DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA CLAMOROSA CONDANNA DELLE MANGANELLATE DELLA POLIZIA A PISA
Raramente un Presidente della repubblica ha redarguito così, e pubblicamente, le forze dell’ordine.
Ma ieri si è letto sul sito web istituzionale del Quirinale, in merito alla dura repressione delle manifestazioni di studenti filopalestinesi venerdì a Pisa una nota dal titolo “Mattarella sente il ministro Piantedosi: tutelare la libertà di manifestare il proprio pensiero“. Essa afferma: “Il presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.
Reazioni assolutamente favorevoli dall’opposizione, ma ancheda parte governativa (non si sa fino a che punto sincere, e con qualche distinguo tramite i ringraziamenti di rito alla professionalità delle forze dell’ordine equivalenti, direi, alla “fiducia nella magistratura”). E poi, permettetemi l’ironia: ma ci vuole tanta professionalità (a questo allude in fondo la nota presidenziale pur non potendo dirlo a chiare lettere) a calare un manganello su un ragazzo o una ragazza disarmati?
Matteo Salvini invece, la butta un po’ sul melodrammatico garantendo che i poliziotti, addirittura, non sono “biechi torturatori” e rifiutandosi di commentare la nota presidenziale (il che è dire che, in pratica, non la condivide). Diciamo che il Capitano si conferma nel suo ruolo legittimo quanto si vuole, ma a volte troppo intransigente, di difensore dell’operato delle forze dell’ordine a prescindere da tutto e da tutti.
Un po’ “excusatio non petita accusatio manifesta” mi pare invece l’affermazione del Capo della polizia Vittorio Pisani per cui la politica non influirebbe assolutamente sull’operato della polizia di uno stato democratico ( ma davvero? Molto interessante….).
Il “guaio” è stato, in realtà, che la scarica di manganellate su studenti molti dei quali a mani alzate, imbottigliati in un vicolo e armati di sole bandiere, in gran parte minorenni, è avvenuta praticamente contemporanea a un discorso presidenziale al Quirinale ad altri studenti, ove il capo dello stato invitava a bandire violenza e insulti dalla dialettica politica, esprimendo solidarietà alla nostra premier.
Mi chiedo se tutto ciò fosse successo anche se il “pericolosissimo” corteo avesse sventolato bandiere israeliane e inveito contro Hamas o il popolo palestinese.
Comunque, delle ossa rotte sono senz’altro una carezza, dinanzi alle pallottole di stato che uccisero, a tradimento e con apparente insensatezza, alcuni dei militanti missini che ogni anno si ricordano a Roma in una discussa manifestazione (vedi il mio articolo VIA ACCA LARENZIA E’ UNA VERGOGNA, CERTAMENTE: MA NON PER CHI ALZA UN BRACCIO, BENSI’ PER LO STATO. del 10 gennaio 2024). Allora, nessun presidente della repubblica intervenne (anche perché all’epoca era solo poco più di un notaio), e nessun ministro o dirigente di apparato dovette arrampicarsi sugli specchi per alcunché. E questo, la ex militante missina Giorgia Meloni lo sa benissimo anche se non può più affermarlo.
A. Martino
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