LAVROV REAGISCE ALLE INTERFERENZE SUGLI AFFARI INTERNI RUSSI RISPONDENDO A DAVID CAMERON: “SIETE NEOCOLONIALISTI”
Nel giorno in cui Joe Biden rivolge all’omologo russo Vladimir Putin epiteti ben poco diplomatici (“pazzo”, “figlio di put…a”, e non è la prima volta) a una riunione di ministri degli esteri del G 20, Sergej Lavrov ha duramente respinto le altrettanto dure (e irrituali) accuse del capo del Foreign Office David Cameron (ex primo ministro fino al referendum sulla Brexit) a riguardo della morte di Navalny in un carcere di massima sicurezza nell’ Artico russo. Si vorrebbe addirittura che un paese come la Russia (ma non lo si dovrebbe chiedere a nessuno, neanche a San Marino o a Tuvalu o al Belize) rinunci alla propria giurisdizione penale cedendola per un caso singolo (magari solo il primo) a non solo quale commissione internazionale ovviamente fatta da cittadini e funzionari di stati che stanno conducendo una guerra, su delega all’ Ucraina, contro la Russia.
“Su Navalny nessuno ha il diritto di interferire nei nostri affari interni“, ha detto il capo della diplomazia moscovita. “Rifiutiamo un’indagine internazionale sulla sua morte. Ci pensiamo da soli. Questa è arroganza. Queste sono forme di neocolonialismo“. Aggiungendo un antefatto che parrebbe dimenticato, ovvero il quasi rapimento “a fin di bene” di Navalny (cittadino russo, a quanto pare) in Germania sentitosi molto male in aereo. Allora, il dissidente russo fu subito proclamato “avvelenato da Putin” come ora “ucciso da Putin” : “Nessuno in realtà sa cosa sia stato fatto a Navalny in Germania – ha poi aggiunto -. Hanno detto che era stato avvelenato e ci hanno accusati. Ma a noi non hanno consentito l’accesso alle sue analisi del sangue: indecente e ingiusto“.
Verrebbe da pensare che la Russia non sia poi così minacciosa e ansiosa di dispiegare la sua potenza militare direttamente verso la Nato cioè contro la Polonia o gli staterelli baltici, se si lascia con tanta pazienza provocare così clamorosamente.
A. Martino
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