescata tale “civil war”. Non si sa da chi o da cosa sia stata provocata. E in fin dei conti, nonostante i ferrei cliché hollywoodiani, non si riescono a distinguere i buoni dai cattivi. 

Però tutti noi sappiamo che l’industria cinematografica statunitense è sotto controllo, per almeno il 90-95%,dei poteri forti USA (Pentagono, CIA, FBI etc. etc.). Quindi ogni film prodotto deve avere un imprimatur dei suddetti poteri e soprattutto deve veicolare, più o meno velatamente, la weltanschauung dello Zio Sam. 

Basti pensare al fatto che Hollywood ha sfornato negli ultimi ultimi 30 anni almeno una decina di film riguardanti virus, pandemie, vaccini ed emergenze sanitarie a livello mondiale. Curiosamente, ma non troppo, le trame di questi film si sono realizzate puntualmente nello sciagurato triennio che va dal 2020 al 2022. Quindi sarebbe lecito pensare che il ruolo di Hollywood possa essere anche quello di preparare psicologicamente le masse ad eventi drammatici e impensabili. Perciò, tornando al film “Civil War”, ritengo possa essere plausibile pensare che una vera guerra civile fosse in grado di palesarsi nella realtà. Ed in effetti, pensandoci bene, se Donald Trump fosse stato ucciso si sarebbe immediatamente scatenata una violenta e sanguinosa guerra fratricida. 

Una guerra che avrebbe assolutamente favorito il cosiddetto Deep State e i suoi burattini. Perché ovviamente gli uomini attualmente al potere avrebbero annullato le elezioni e le avrebbero rimandate all’infinito. E inoltre, con l’alibi dell’ordine pubblico e della sicurezza nazionale, avrebbero instaurato un vero e proprio Stato di Polizia. Eliminando gli avversari politici e reprimendo ogni forma di libertà. 

Invece pare evidente che in questo caso il diavolo abbia fatto una pentola, però sprovvista di coperchio, come si suol dire.

Perché mano a mano che i dettagli dell’attentato fallito diventano nitidi si capisce di come Qualcuno (con la “Q” maiuscola) abbia deciso improvvisamente di riprendere saldamente in mano le redini della Storia (con la “S” maiuscola). Pensiamoci bene.

Sarebbe bastato che la pallottola diretta alla testa di Trump avesse deviato di pochi millimetri e adesso staremmo parlando di un’America precipitata nel caos, come detto prima.

Secondo vari esperti balistici il presunto attentatore, poi liquidato dai servizi segreti, non sarebbe stato l’unico a sparare ma Trump sarebbe stato bersaglio di ben tre differenti tipi di arma da fuoco.

Vari testimoni avrebbero visto Thomas M. Crooks (l’attentatore in questione) acquattarsi sul tetto di un edificio e denunciare il fatto agli addetti del servizio d’ordine. Ma questi ultimi, inspiegabilmente ma non troppo, non avrebbero fatto un plissè.

Ma tutto l’apparato dei servizi segreti statunitensi è finito sotto accusa per le gravi negligenze commesse in Pennsylvania. Forse perché troppo impegnati a monitorare i fantomatici hackers russi…

E quindi, in definitiva, siamo alle prese con un vero e proprio “effetto boomerang”. Si voleva eliminare fisicamente Donald Trump mentre invece il tycoon esce incolume dall’attentato più forte che mai. Infatti egli stesso ha sfruttato la situazione drammatica a suo favore. Lo dimostra l’ormai iconica immagine che lo vede sanguinante, con il pugno alzato, mentre incoraggia e sprona i propri sostenitori urlando “Fight! Fight! Fight!”. 

E se già Donald Trump era già dato per favorito rispetto a Joe Biden, dopo i fatti del Pennsylvania egli può dire senza ombra di dubbio di aver messo in cassaforte il secondo mandato presidenziale. Inoltre ha individuato il suo vice nella persona di J.D. Vance, un trumpiano DOC. Anti abortista, anti LGBTQ e contrario alla guerra in Ucraina. Praticamente uno che farebbe venire le convulsioni a qualsiasi liberal radical chic. 

E se Trump dovesse subire un altro attentato, purtroppo fatale, il suo vice ne prenderebbe il posto continuando pedissequamente la strada intrapresa dal leader.

Sembrerebbe quindi che il vento sia cambiato e che Trump stia veleggiando spedito verso la Casa Bianca. 

Purtroppo le cose non stanno esattamente così. Infatti il Deep State, definito da Trump come swamp (palude, pantano), è ormai come una bestia ferita a morte. E si sa che tutte le bestie in queste condizioni sono disposte a tutto, guidate dalla disperazione (il proverbiale “colpo di coda”). 

Infatti non dimentichiamo che mancano quattro mesi alla elezioni americane e in quattro mesi può succedere di tutto. E il Deep State di cui sopra non ha alcuna intenzione di perdere tutto il potere che ha conquistato. Piuttosto sarebbe disposto ad emulare il gesto estremo di Sansone. 

Mentre nell’Europa dell’Est la guerra continua ad imperversare violentemente. E alcuni pazzi criminali stanno iniziando a invocare e auspicare  un conflitto nucleare globale.

Che si concluderà, inevitabilmente, senza vincitori né vinti. 

Alessio Paolo Morrone 

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