VLADIMIR PUTIN PARLA ALLA NAZIONE DOPO L’ORRENDA STRAGE DEL CROCUS CITY HALL

Riguardo le varie “espressioni di cordoglio e solidarietà al popolo russo, alle famiglie delle vittime e ai feriti” blablabla scaturite dalle massime istanze euroatlantiste, evitando espliciti indirizzi al governo russo o al da loro esecrato presidente della Federazione russa Vladimir Putin recentemente rieletto, come se fossero i russi delle tribù nomadi senza un’autorità ben individuata, penso proprio che siano flatulenze retoriche. Non vedo cosa se ne facciano (come in tutti i casi analoghi, d’altronde) le vittime o i loro familiari. E non vedo come non si possa non “condannare” un atto tanto colossale nella sua viltà e spietatezza.

Ma tant’è: una volta si pregava o si gridava vendetta al cospetto di Dio, ora si dicono queste insulsaggini. E poi, questo cordoglio “peloso” lo è maggior ragione con la storia del “noi lo sapevamo e glielo avevamo detto”: mi ricorda le corone di fiori delle “autorità” che nei delitti di mafia tra gli anni Ottanta e Novanta erano le prime ad arrivare nelle tristissime “camere ardenti” (non solo di dolore ma anche di rabbia).

Ma in genere e Ucraina o non Ucraina, la Russia, per lorsignori, è solo una ingombrantissima anomalia da eliminare il prima possibile: siamo quindi, a parte tutto, dinanzi a un puro distillato di ipocrisia.

Credo invece di esprimere molto più degna e sincera solidarietà nel riferire del discorso televisivo pronunciato dal presidente Putin ieri 23 marzo, e riportarne il testo integrale secondo la traduzione di Globalist, che qui ringraziamo.

“Identificheremo tutti coloro che sono dietro a questo atto terroristico e pagheranno per questo. I responsabili della strage al Crocus City Hall di Mosca hanno ucciso indiscriminatamente cittadini russi come i nazisti”. Nel suo discorso, il presidente ha confermato che i quattro responsabili dell’attacco alla sala da concerti sono stati arrestati e ha ribadito che ci sono indicazioni che stavano cercando di entrare in Ucraina. In particolare, dai risultati parziali dell’inchiesta è emerso che dalla parte ucraina era stata creata ‘una finestra’ per permettere ai quattro di attraversare il confine. Il presidente russo ha poi annunciato ulteriori misure contro sabotatori e terroristi a Mosca e nella regione moscovita.  

In un altro passaggio del suo discorso, Putin ha sottolineato che il terrorismo è un male che “non ha nazionalità” e che quindi tutta la comunità internazionale deve cooperare con la Russia per combatterlo. 

Nonostante la chiosa mondialista e vagamente rassicurante, dalle parti di Kiev c’è poco da brindare: tirare in ballo i nazisti, in un contesto in cui l’obiettivo primario della “operazione militare speciale” sarebbe proprio la denazificazione dell’Ucraina, è davvero allusivo.

L’ex presidente Medvedev, a caldo dell’orrendo atto terroristico, con la sua consueta “sincerità” il 22 marzo aveva già minacciato di morte Zelensky e tutto il governo ucraino.

Mi auguro di sbagliarmi, ma non vorrei che l’Orso, gravemente ma non mortalmente ferito nella propria tana, si aggiri furioso alla ricerca della preda contro cui sfogare la propria rabbia.

Solo a titolo di cronaca, vorrei far notare che proprio ieri l’ente federale russo per il controllo finanziario aveva inserito il “movimento internazionale LGBT” tra le organizzazioni “estremiste” di cui bloccare, in pratica, qualunque fondo. Il provvedimento fa seguito a una sentenza più generale riguardo il mondo LGBT emessa dalla Corte suprema a richiesta del ministero della Giustizia, vietante qualunque propaganda LGBT, trattamenti chirurgici transgender etc.

Ed ecco il testo integrale:

Cari cittadini russi!

Vi parlo in relazione a un atto terroristico sanguinoso e barbaro, le cui vittime sono state dozzine di persone pacifiche e innocenti: nostri compatrioti, inclusi bambini, adolescenti e donne. I medici ora combattono per la vita delle vittime, quelle che versano in gravi condizioni. Sono sicuro che faranno tutto il possibile e anche l’impossibile per preservare la vita e la salute di tutti i feriti. Parole speciali di gratitudine agli equipaggi delle ambulanze e delle eliambulanze, ai soldati delle forze speciali, ai vigili del fuoco, ai soccorritori che hanno fatto di tutto per salvare la vita delle persone, tirarle fuori dal fuoco, dall’epicentro del fuoco e del fumo ed evitare perdite ancora maggiori.

Non posso ignorare l’aiuto dei comuni cittadini che, nei primi minuti dopo la tragedia, non sono rimasti indifferenti e, insieme a medici e agenti di sicurezza, hanno fornito i primi soccorsi e consegnato le vittime agli ospedali.

Forniremo l’assistenza necessaria a tutte le famiglie le cui vite hanno subito terribili disgrazie, ai feriti e ai feriti. Esprimo le mie più sentite e sincere condoglianze a tutti coloro che hanno perso i loro cari. Tutto il Paese, tutto il nostro popolo, piange con te. Dichiaro il 24 marzo giorno di lutto nazionale.

A Mosca e nella regione di Mosca, in tutte le regioni del Paese, sono state introdotte ulteriori misure antiterrorismo e antisabotaggio. La cosa più importante ora è impedire che coloro che sono dietro questo bagno di sangue commettano un nuovo crimine.

Per quanto riguarda l’indagine su questo reato e gli esiti delle azioni investigative operative, allo stato attuale si può dire quanto segue. Tutti e quattro gli autori diretti dell’attacco terroristico, tutti coloro che hanno sparato e ucciso persone, sono stati trovati e arrestati. Hanno cercato di nascondersi e si sono diretti verso l’Ucraina, dove, secondo i dati preliminari, sul lato ucraino è stata preparata una finestra per attraversare il confine di stato. Sono state arrestate in totale 11 persone. Il Servizio di sicurezza federale russo e altre forze dell’ordine stanno lavorando per identificare e scoprire l’intera base complice dei terroristi: coloro che hanno fornito loro il trasporto, hanno delineato le vie di fuga dalla scena del crimine, hanno preparato depositi, depositi di armi e munizioni.

Ripeto, gli organi investigativi e le forze dell’ordine faranno di tutto per stabilire tutti i dettagli del delitto. Ma è già evidente che ci troviamo di fronte non solo ad un attacco terroristico attentamente e cinicamente pianificato, ma ad un omicidio di massa di persone pacifiche e indifese preparato e organizzato. I criminali hanno deciso con calma e determinazione di uccidere, di sparare a bruciapelo sui nostri cittadini, sui nostri figli. Proprio come un tempo i nazisti compivano massacri nei territori occupati, così decisero di inscenare un’esecuzione spettacolo, un sanguinoso atto di intimidazione.

Tutti gli autori, gli organizzatori e esecutori di questo crimine subiranno una punizione giusta e inevitabile. Chiunque siano, chiunque li guidi. Ripeto, identificheremo e puniremo tutti coloro che stanno dietro i terroristi, che hanno preparato questa atrocità, questo attacco alla Russia, al nostro popolo. Sappiamo qual è la minaccia del terrorismo. Contiamo qui sull’interazione con tutti gli Stati che condividono sinceramente il nostro dolore e sono pronti a unire realmente le forze nella lotta contro un nemico comune: il terrorismo internazionale con tutte le sue manifestazioni.

I terroristi, gli assassini e gli esseri non umani che non hanno e non possono avere una nazionalità devono affrontare un destino poco invidiabile: la punizione e l’oblio. Non hanno futuro. Il nostro dovere comune adesso: i nostri compagni al fronte, tutti cittadini del Paese, è stare insieme in un’unica formazione. Credo che sarà così.

Perché niente e nessuno può scuotere la nostra unità e volontà. La nostra determinazione e coraggio, la forza del popolo russo unito. Nessuno potrà seminare semi velenosi di discordia, panico e discordia nella nostra società multietnica.

La Russia ha ripetutamente attraversato prove difficili, a volte insopportabili, ma è diventata ancora più forte. Sarà così anche adesso”.

A. Martino

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