JEAN-LUC MELENCHON E’ UN CIALTRONE POLITICO, UNA SPECIE DI TSIPRAS FRANCESE UTILE ALLA CUPOLA GLOBALISTA MA NON AL POPOLO FRANCESE. ECCO PERCHE’.

Jean-Luc Mélenchon è un cialtrone politico prono al mondialismo più smaccato. E vi spiego in quattro righe il perché.

Ha promesso il pensionamento a sessanta anni, un litro di benzina a 1,40 euro; il salario minimo a millequattrocento. Perché non a milleottocento, a questo punto? E perché no, anche l’abolizione del biglietto dell’ascensore della Tour Eiffel?

Eppure, pur di fermare il Rassemblement “populista” oltre che tante altre qualifiche, l’ultramercatista e neppure cinquantenne Macron si è affidato a questo vecchio demagogo comunista che nel migliore (per costui) dei casi sarà un nuovo Alexis Tsipras leader di Syriza e ispiratore persino di una italiota lista Tsipras (quello che prima fece un sacco di casino contro l’austerity decisa da Francoforte e Bruxelles fino a indire persino un referendum vincitore contro la UE e poi si vendette i connazionali eredi di Platone e Aristotele); o nel peggiore un patetico arnese della cassetta della ditta Rotschild (quella presso cui ha lavorato  Macron) utilissimo per fermare i “fascisti” e salvare la mai abbastanza per me detestata Republique, ma poi riposto tra gli altri attrezzi nel vano “ingovernabilità”.

Ma credo personalmente, piuttosto nella prima ipotesi ovvero che i “non sottomessi” si sottometteranno: si sottometteranno proprio a novanta gradi, datemi retta.

Un sistema, grazie al ballottaggio dei seggi al secondo turno tra i primi tre col trucchetto del ritiro, straordinariamente attrezzato per garantire lo status quo e l’immutabilità sostanziale. Sapete che vi dico? A questo punto, spero che gli islamici di Francia (dopo gli atei, la seconda religione) si facciano il loro bel partito e, forti della demografia e del loro fanatismo concettuale (altro che moderati) in dieci o quindici anni conquistino il potere e fondino la repubblica islamica di Francia.

Meglio un Khomeini che Macron o l’ Attal che fa ministro degli esteri il suo ex o forse non ex, “marito”. Auguro al settantatreenne Mélenchon vita abbastanza lunga per vedere ciò e forse, convertirsi all’islamismo come “movimento dei poveri del mondo” o qualcosa del genere (la dialettica non gli manca, a meno che nel frattempo non si rimbambisca come Biden). Così, la “sottomissione” del leader di “Francia non sottomessa” sarà davvero perfetta. 

A. Martino

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