BIDEN & CO. NON VOGLIONO LA PACE

A poche ore dall’attentato a Donald Trump, le nebbie sembrano essersi diradate e tutto appare tragicamente più chiaro: per la corrente democratica di Biden, Clinton e Obama, nessuno deve permettersi di fermare il conflitto in Ucraina. Lo stress test per la Russia non è finito, e costoro vogliono precipitare il mondo nella Terza Guerra Mondiale prima che ci sia un cambio alla Casa Bianca o quantomeno far sì che il prossimo Presidente USA non possa fare nulla per ricomporre il quadro.

Del resto, se non fosse così non si capirebbe perché, dopo:

  • L’annuncio del ritorno dei missili a lungo raggio degli Stati Uniti in Germania, Berlino ha siglato un accordo con i governi di Roma, Parigi e Varsavia per lo sviluppo di questa tipologia di armi;
  • Il fallito attentato al Tycoon, Washington ha autorizzato Zelensky ad attaccare in profondità la Russia e nelle ultime 24 ore la regione di Belgorod ha subito 76 attacchi da parte dell’Ucraina, di cui 29 effettuati con droni;
  • L’appoggio della Cina alla mediazione di Orban, il socialista Charles Michel ha bocciato sonoramente l’iniziativa ungherese.

I fatti parlano da soli ed altro che il mandato di arresto spiccato il 17 marzo 2023 dalla Corte Penale Internazionale per il Presidente Putin: qui, a finire davanti a un tribunale internazionale, dovrebbero essere proprio certi personaggi e non è detto che un giorno ciò non accada, magari con la supertestimonianza proprio di Zelensky.

Ragion per cui, se tanto ci dà tanto, è molto probabile che a pregare per la salute del Presidente Ucraino, Volodymyr Zelensky, siano proprio Vladimir Putin e Donald Trump, mentre a volerlo morto potrebbero essere quelli che l’hanno difeso fino all’altro ieri.

Del resto, la politica è un’arte talassica, e come il mare è sempre in movimento, così un po’ per sua natura un po’ per ovvia consunzione di Biden, Zelensky, a sorpresa, e proprio nelle stesse ore, ha affermato, rispetto al nuovo summit per la pace in Ucraina che si terrà a novembre: “Credo che debbano esserci rappresentanti russi al secondo summit.” E benché il portavoce del Presidente Putin, Dmitry Peskov, sembri essere alquanto dubbioso riguardo alla partecipazione russa: “Bisogna capire cosa abbia in mente (Zelensky): il primo (summit) non era affatto di pace”, l’uomo forte del Cremlino sembra aver dato il proprio ok.

Certamente 5 mesi possono essere pochi così come possono essere tanti, la differenza la farà soltanto chi rimarrà in piedi e speriamo che tra quelli che rimarranno in piedi ci siano anche i comuni ed ignari cittadini, perché i nostri leader hanno certamente i loro rifugi atomici e le loro scorte di cibo, ma la povera e ignara gente no, ed è forse anche per questo che taluni possono permettersi il lusso della follia mentre altri no.

Lorenzo Valloreja

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