FINALMENTE, DA PAPA FRANCESCO, LE PRIME PAROLE DAVVERO DISINTERESSATE, UMANE, E IMPARZIALI, SULLA GUERRA IN UCRAINA. SIAMO COSTRETTI A GRIDARE “VIVA IL PAPA”!
Sono ormai innumerevoli i miei articoli, in cui sempre in spirito di critica filiale verso un padre deludentissimo e non comprensibile e mai di anticlericalismo ateisticheggiante e nemmeno di banale e folcloristico “tradizionalismo”, ho criticato radicalmente “papa” Francesco (le virgolette non abbisognano di commento alcuno). La Chiesa a capo della quale si trova era, resta, e resterà fino ad auspicabile svolta storica a Dio piacendo, postcattolica più che cattolica.
Non sono un detrattore di papa Bergoglio con i paraocchi, e nemmeno e a maggior ragione, un esaltatore. Ma sta di fatto, che piaccia o non piaccia, contraddittorio o meno non solo con una bandiera ucraina quasi sventolata in una udienza generale ma soprattutto con il filoglobalismo di fondo del pontificato bergogliano, finora le uniche parole sensate e “umanamente corrette” sul conflitto russo-ucraino le ha dette papa (e questa volta, attenzione, non uso le virgolette) Francesco.
Questa rettifica bergogliana in “politica estera” mi sembra fare vagamente coppia, con la sua ultima esplicita condanna della filosofia gender ( e come la mettiamo, allora, con le benedizioni alle coppie gay?).
D’altronde, non è la prima volta che un papa, o un eminente prelato cattolico, nella Storia corregga il suo tiro in base a più ponderate visioni spirituali e politiche in senso ampio; basti pensare a Pio IX, improvvisamente trasformatosi da liberale e filounitario a rigido conservatore ma anche, come vedemmo, a quel cardinal Chiaramonti (futuro Pio VII) che addirittura tenne un sermone più da filosofo illuminista che da vescovo e porporato.
Ma ecco ciò che papa Francesco ha dichiarato a una radio svizzera (intervista che sarà integralmente diffusa solo il 20 marzo).
….“E’ più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. Oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche paese che faccia da mediatore. Nella guerra in Ucraina, ce ne sono tanti. La Turchia, si è offerta. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore”…..
Parole davvero sante e dotate di buon senso da diplomazia classica dei tempi in cui, re o non re, tiranni o non tiranni, chi esercitava il potere e intraprendeva una guerra, dinanzi all’esosità del tributo in vite umane, o si arrendeva (se la resistenza era ormai inutile, vedasi Giappone o Germania della seconda guerra mondiale), o negoziava (in caso di risultato incerto o comunque non immediato, vedasi conclusione della guerra austro-franco-sarda del 1859). Infatti, il Santo Padre afferma pure: “….. guardare la storia: le guerre che abbiamo vissuto, tutte finiscono con l’accordo”…Ne ha pure per il conflitto di Gaza definendo “irresponsabili” entrambe le parti in causa, che pure non vogliono saperne di negoziare. Insomma, il magistero bergogliano insegnerebbe che la guerra in sé, è sempre e comunque una follia, ma anche che, con le resistenze e bellicosità a oltranza senza se e senza ma, questa follia è semplicemente aggravata.
Ovviamente, le parole hanno suscitato sdegnate reazioni nel campo occidentale e ucraino destando invece comprensibile interesse e lodi da parte russa. E’anche vero che lo stile argomentativo bergogliano, piuttosto povero concettualmente e utilizzatore di metafore a volte teologicamente e politicamente troppo banali, ha usato disinvoltamente l’immagine della bandiera bianca; costringendo l’addetto stampa della Santa Sede a una precisazione riguardo la bandiera bianca non come sinonimo di resa pura e semplice, ma di risultato negoziale.
Molto acuta e concreta la risposta del ministro degli esteri russo Lavrov: il papa sembra parlare più all’ Occidente che all’ Ucraina, che esso usa, semplicemente, contro la Russia.
A. Martino
Lascia un commento