VOGLIONO CANCELLARE IL PASSATO E SPINGONO A TENERSI STRETTA LA MEMORIA DI PERSONAGGI AMBIGUI E CAMALEONTICI. ETEROGENESI DEI FINI A PARTINICO.
Il prelato napoletano Giambattista Vico (1668-1744, nella foto suo ritratto) è il maggior pensatore italiano del primo Illuminismo. Fu il primo a teorizzare la cosiddetta eterogenesi dei fini, ovvero che l’agire umano (da intendere sempre sia a livello individuale che collettivo), spesso (se non troppo spesso, oserei dire io), sortisce effetti ben diversi dalle intenzioni.
Basti pensare a un tizio e a una tizia che credono di realizzare con la creazione di una famiglia la propria felicità fabbricandosi invece un inferno tra mura domestiche, o a guerre avviate per rafforzare un regime che invece finiscono per distruggerlo. Questi risultati inauspicati, imprevisti e imprevedibili, provocano a volte anche dei ritorni al passato (o al futuro?) che il grande filosofo definì “ricorsi storici”.
Ebbene, gli occhiuti e pedanti inquisitori woke che si sono fatti promotori della ridenominazione del Liceo scientifico Santi Savarino in Partinico (prov. di Palermo) sono incappati proprio in questa trappola storica e intellettuale. Volevano esaltare una “scuola democratica e antifascista”, e si sono ritrovati un 72% di studenti votanti contro la ridenominazione del notevole plesso scolastico in onore dell’attivista politico di Democrazia proletaria e conduttore radiofonico Peppino Impastato: motivazione, la natura “divisiva” del personaggio che il 9 maggio 1978 (in inquietante concomitanza con la fine del calvario di Aldo Moro) fu ritrovato morto lungo la strada ferrata. Nonostante il depistaggio di uomini dello stato che si affannarono a bollare Impastato come un terrorista morto nel maneggiare esplosivi, la verità emerse anni dopo: fu ucciso per i suoi martellanti attacchi e dossiers giornalistici contro i mafiosi. Un eroe civico e un maestro di coraggio, e vi è secondo me poco da dire a riguardo; anche se ovviamente, nulla ho da spartire con l’ispirazione politico-ideologica del povero Impastato.
L’attuale onorato dell’intestazione scolastica fu infatti figura a dir poco ambigua e per tutte le stagioni: fu il Savarino giornalista fascista militante fino alla direzione del Il popolo e sottoscrittore del Manifesto sulla Razza, ma si riciclò magnificamente proseguendo nel giornalismo e nella letteratura diventando senatore democristiano; peccato per la sua corrispondenza epistolare con il boss italoamericano Frank Coppola.
Per la ridenominazione (diventata evidentemente e all’improvviso, questione di vitale importanza se non per l’Italia intera almeno per la Sicilia) si era pensato anche ad altri nomi come quello di Rosario Livatino, pure eroe antimafioso massacrato da un killer “stiddaro” nel 1990 sulla SS 640 Caltanissetta-Agrigento. Evidentemente però, troppo cattolico per i gusti di lorsignori, tanto da essere stato addirittura proclamato beato.
Insomma, l’eterogenesi dei fini dove sarebbe? Presto detto: aver finalmente provocato una levata di scudi (nelle nuove generazioni, attenzione) contro il Pensiero Unico politicamente corretto e la dittatura della cancel culture, talmente nervosa da sfidare persino l’accusa di criptomafiosità (non so se almeno in parte, giustamente scagliata).
Ma purtroppo, episodi del genere dovrebbero verificarsi almeno a giorni alterni: solo così, la Sinistra bellaciao-globalista capirebbe di lasciar perdere, se non le scatole dei vivi terribilmente sfasciate, almeno la memoria dei morti; la quale, a volte come gli escrementi di certi animali, più si tocca più sprigiona fetore.
A. Martino
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